La digitalizzazione della scuola e la rivoluzione dell’editoria

da Repubblica.it

La digitalizzazione della scuola e la rivoluzione dell’editoria

Entro il 2014 tutti i testi dovranno essere disponibili anche in versione digitale, ma gli editori non sono ancora pronti. Una nicchia di mercato aperta a imprenditori e start up: “E’ un segmento che vale ancora l’1%, ma cambierà tutto in fretta” dice Roberto Murgia, fondatore di Scuolabook 

di GIULIANO BALESTRERI

MILANO – Lanciare un start up nel mondo dell’editoria sembra più azzardo che un investimento, eppure nonostante le difficoltà alcuni settori del mercato sono in pieno fermento. A cominciare dall’editoria scolastica che ha avuto un impulso fortissimo dai decreti sulla digitalizzazione della scuola che – al netto di cambi dell’ultima ora – dovrà essere completata su scala nazionale entro il primo settembre 2014, dalle elementari al liceo. “Noi siamo partiti nel 2009 con il decreto Gelmini che lanciava l’ebook per le scuole: c’era il decreto, ma non c’erano gli editori. Nessuno era pronto per il passaggio al digitale” racconta Roberto Murgia, amministratore delegato di Scuolabook che ha creato “un’ecosistema per gli editori” portando tutti i testi degli editori che hanno aderito al progetto in formato digitale.
Un business ancora piccolo, ma a ritmi di crescita altissimi. Il fatturato è passato in pochi anni da 1,5 a 6,5 milioni di euro in mercato – quello dell’editoria scolastica – che vale circa 700 milioni di euro e senza – per il momento – competitor: “E’ ancora una nicchia perché il digitale vale l’1% dell’intero mercato, ma cambierà tutto grazie anche agli investimenti dello Stato” che per il 2013 ha messo sul piatto quasi 40 milioni di euro necessari anche per l’acquisti delle attrezzature: dalle lavagne digitali ai tablet. “E poi – continua Murgia – non è mercato attraente per big del settore come Amazon o Apple, perché serve una profonda conoscenza del paese. Bisogna tenere i contatti gli insegnati e seguire tutto il processo del libro. Non è una semplice vendite, ma c’è anche l’assistenza. Anche per questo noi abbiamo un accordo di revenue share con gli editori. Noi teniamo circa il 15%”.
Certo non tutti sono entusiasti della digitalizzazione della scuola, anche perché si tratta di una vera e propria rivoluzione: basti pensare che quasi nessuno degli editori si è attrezzato autonomamente per la transizione. “Quando abbiamo capito la situazione ci siamo lanciati. Per adesso abbiamo avuto ragione, ma credo – prosegue l’imprenditore – che le critiche siano sbagliate. La digitalizzazione della scuola è al passo con i tempi, permette agli studenti partecipare più attivamente. Di condividere note, appunti, di aver più dialogo con gli insegnanti. In questo modo il libro diventa liquido: si evolve, si arricchisce del contributo di studenti e insegnanti”. Per il momento la risposta è positiva perché l’applicazione è già stata scaricata oltre 260mila volte.

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