75mila precari senza stipendio da tre mesi

da Tecnica della Scuola

75mila precari senza stipendio da tre mesi
di P.A.
“Buco nel sistema informatico” che mette sul lastrico 75mila supplenti compresi 25mila con contratto annuale
75mila supplenti pagati a stipendio zero da tre mesi, altri attendono ancora la busta paga del 2013, mentre 25mila incaricati annuali non hanno ricevuto un euro insieme quasi diecimila prof e Ata che non percepiscono salario da dicembre e perfino da novembre. La Flc- Cgil intanto,e di fronte a tanta ignavia, ha organizzato per il 27 febbraio un incontro al Miur insieme agli altri sindacati della scuola che accusano i ministri dell’Istruzione e del Tesoro di essere “indifferenti e incapaci di difendere la scuola”. La causa di tanto sfacelo sta nella decisone, presa all’interno della famosa spending review, di affidare al Ministero dell’Economia, dal primo gennaio 2013, i pagamenti dei supplenti, togliendo così alla scuole il compito di farlo. Ma fatta la legge trovato l’inganno nel sistema informatico che dovrebbe gestire i pagamenti e che non funziona a dovere, a tutto danno dei lavoratori della scuola che in attesa degli aggiustamenti non sanno come andare avanti. E così, a sei mesi dalla spendig review, regna il caos organizzativo mentre le scuole e gli insegnanti fanno la fame. “Il punto è che in sede di previsione i tecnici hanno sottostimato la spesa per le supplenze tanto che sono già andati esauriti i 196 milioni di euro stanziati nel 2013 e i 37 milioni di euro come saldo di dicembre 2012. Alcuni istituti hanno anticipato con la cassa il pagamento del mese di dicembre”, si dice dalle parti del Miur . Il ministro aveva promesso, dice il Fatto quotidiano, che il 12 febbraio ci sarebbe stata un’emissione “speciale”. Poi è saltata e l’erogazione è stata rimandata al lunedì successivo. Entro le ore 18 di quel giorno le scuole avrebbero dovuto caricare online i dati del singolo supplente. Ma un ulteriore incidente ha fatto saltare l’appuntamento: diecimila istituti nelle stesse ore hanno fatto l’accesso allo stesso server e il sistema informatico è andato subito in tilt. Interruzioni, malfunzionamenti. Alla fine non si sa più chi è stato pagato e chi no, mentre prendere contatti con il Miur è un’impresa, ottenere risposte impossibile. E una maestra supplenti di Milano raconta: “Ho chiamato il ministero, mi hanno detto di inviargli una mail, l’ho fatto e come me tanti altri, ma nessuno ha ricevuto risposte”. Poi, l’ennesimo ritardo. Alle ore 15 del 18 febbraio arriva una mail collettiva a tutte scuole italiane in cui si avvisa di inserire anche i rimborsi di novembre, dicembre e la tredicesima. Non tutte le scuole però si accorgono per tempo e perdono il turno. “I miei risparmi sono all’osso – conclude l’insegnante -. Ho aspettato, ora non ce la faccio più”. In teoria dovrebbe percepire un salario da 1290 euro mensili, ma non sa ancora se la sua richiesta di rimborso sia andata a buon fine e tantomeno quando vedrà arrivare il prossimo stipendio. Testimonianze analoghe arrivano anche da due direttori scolastici, uno di Fiorenzuola, nel piacentino, l’altro di Rozzano, alle porte di Milano: “Nessuno ci ha aggiornato sul nuovo sistema, abbiamo mille difficoltà”.