L’odissea dei supplenti che non ricevono lo stipendio da 3 mesi

da tuttoscuola.com

L’odissea dei supplenti che non ricevono lo stipendio da 3 mesi

Ammonterebbero a 75mila i supplenti che, con diversi impegni di orario, stanno lavorando senza ricevere lo stipendio da tre mesi, a causa di un cambiamento da parte del Ministero delle disposizioni in materia di pagamento delle supplenze saltuarie nelle scuole. È questa la denuncia della Fcl Cgil, che per il 27 febbraio ha organizzato un incontro con il Miur, per risolvere il problema.

La questione, che non riguarda solo gli insegnanti, ma anche personale amministrativo e ausiliario della scuola, è particolarmente grave per 25mila di questi che hanno un contratto annuale e su questo reddito fondano la fonte di sostentamento mensile. “Quasi diecimila – spiega il Fatto Quotidiano, che tra i giornali si sta occupando più attivamente della vicenda – non percepiscono lo stipendio da dicembre o addirittura da novembre”.

Entrando nella dinamica di queste mancate corresponsioni di denaro, occorre spiegare che fino al 31 dicembre 2012 le supplenze brevi erano a carico dei singoli istituti. Dal primo gennaio 2013, con la spending review, il Ministero dell’Economia veniva incaricato di occuparsi dei pagamenti. Ma le risorse necessarie sarebbero state sottovalutate, come commenta Annamaria Santoro, della segretaria nazionale Fcl Cgil: “Il punto è che in sede di previsione i tecnici hanno sottostimato la spesa per le supplenze tanto che sono già andati esauriti i 196 milioni di euro stanziati nel 2013 e i 37 milioni di euro come saldo di dicembre 2012. Alcuni istituti hanno anticipato con la cassa il pagamento del mese di dicembre”.

Il Ministero dell’Istruzione ha allora promesso per il 12 febbraio scorso ci sarebbe stata un’emissione “speciale”. Ma la procedura è poi slittata al 18 febbraio alle ore 18,00, con il caricamento da parte delle scuole dei dati relativi al pagamento degli stipendi arretrati del personale supplente. Ma il sovraccarico di collegamenti da parte delle scuole a un unico server e un invio tardivo delle indicazioni da parte del Miur avrebbero determinato l’impossibilità di inserire le disposizioni di pagamento.

L’auspicio è che questa storia di pessima burocrazia si risolva presto, anche perché va ad incidere sul precariato, la parte contrattualmente più debole del personale scolastico di questo Paese.