Classi pollaio e diritto al sostegno

Classi pollaio e diritto al sostegno: la Commissione Istruzione del Senato approva la risoluzione del Movimento 5 Stelle che impegna il Governo a ridurre il numero di alunni per classe e ad assegnare i docenti di sostegno senza vincoli numerici.

 

Anief-Confedir: accolte le nostre denunce, ora si operi per un impianto normativo adeguato a garantire sicurezza nelle aule e supporto adeguato agli alunni con problemi di apprendimento certificati. In caso contrario, il sindacato invita i gruppi di lavoro di Gliss e Glh a sollecitare le famiglie perché non si facciano privare di un diritto fondamentale per la crescita e l’integrazione dei ragazzi con disabilità.

 

Finalmente dai banchi del Parlamento giungono segnali importanti per riportare il numero degli alunni per classe ad una quantità ragionevole e permettere di nominare i docenti di sostegno prescindendo dagli irrazionali “tetti” imposti dall’amministrazione scolastica: la VII Commissione del Senato ha infatti approvato una mozione, primo firmatario il sen. Fabrizio Bocchino (M5S), attraverso la quale viene indicato all’Esecutivo di “introdurre modifiche alla normativa vigente volte al ridimensionamento del numero massimo di alunni per classe, con particolare riguardo alle disposizioni relative alla formazione delle classi negli istituti secondari di secondo grado”.

 

Nella stessa mozione viene anche indicato al Governo di “adottare le più opportune iniziative, volte a dare concretezza a quanto già previsto per l’assegnazione degli insegnanti di sostegno agli alunni diversamente abili, svincolando tale assegnazione da logiche puramente numeriche e di contenimento della spesa al fine di garantire la piena promozione dei bisogni di cura, di istruzione e di partecipazione alle normali e quotidiane fasi di vita”.

 

Secondo Anief-Confedir questa mozione rappresenta un primo importante passo per rivedere alcuni dei parametri, contrassegnati da mere esigenze di bilancio, introdotti durante il mandato Gelmini e che hanno condotto molte delle nostre scuole verso un’involuzione qualitativa della loro offerta formativa. Oltre che verso il sistematico calpestamento del diritto all’istruzione, peraltro costituzionalmente protetto.

 

Già da diverso tempo, il sindacato si è espresso favorevolmente verso la mozione presentata e approvata in Senato il 30 luglio: la sua approvazione impegna ora il Governo a predisporre una nuova normativa che metta freno alla pratica adottata negli ultimi anni dagli uffici scolastici di creare delle classi con un sempre più alto numero di alunni. Mettendo, in tal modo, a serio rischio l’inidoneità delle stesse a contenere gli alunni in condizioni di sicurezza, integrazione e regolare apprendimento.

 

Anief-Confedir solo 20 giorni fa aveva denunciato che queste condizioni non sono più dei casi sporadici, come sostengono dal Miur. Quelli che erano nati, durante la gestione Gelmini, come limiti numerici da adottare in casi eccezionali, sono purtroppo diventati la norma: nella scuola d’infanzia si è passati da 28 a 29 alunni, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe. Con “punte” di prime classi, in particolare alle superiori, come il caso delle Marche di qualche settimana fa, composte anche da 37 alunni. Dimenticando che, prima di tutto per motivi di sicurezza, la normativa vigente prevede che in un’aula non possono essere presenti più di 26 individui, compresi gli insegnanti e l’eventuale ulteriore personale a qualunque titolo presente. E che, in presenza di alunni disabili, il numero del gruppo-classe dovrebbe essere al massimo di 20, al fine di facilitare i processi di integrazione  e di inclusione.

 

La mozione approvata in Senato – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – rappresenta quindi un documento condiviso davvero importante. Perché finalmente, tra i vari argomenti affrontati, segnala con chiarezza al Governo l’alto disagio che tantissimi studenti, docenti e addetti scolastici sono costretti a vivere all’interno delle scuole. Mettendo a rischio la loro sicurezza e il diritto ad uno studio in ambienti adeguati”.

 

La mozione, inoltre, sensibilizza il Governo e predisporre una nuova normativa per la formazione dell’organico di sostegno, facendo riferimento alla sentenza n. 80 del 26 febbraio 2010 con cui la Corte Costituzionale ha eliminato dall’ordinamento le disposizioni limitative contenute nell’art. 2, commi 413 e 414 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che fissavano rigidamente un limite al numero degli insegnanti di sostegno. Ma quella sentenza “faro”, che ha spazzato via la possibilità di assumere con contratti a tempo determinato altri insegnanti, in deroga al rapporto docenti–alunni, pur se in presenza di alunni portatori di disabilità gravi, sino ad oggi non ha avuto applicazione pratica.

 

Su questo versante – ricorda Pacifico – la mozione approvata al Senato è provvidenziale. Perché i nostri governanti non potranno più non tenerne conto. Ma la guardia deve rimanere alta. Basta riflettere su quanto accaduto di recente, quando il nostro sindacato ha denunciato che dal prossimo anno scolastico un’interpretazione parziale della normativa sui BES, fornita dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, avrebbe voluto assegnare gli insegnanti di sostegno specializzati solo gli alunni disabili gravi. Le nostre pressioni hanno inoltre convinto il Miur a confermare l’organico di sostegno esistente e a concedere ulteriori posti di sostegno in presenza di ulteriori casi certificati”.

 

La mozione approvata in VII Commissione al Senato, dunque, deve essere un primo passo verso l’ottenimento di misure normative che garantiscano la salvaguardia di due punti fermi di un sistema scolastico moderno: da un lato, la sicurezza di chi vive e opera negli edifici scolastici; dall’altro, il rispetto della volontà espressa dall’equipe medica, psicopedagogica e, a seguire, dai gruppi di lavoro interni agli istituti, Gliss e Glh, istituiti proprio per garantire l’adeguato apprendimento scolastico di tutti gli alunni disabili certificati.

 

Anief-Confedir torna a sollecitare coloro che fanno parte dei gruppi di lavoro e che operano a favore degli alunni con disabilità certificata a sollecitare le famiglie di tali ragazzi perché non si facciano privare di un diritto fondamentale per la loro adeguata crescita e integrazione: quando le ore assegnate dalla struttura sanitaria si discostano dall’entità prefissata, non occorre rassegnarsi e subire questo abuso. Tutti coloro che sono interessati ad avere adeguato supporto possono scrivere a sostegno@anief.net e segnalare i casi di mancato rispetto della normativa in vigore.