Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti

Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti

ARAN

Il Rapporto presenta ed analizza gli ultimi dati disponibili sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici e sulla spesa complessiva per le retribuzioni sostenuta dalle pubbliche amministrazioni. Si conferma il quadro complessivo, già messo in luce dai precedenti numeri del Rapporto, caratterizzato da retribuzioni sostanzialmente ferme e perfino in leggera diminuzione (il 2011 fa segnare, su tutto il pubblico impiego, -0,8%). Le prime anticipazioni sui dati 2012 tendono a confermare questo quadro.

Il Rapporto evidenzia inoltre che la spesa complessiva sostenuta dalla pubblica amministrazione per pagare le  etribuzioni (circa 170 miliardi di Euro, pari a poco meno dell’11% del PIL), per la prima volta nel 2011, dopo molti anni di crescita ininterrotta, diminuisce dell’1,6%. Le anticipazioni Istat sul dato 2012 evidenziano un ulteriore significativo calo del 2,3%. La spesa è prevista in diminuzione anche per l’anno 2013.

aran9413

La riduzione della spesa complessiva si deve non solo al blocco delle retribuzioni, ma anche (in misura prevalente) alla diminuzione del numero di occupati nella PA, passati da circa 3,6 milioni nel 2007 a meno di 3,4 milioni nel 2012 (la diminuzione in cinque anni è stata di poco più del 6%).

Gli andamenti registrati sono principalmente il frutto delle misure di contenimento varate negli ultimi anni e, in particolare:

  • dei vincoli sul turn-over e dei provvedimenti di riduzione organici, adottati a più riprese nelle manovre di correzione dei conti pubblici degli ultimi anni e riproposti anche nel più recente D.L. n. 95/2012 (“spending review”);
  • del blocco dei contratti nazionali previsto dal D.L. n. 78/2010;
  • delle altre misure sulla spesa di personale, previste dallo stesso D.L. n. 78/2010, di cui hanno ampiamente dato conto i precedenti numeri del Rapporto semestrale (ad esempio, congelamento risorse per pagare le voci di salario accessorio e loro riduzione proporzionale in base alla diminuzione degli occupati, blocco degli scatti di anzianità per alcune categorie di personale, blocco spese per le missioni).

Dai dati presentati viene la conferma che, in termini macroeconomici, che gli aggregati di finanza pubblica hanno potuto beneficiare di una dinamica negativa.

Questa certezza è importante, sotto il profilo della tenuta dei conti pubblici, in quanto si tratta della grandezza statistica che viene osservata in ambito internazionale e che orienta il giudizio che si forma sui mercati finanziari. I risultati indubbiamente positivi sul piano finanziario vanno tuttavia valutati anche alla luce delle possibili ricadute sull’innovazione organizzativa e sulla modernizzazione del settore pubblico. Vi è infatti il problema di vincoli troppo rigidi e circoscritti che rischiano di ostacolare i processi di innovazione organizzativa, tecnologica e di servizio, necessari per conseguire livelli più elevati di produttività, nonché l’ulteriore problema di riduzioni lineari della spesa che “colpiscono alla cieca” e non si pongono il problema di una migliore allocazione delle risorse.

Il Rapporto non manca di sottolineare come sia necessario “tenere insieme” l’esigenza di una dinamica compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica con la necessità, sempre più avvertita, di avviare percorsi di cambiamento organizzativo presso le amministrazioni pubbliche per migliorare servizi, prestazioni e tempi di risposta ai cittadini ed alle imprese. Sotto questo profilo, arrivano dal Rapporto alcune concrete indicazioni, come quella di introdurre obiettivi differenziati di riduzione del personale, in base a standard nazionali di utilizzo efficiente delle risorse umane. Su quest’ultimo punto, in particolare, viene presentata e discussa una possibile metodologia di determinazione dei “fabbisogni standard di personale” sugli uffici periferici delle amministrazioni statali. Più in generale, il Rapporto rilancia l’esigenza di guidare ed accompagnare il cambiamento organizzativo delle amministrazioni con adeguate politiche nazionali ed opportuni incentivi.