L. Caputo, Coscienza e intersoggettività nella fenomenologia di Husserl

Filosofia oggi e sempre

 di Antonio Stanca

caputoGiovedì 11 Aprile a Lecce, presso l’Università, nel padiglione “Chirico” degli Olivetani, alla presenza del Magnifico Rettore, professore Domenico Laforgia, è stato presentato il recente lavoro di Lidia Caputo, Coscienza e intersoggettività nella fenomenologia di Husserl. E’ comparso nel 2012 nella collana “Inter-sezioni” della casa editrice Pensa Multimedia di Lecce-Brescia (pp. 138, € 18,00).

In apertura il Rettore si è soffermato sulla qualità degli studi svolti nelle diverse Facoltà dell’Ateneo Salentino. Ha messo in evidenza il notevole numero di laureati che si verifica ogni anno e il livello della loro preparazione che è tale da segnalarli anche all’estero. Sono, quindi, intervenuti i relatori, i professori universitari Mario Signore, direttore della suddetta collana “Inter-sezioni”, e Giorgio Rizzo che, presente la Caputo, hanno parlato della sua attività di ricerca svolta negli anni precedenti ed espressa in opere precedenti o mediante la partecipazione a Convegni di studio. La Caputo è docente di Materie Letterarie e Latino nei Licei e di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Leccese. Sempre rigorosamente ordinati sono stati i lavori da lei pubblicati, sostenuti dai riferimenti necessari a rendere chiare, convincenti le loro ragioni, completi delle indicazioni bibliografiche. In quest’ultimo si propone di spiegare alcuni aspetti fondamentali del pensiero di Edmund Husserl, famoso matematico e filosofo austriaco nazionalizzato tedesco che ha fondato la Fenomenologia. E’ nato a Prossuitz, Moravia, nel 1859 ed è morto a Friburgo, Brisgovia, nel 1938. Compiuti gli studi i suoi primi interessi sono stati per la scienze matematiche ma dal 1894 la filosofia è diventata l’unico e il maggiore interesse, E’ stato docente di Filosofia nelle Università di Gottinga (1901-1916) e Friburgo (1916-1928) e pur ritiratosi dall’insegnamento ha continuato ad elaborare, a completare il suo pensiero, il suo sistema filosofico. Ne sono prova alcune opere rimaste incompiute e una gran quantità di manoscritti rimasti inediti e pubblicati postumi. Un sistema in continua formazione si può dire del suo.

Altre volte la Caputo aveva studiato Husserl, altre ricerche aveva condotto nella vastissima produzione del filosofo. Stavolta ha voluto chiarire il significato dei concetti di “coscienza” e “intersoggettività” nella filosofia husserliana. Per far questo ha percorso, nel suo libro, l’intera produzione del filosofo, l’ha citata in continuazione, l’ha confrontata con le opere di filosofi a lui precedenti o contemporanei, ne ha rilevato le affinità e le differenze, nell’ultimo capitolo ha tradotto e commentato alcuni scritti inediti di Husserl. Un lungo e attento lavoro ha svolto e questo le ha permesso di pervenire a delle acquisizioni che si possono dire definitive.

E’ stato il tema sul quale si sono soffermati i due relatori che nei loro interventi hanno detto di quest’ultima opera della Caputo mettendo in evidenza come riesca a dimostrare l’importanza di un pensiero filosofico che è da ritenere unico. In Husserl  ci sono il matematico e il filosofo, l’uomo di scienza e l’uomo di pensiero, il realista e l’idealista e a nessuno dei due elementi vuole egli rinunciare, entrambi vuole far rientrare, comporre in un sistema che diventerà la sua Fenomenologia. Questa vuole che l’uomo trascenda la realtà senza annullarla, la interiorizzi, ne diventi la sua coscienza senza pensare che sia l’unica perché tante ci sono quanti sono gli uomini. E’ un mondo, quello del filosofo, fatto da realtà diverse, una per ogni uomo, una per ogni coscienza ma nessuna rinuncia ad incontrarsi, a ritrovarsi con le altre tramite quegli aspetti del vivere, quelle conoscenze, quelle consuetudini, quei gusti che in luoghi e tempi comuni scopre di avere in comune con esse. Era partito da solo, l’uomo di Husserl, e si è incontrato con gli altri. Ad un nuovo umanesimo tendeva quel pensiero che sembrava solitario, egoistico, ad una nuova vita voleva portare quella filosofia che sembrava trascenderla, intersoggettiva è diventata quella maniera che sembrava soggettiva.

Unico si rivela Husserl per questa concezione poiché non rinuncia essa a niente, né all’oggettivismo, al realismo di derivazione positivista che in quel momento si volevano combattere né all’idealismo, allo spiritualismo che andavano sorgendo. Tutto comprende, costruisce, trasforma e per questo diventa tanto importante da influenzare molti altri pensatori e sistemi filosofici venuti dopo. Tramite suoi allievi la filosofia di Husserl sarebbe giunta in America e si sarebbe affermata e che ancora oggi si tratti, si scriva di lui è una prova della sua validità e del bisogno sempre avvertito dall’uomo di conoscere, sapere, interrogarsi sul significato della sua e delle altre vite, del tempo, dello spazio e di tutto quanto gli è dato vivere, è il segno che più di ogni altra quella filosofica è stata e sarà la cultura a lui più vicina.

In conclusione la Caputo ha ripreso quanto detto dai relatori, lo ha ripercorso brevemente, ha aggiunto ulteriori chiarimenti fino a ringraziare il pubblico della partecipazione e dell’interesse dimostrati.

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