Conclusioni sulla dimensione sociale dell’istruzione universitaria

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
Uff. II

Unione Europea. Consiglio dei Ministri “Istruzione”
Bruxelles 16-17 maggio 2013

Il Consiglio Istruzione del 17 maggio 2013, al quale per l’Italia ha partecipato il Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza, si è aperto con l’adozione delle

Conclusioni sulla dimensione sociale dell’istruzione universitaria

Il documento affronta la problematica di un numero insufficiente di giovani europei in possesso di un diploma di laurea nonostante gli ambiziosi obiettivi stabiliti al riguardo dalla Strategia Europa 2020. Come evidenziato dalla Commissaria Vassiliou infatti, l’Unione ha bisogno di una massa critica di laureati per crescere ed essere socialmente stabile, ed è quindi necessario fare un ulteriore sforzo per evitare che ragioni di natura economica e sociale portino a esclusioni dal percorso formativo completo oggi necessario per ogni giovane, concentrandosi sulla identificazione di modalità di insegnamento terziario più flessibili per migliorare il tasso di riuscita negli studi universitari da parte dei nostri studenti.
Una crescita sostenibile e il recupero economico europeo passano attraverso lo sviluppo delle competenze di alto livello dei suoi cittadini, che giocano un ruolo importante per la competitività e l’occupabilità; allo stesso tempo occorre promuovere lo sviluppo professionale di studenti e laureati e stimolare la solidarietà sociale e l’impegno civico.
A tal fine vengono individuate alcune linee strategiche da perseguire a livello europeo:
a) promuovere una mappatura delle politiche di accesso e di dispersione che tenga conto sia delle specificità nazionali, che dei fattori strutturali (personali, socioculturali e socioeconomici) che influiscono sul dropout e sul completamento degli studi;
b) proseguire il lavoro congiunto con Eurostat sullo studio di fattibilità per migliorare la metodologia di raccolta di dati amministrativi sulla durata degli studi e il livello di completamento degli studi nella istruzione superiore;
c) sviluppare uno studio sull’influenza di differenti modelli di finanziamento, o condivisione di costi sulla efficacia, efficienza ed equità della HE in base agli impegni scaturiti dall’Agenda per la modernizzazione della HE (2011).
Gli Stati membri, con il supporto della Commissione, sono stati invitati a rafforzare le sinergie tra cooperazione comunitaria e il Processo di Bologna, anche attraverso un migliore
utilizzo delle risorse finanziarie, in primis quelle derivanti dai Programmi europei (per il futuro “Erasmus for All”) e a proseguire il lavoro sulla dimensione sociale della HE attraverso il metodo aperto di coordinamento e la collaborazione tra Paesi (peer learning).
Specifico rilievo è dato alle opportunità finanziarie offerte dalla “Youth Employment Initiative” a favore dei gruppi di giovani al di sotto dei 25 anni svantaggiati o disoccupati, per consentire loro di acquisire competenze specifiche finalizzate alla occupabilità.
Durante il Consiglio si è svolto anche un dibattito pubblico sul legame tra una professione insegnante di alta qualità e il raggiungimento di migliori risultati nell’apprendimento. Nell’introdurre il dibattito la Commissaria Vassiliou ha evidenziato come senza docenti adeguatamente motivati non si possono raggiungere gli obiettivi stabiliti in ambito istruzione dalla strategia Europa 2020 e come sarebbe opportuno iniziare a offrire attenzione alla professione insegnante fin dal momento della formazione concentrandosi sulla figura del “teacher educators”.
Da parte italiana il Ministro Maria Chiara Carrozza ha ricordato come il nuovo Governo nell’intento di concentrare ogni sua energia sulla lotta alla disoccupazione giovanile, cercherà di sintonizzare le iniziative di formazione dei docenti con i percorsi che favoriscono l’occupazione giovanile concentrandosi su apprendistato e formazione sul campo. Il Ministro nel suo intervento ha ripreso temi quali la necessità di insistere sulla valutazione della qualità dell’insegnamento più che del singolo docente, auspicando che sul tema venga promosso un confronto aperto con le associazioni sindacali e con quelle dei parenti degli alunni