
Ernesto Franco, per una vita intera
di Antonio Stanca
Di Ernesto Franco, nato a Genova nel 1956 e qui morto nel 2024 a sessantotto anni dopo una lunga e grave malattia, è uscita un’altra edizione di Usodimare (Un racconto per voce sola). È della Einaudi, serie “ET Scrittori”. La prima edizione Einaudi è stata dell’anno scorso mentre al 2007 risale l’edizione originale avvenuta presso Il Nuovo Melangolo, collana “Nugae”. In precedenza Franco aveva scritto Isolario, Vite senza fine, col quale nel 1999 aveva vinto il Premio Viareggio. In seguito verranno Donna cometa, Storie fantastiche di isole vere, Sono stato. Sarà pure poeta con la raccolta Lontano io e curerà e tradurrà alcuni noti autori della letteratura ispano-americana. Particolare sarà l’attenzione per quelli che hanno trattato di fenomeni immaginari, surreali, fantastici. Anche lui, nella sua narrativa, si era interessato a questi. Il racconto Usodimare vi rientra a pieno titolo ma non rimane completamente nella dimensione surreale poiché tanto posto concede pure alla realtà, alla storia.
Di Franco va detto anche che una volta laureatosi in Lettere presso l’Università di Genova aveva lavorato per le case editrici Marietti e Garzanti e che dal 1998 alla morte era stato prima direttore editoriale e poi direttore generale della Einaudi. Docente lo avevano visto le Università di Genova e di Siena. Tanto aveva fatto pur in un tempo piuttosto ridotto. Spirito acceso, inquieto si era rivelato, sempre alla ricerca d’altro, a volte anche di quello che, come in Usodimare, non si sa o non si vuole sapere né dire. Tutto il racconto è percorso da questo mistero, da questo segreto che la bella Nenè ha confidato al suo amico e innamorato Pepe Usodimare, Capitano per l’ultima volta del vecchio mercantile Bahía Inútil. Glielo ha detto sulla nave in un momento di pericolo per loro e per l’equipaggio, lo ha fatto prima di morire e dopo essere riuscita a mettere in salvo MG, il suo vero uomo. Da allora Usodimare sa che sulla nave c’è qualcosa di nascosto ma non sa se si tratta di un tesoro o di una rivelazione, di un messaggio. Da allora ha messo in allerta tutti i suoi uomini perché cercassero quanto si nascondeva. Non hanno molto tempo a disposizione perché il Bahía Inútil è in navigazione, sta compiendo, al comando di Usodimare, il suo ultimo viaggio. È diretto verso il Bangladesh, verso l’infinita spiaggia fangosa di Chittagong dove ci sono i cantieri di demolizione. La nave è vecchia, ha molti problemi, è stata venduta all’asta e i nuovi padroni hanno pensato di abbatterla. Il tempo per raggiungere Chittagong è quello che rimane per la ricerca, per la scoperta che il Capitano si è proposto di compiere. Non è molto ma molti sono i pericoli, gli imprevisti, i rischi, i disagi compresi quelli dei pirati, ai quali il vecchio bastimento va incontro. Non si finirà mai di sospettare, di dubitare, di aver paura giacché sempre esposti, sempre vicini a disgrazie ci si troverà, sempre minacciati da queste.
Si giungerà, infine, a Chittagong, alla fine del viaggio, alla fine della nave, alle ultime annotazioni riportate da Usodimare sul suo computer, alla conclusione del racconto per la quale serviranno anche le testimonianze del nostromo e di un povero diavolo di Chittagong che ha assistito da lontano agli ultimi risvolti della vicenda compresi quelli della scomparsa improvvisa del Capitano e del mancato ritrovamento di quanto cercato. C’è stata, nell’opera, una vasta e varia combinazione di persone e cose, pensieri e azioni, intenzioni e previsioni, c’è stato un interminabile alternarsi di tempi e luoghi, ambienti privati e pubblici, sacri e profani. Un intero continente, un’intera umanità sono diventati i luoghi e i personaggi del racconto. Ancora capace si è mostrato Franco di saper procedere con facilità, con chiarezza pur tra i torbidi del pensiero, le complicazioni della realtà, l’inspiegabile, l’invisibile. È una maniera che lo ha distinto poiché dà voce a chi non ne ha, fa luce dove non c’è. Da qui il rapporto che lo scrittore ha sempre sentito vicino con i grandi della letteratura fantastica quali Jorge Luis Borges, Silvina Ocampo, Adolfo Bioy Casares, Octavio Paz ed altri. Di essi nel 2007 aveva curato per Einaudi un’antologia, com’essi Franco non dubita della realtà ma non la ritiene sufficiente a dire tutto della vita, a completare quello che fa parte della storia, a comprendere quanto vi rientra senza che lo si veda.