“Ma….. la legge è uguale per tutti?” Lettera aperta

“Ma….. la legge è uguale per tutti”? <<lettera aperta>>

Giuseppe Mascolo

E’ evidente che il gioco delle “tre carte” non è ancora terminato; Come dire: “Cambiano i governi ma il modus operandi resta invariato”.

La proroga del blocco degli scatti di anzianità al personale della scuola per l’anno 2013 è un ulteriore segnale di una situazione paradossale, in netta controtendenza con la valorizzazione dei lavoratori della scuola, che oramai si protrae da troppo tempo e sembra non avere mai fine.

Dopo aver assistito da un lato “all’accordo” con cui sono stati sbloccati gli scatti di anzianità relativi all’anno 2011 e dei quali a tutt’oggi i lavoratori della scuola attendono ancora i benefici, dall’altro le risorse del FIS sono già state destinatarie dell’ennesima sforbiciata.

Insomma i soldi che “daranno”, sono quelli che “hanno” già tolto!

Ovviamente a fronte di tale fare sorgono alcuni legittimi dubbi.

Se per lo sblocco degli scatti di anzianità relativi all’anno 2011, sono diminuite le risorse del FIS, per lo sblocco del 2012 dobbiamo aspettarci un’ulteriore diminuzione?

Volendo azzardare una previsione “piuttosto realistica” e restando con i piedi per terra, potremmo dire che le somme destinate al FIS per il prossimo anno scolastico, saranno ridotte ad un terzo (una bastonata non da poco, considerando che verrebbero meno le risorse economiche per attuare i percorsi atti a conseguire i risultati previsti dal POF).

E per un eventuale sblocco degli scatti di anzianità del 2013, cosa “taglieranno” ancora?

Tenendo conto che si parla di un blocco del rinnovo del ccnl fino al 2014 (come in tutto il pubblico impiego), probabilmente “i soliti noti” stanno mettendo le mani avanti e considerando che come avviene di frequente “le risorse vengono rese disponibili l’anno successivo a quello cui si riferiscono”, eccoci arrivati alle porte del 2014.

Sembrerebbe si stia mirando al rinnovo del ccnl; Magari riusciranno a diminuire anche quelle briciole che di solito danno!

Ma… mica le situazioni balorde sono terminate.

Dov’è finita la necessità di risolvere la problematica dei docenti “fuori ruolo” che sembra essere finita nel dimenticatoio?

E l’introduzione dell’area “C” del personale ATA: Anch’essa è nel cassetto in attesa di poterla tirar fuori in occasione di un futuro rinnovo contrattuale, dando un’ulteriore sforbiciata agli organici!

Per non parlare delle mancate assunzioni in ruolo del personale collaboratore scolastico; Non capiamo la motivazione di tale blocco!

Altra “ciliegina sulla torta” è quella dei supplenti nominati su posti vacanti in organico di diritto, ma trattati come supplenti brevi.

Infatti, a detto personale, viene trattenuta la somma inerente il compenso individuale accessorio o la retribuzione professionale docenti, come se fossero dei supplenti annuali, mentre le assenze per salute, sin dal primo giorno, vengono retribuite al 50%, proprio come ai supplenti brevi.

Inoltre, conseguentemente all’introduzione della normativa che tutti conosciamo come “collegato lavoro”, con la quale è stato previsto che dopo tre contratti a tempo determinato, nel caso della scuola supplenze annuali, il rapporto di lavoro doveva trasformarsi a tempo indeterminato, il Miur “avrebbe dovuto” procedere all’adempimento del dettato normativo.

Tutto questo non è accaduto e i ricorsi sono stati un’infinità con sentenze dei Giudici favorevoli ai lavoratori.

Ma le spese legali le paga il Miur? Oppure vanno ad aggravare la situazione già fin troppo disastrosa del debito pubblico?

E come se non bastasse dopo il ghigno, la beffa; Il Miur adempie a quanto decretato dai Giudici, ma, dall’altra parte, licenzia gli ultimi immessi in ruolo.

Come dire: “Avete ottenuto 100 sentenze a vostro favore? Licenziamo gli ultimi 100 lavoratori immessi in ruolo!

Magari tali lavoratori a seguito della stipula di un contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, hanno assunto impegni economici e adesso per un “errore” del Ministero ne faranno le spese (come di solito accade).

Ma se il dicastero di viale Trastevere avesse applicato la normativa fin dal primo momento, ci saremmo trovati in questa indecorosa situazione?

Insomma, quando finirà la filastrocca che a pagare sono sempre i lavoratori e la legge sarà veramente uguale per tutti? E da quando “chi sbaglia paga” verrà applicato anche agli strapagati vertici ministeriali e governativi?

A proposito: Come mai non si possono ridurre gli stipendi d’oro dei dirigenti, mentre di quelli dei lavoratori se ne può fare “carne da macello”?

E’ evidente una disparità di trattamento sempre più ampia!

E ancora….. come possiamo pensare di valorizzare la professionalità del personale se nelle procedure concorsuali sono previste domande a risposta multipla, proprio come il sistema utilizzato per il conseguimento della patente di guida.

Riteniamo impensabile che “nessuno” (ovviamente di quelli profumatamente remunerati), rifletta sulla via Crucis delle graduatorie e dei corsi abilitanti (o TFA) non pensando minimamente a chi, oramai da oltre un decennio, ha continuato ad investire tempo e soldi con la speranza che dopo aver fatto estenuanti rinunce e sacrifici, sarebbe riuscito ad ottenere un posto di lavoro!

Certo è sconcertante sentirsi dire che “la sicurezza del posto di lavoro non può esistere”, proprio da chi lo ha acquisito il giorno prima!!!!!

Inoltre, dopo aver preso atto della decisione del CDM in merito al sistema di valutazione nazionale del personale docente, ci viene spontaneo chiedere: “Ma a chi sarà affidato il delicato compito di controllare il controllore”?

Perché ci si ostina a non voler vedere la necessità di prevedere investimenti pluriennali da destinare alle scuole, un organico funzionale pluriennale e che non sia un mero rapporto numerico a determinare il personale spettante alle scuole?

E se proprio vogliamo parlare di risparmi, perché continuare con una diminuzione degli organici e non valutare la possibilità di far funzionare le scuole su cinque giorni, come del resto accade in tutti gli altri comparti della P.A.?

Dico “far funzionare” e non “possono funzionare”, poiché è evidente come anche all’interno degli OO.CC. “potrebbero esserci interessi diversi da quelli della scuola pubblica”.

Non credo occorra specificare cosa cambierebbe in caso di funzionamento degli istituti scolastici su cinque giorni, poiché “agli addetti ai lavori” è fin troppo chiaro.

Certo bisogna essere orbi per non vedere che le situazioni sopra descritte non vanno nella direzione della tanto decantata valorizzazione e neppure adeguano il nostro sistema scolastico a quanto richiesto da un mercato del lavoro in continua evoluzione.

Ma del resto non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere!

L’unica conclusione alla quale possiamo giungere è che la situazione della scuola italiana continua ad essere modificata “in peius”.

Per l’Ugl Scuola vale il principio che “la legge è uguale per tutti”, ma probabilmente “a qualcuno” fa comodo aggiungere “per gli amici si interpreta e per i nemici si applica”!!!!!