Non ci mette emozioni…

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Non ci mette emozioni…

di Adriana Rumbolo 

Spesso i colloqui fra genitori e insegnanti sono intervallati da :se ci mettesse più attenzione;se ci mettesse più impegno ; se ci mettesse più volontà….mai, mai   se  ci mettessero le loro emozioni.

Non ci può essere apprendimento senza emozioni,  ha sentenziato Boncinelli!

.A volte mentre si parla dei risultati di uno studente per  insufficienza essenziale  cioè incomprensibile,  non si riflette che stiamo dando un giudizio su  un soggetto che non è stato messo in condizione di lavorare , di apprendere,    perché   come ha messo il piede a scuola  è scattato il silenziatore all’importantissima e indispensabile partecipazione  del suo cervello emotivo .

Facciamo qualche semplicissimo  esempio ribadendo sempre che , perchè ci sia apprendimento, è necessario ci sia  comunicazione  che può essere più o meno intensa .quindi, iucunde repetita iuvant,  l’apprendimento è direttamente proporzionale al coinvolgimento  emotivo.

Ammettendo  la diversità  biologica,  le risposte dei ragazzi saranno varie usufruendo così  dell’interscambiabilità che avverrà spontaneamente.

Una meraviglia!

Ho scritto in un articolo  qualche anno fa  “Il cervello nella scuola”:”Ai ragazzi è stata descritta la neocorteccia come un casco, termine a loro familiare,  che avvolge il cervello con numerose e profonde pieghe ed ha oltre tante funzioni importantissime anche il compito meraviglioso :raccogliere tutte le nostre conoscenze, le nostre esperienze

.Però il cervello non può fissare tutti i dati che gli arrivano, sono troppi.

La memoria allora a seconda della qualità  e della quantità emotiva del dato in corso, tratterrà il ricordo per una manciata di secondi (memoria sensoriale) o per una ventina di minuti  (memoria breve) o per tutta la vita (memoria  a  lungo termine ):in questo  modo si formerà il nostro sapere..

L’organo che esercita queste due funzioni è l’ippocampo il quale ha il compito di creare una rappresentazione del contesto contenente i rapporti tra l’evento esterno e la risposta emozionale.

Il sillogismo è ovvio: senza emozioni e memoria non ci può essere apprendimento .sembra  semplice ,ma i programmi scolastici  o chi li prepara non vuol tenerne conto.

Perché ? Non  lo so!!!

Ed  eccoci  all’amigdala , archivio della memoria emozionale, che ai ragazzi piacque molto conoscerla e sapere che l’aveva scoperta il grande neuroscenziato  J.LeDoux.

Il percorso diretto talamo-amigdala comporta un’elaborazione veloce, ma imprecisa, che consente di rispondere a stimoli potenzialmente pericolosi, prima di sapere esattamente che cosa siano.

Il percorso talamo-precorteccia-amigdala consente, invece, una risposta emotiva mediata dalla razionalità ( la famosa tappa valutativa)perché vengono codificati i particolari degli stimoli provenienti dal talamo, per creare una rappresentazione dettagliata e accurata che consente una valutazione ed una risposta emotiva più ponderata rispetto al percorso talamo-amigdala.

Quindi, se l’intervento immediato dell’amigdala è utile nelle situazioni pericolose, l’intervento della precorteccia  impedisce all’amigdala di scatenare emozioni dannose, come la rabbia o l’aggressività spropositate.

Le emozioni non nascono solo come risposta ad un evento che stiamo vivendo, ma anche come risposta ad un ricordo emotivamente carico oppure ad un contesto legato a uno stimolo particolare

Si spera che prima o poi  nel percorso di crescita di un soggetto  ,in cui  l’apprendimento è intenso e continuo si tenga presente il ruolo fondamentale delle emozioni.