Tfa speciale: un provvedimento contro il merito?

da tuttoscuola.com

Tfa speciale: un provvedimento contro il merito?
 

Oltre 170 docenti universitari hanno sottoscritto l’appello, condiviso e rilanciato dall’ADi (Associazione Docenti italiani) sul suo sito, affinché sia fermato il TFA speciale. Parallelamente cresce anche il numero dei corsisti del TFA ordinario che sottoscrivono un analogo documento critico verso il TFA speciale.

L’iniziativa è stata presa dai professori Andrea Ichino dell’università di Bologna e Giunio Luzzatto dell’università di Genova contro quella che viene definita “una sanatoria dequalificante che satura per i prossimi anni i TFA ordinari, negando l’ingresso ai giovani, vanifica tutto il lavoro svolto dalle università per garantire gli accessi programmati, e crea agli Atenei ulteriori problemi logistici e organizzativi, già oggi di difficile soluzione per i TFA ordinari”.

Nel documento si esprime un “forte disappunto per la recente approvazione, per di più a Camere sciolte, della modifica al DM n. 249 del 10 settembre 2010 con cui si dà avvio al cosiddetto TFA speciale o riservato” e si chiede al ministro Profumo di astenersi dal firmare la modifica al decreto, rimettendo la questione al suo successore.

Il fatto è che a favore del TFA speciale si è espressa un’ampia maggioranza dei membri della commissione Cultura, maggioranza che potrebbe indurre il governo a varare sollecitamente il contestato provvedimento. Contro questa eventualità si schierano i sottoscrittori dell’appello a cui giudizio lo sforzo delle università per selezionare i candidati da avviare al percorso abilitante sarebbe “totalmente vanificato dall’attivazione di un percorso riservato che, secondo i calcoli del Ministero, coinvolgerebbe ben 57.000 docenti, disattendendo il principio del fabbisogno che aveva ispirato l’istituzione del TFA ordinario” e comporterebbe per le università un impegno insostenibile.

Le università italiane “non possono prestare il fianco ad un provvedimento che, a nostro parere, tradisce gli stessi principi su cui la selezione si è fondata e i diritti di chi ha seguito le regole sottoponendosi ad un regolare concorso”.