A. Ingria Lo Piccolo, La Palermo dei Florio

Temi e pretesti per parlare della “mia” Palermo rimasta come quella dei Florio,… degli anni 70 e 80…!

di Gianfranco Purpi

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Spunto di questi mie presupposti di discussione e di notazioni storiche e poetiche , è il seguente libro:
– Ingria Anna Maria Lo Piccolo : “LA PALERMO DEI FLORIO” (Herbita Editore , 1993) .
lo_piccoloIl Libro in questione (anche per questo assolutamente valoriale) proietta il lettore,attraverso tanto suggestivi quanto storiograficamente attendibili scenari e paesaggi,oltre le spire del post/moderno,quotidiano,alla ricerca del tempo perduto e di sapori e colori che ancora oggi,chi ne ha fame,può cercare e riscoprire…

…Proprio come chi legge questo libro e proprio come ha “sognato” (immagino…) l’Autrice che lo ha scritto…

…E,con letture come queste, si riesce persino a riassaporare il tenue e sottile,ma sempre esteticamente ed emozionalmente ammaliante,ricordo di notti di mezza estate,quando i valori erano comunque peculiari della persona umana cristianamente fondata e…laddove si riusciva persino a sognare la sera,con un libro in mano e con a fianco lo sfondo di un lungomare “coinvolgente”,tutte le stelle dell’universo…

…Come “figli delle stelle”…

…Come quando …per miracolo… la “ragion pura” kantiana si lasciava intimidire e dolcemente sopraffare dall’ermeneutica folgorante di quell’intuizione della totalità storica (nell’alveo delle “teleologie” belle e care di un intuizionismo tutto bergsoniano…)…entro il lembo di un “pezzo” di quella Palermo dei Florio e,peraltro,di tutti i “figli delle stelle” che in quel paesaggio di autenticità siciliana rinvenivano la sorgente autenticante delle loro virtualità profonde,dinamiche,all’insegna della creatività che … i razionalismi tecnologici di oggi hanno “omologato” sul piano della fredda “ottimizzazione delle risorse””” (… nell’orizzonte teleologico gelido e cinico della pianificazione curricolare…all’insegna dell’efficientismo aziendalistico più riverente ai “giochi linguistici” dei costi,dei ricavi e dei risultati in termini di servizi e di comportamenti osservabili/misurabili/sperimentabili…)…

…Così,il lettore si ritrova (…per una di quelle magie catartiche e transferiali che solo la vera teoreticità artistica romanzata riesce a trasporre sul piano della fabulistica esistenziale)…stordito dal volo inebriante del tempo e dello spazio che sono stati recuperati e rappresentati nel bel mezzo di una temporalizzazione estatica da brivido…

…Ci si ritrova (…leggendo di un fiato le pagine di questo meraviglioso libro!)…in quelle strade affollate e pullulanti di personaggi sempre fecondamente autentici che fanno tutt’uno con l’incommensurabile platea “sistemica” del “popolo” palermitano caleidoscopio del “tempo dei Florio”…

…Si rivedono,con schizzi e pennellate tanto audaci quanto fenomenologicamente valoriali di intenso colore graffiante,…tutti gli “stereotipi” di quella Palermo/dei/Florio,nella loro complessità sociologica,nella loro problematica composizione conviviale e nella sempre loro caustica e tormentata nomenclatura di umori ed amori,di ragioni e di fedi,di passioni e temperanze,di economie sommerse e di lotta per la sopravvivenza,di smaglianti generosità e di sentimenti ed emozioni spinosi come le piante di “ficodindia”,di un rigoglìo comunque irrefrenabile di sogni e di futuro all’insegna della costante ricerca di una antropologica “esigenza di assoluta intellegibilità”…

…Questi uomini e questi paesaggi d’altri tempi salgono così maestosi e oltremodo caricaturali sul palcoscenico di una Storia che…non è quella dei medaglioni di Papi, Principi e Generali vittoriosi (…o perdenti); …ma che è proprio lo schermo proiettore dei genomi delle nostre anime e delle nostre storie e geografie “generative” di Sua Maestà l’Antropologia Filosofica,come risultante “in itinere” esistenziale anche … “mamma cara” di una civiltà quotidiana in cui la secolarizzazione di costumi,valori ed ideologie la fanno ancora a botte con le “debolezze etiche” e con il conseguente “relativismo soggettivistico” assoluto delle pulsionalità vitalistiche sfrenate del Post Moderno neo/globalizzato!

…Ciò…che è saggio non chiamare Antropologia Filosofica…per paura…di “sconfinare” in quel mondo accademico di “falchi intellettuali” che segnavano,ieri,ma anche oggi,lo spartiacque del destino culturale delle identità di formazione di tutti gli uomini di Buona Volontà…;…che,all’inizio della Vita,sono davvero tutti gli “erga omnes” che fiatano e piangono ignari…;…e che poi,spesso (da bambini),si ritrovano vittime di quella “scissione” della Ragione grazie a cui soltanto possono affermarsi le avidità dei poteri,delle violenze,delle ignoranze,delle alienazioni e dei feticismi mistificatori… dei “mostri” del Nostro Tempo -“mostri” che,con vestito più colorato e con atteggiamenti di apparente maggiore empatia solidaristica, c’erano anche al “tempo dei Florio”…

… Questi uomini e questi personaggi ,per magia audace,si trasfigurano “tutti”,trasfigurano “tutto”; …e si mettono a “sedere” …(attraverso le sintassi di una corroborante “pragmatica della linguistica”… che è tipica dell’invenzione narrativa del libro ed anche…della realtà storica che viene raccontata) …nel circolo comunicazionale e di ricerca ipotetica dell’universalizzazione etico/filosofica … attraverso simboli e metafore di eccezionale portata totalizzante di coesione e di crescita comunitarie,a carattere assolutamente “transidisciplinari” e di magica “traducibilità” dei linguaggi di relazione…

…Esempi vibranti di questo “copione” di prassi epocale?…Il “festino” tuonante di Santa Rosalia che si “affratella” anche …ai rombi della “targa Florio” …che “incarnano” la sintesi trascendentale invincibile di stile liberty anglosassone da tecnologia nascente,…da modernità pucciniana,…da motori di frenesia borghese vincente,…da cittadinanza urbanistica da metropoli anonimizzante,…da natura agreste montana madonita ,…e da ogni “quant’altro” di “statu nascenti” novecentesco, …con la voglia tutta popolare e nobiliare,allo stesso tempo,di “azzannare” (affamati) sfincioni e panelle,… a simbolo del bramante appetito di tutti di soffiare il proprio fiato/di/vita/rampante su ogni proprietà che “nobilita” (…sempre ispirati dalla voglia di “possesso” a tutti i costi … di ogni “cosa” e “persona” con già feticistica medesimezza e con le connotazioni di un tribale significato dell’”onore” …); …ed anche per la fame irresistibile di immaginazione creativa (vero e proprio “spostamento” oggettuale di libido…) suscitata da quei paesaggi metropolitani e montani da presepio vivente (…dall’intrinseca voglia di volersi bene “per un qualche interesse” … che purtuttavia si riconosce aporeticamente anche nella pulsionalità vitalistica “profonda” di un “vogliamoci bene” …che non si baratta con niente…)…

…Anche il Parco della Favorita sale alla ribalta quale Eden che si pone terreno mondano “per/tutti” …con le sue folle strabilianti e sempre mimetizzate nel verde luccicante della macchia tipica mediterranea che fa da scrigno … ai colori unici arancioni di quei tramonti che si “stampano” sulla roccia del Monte Pellegrino come tanti dolci di giornata (…che nemmeno gli occhi più frettolosi possono stemperare facilmente nell’immediatezza di una dispersiva percezione visiva …)…

…E,così,salgono sul palco di questo affascinante teatro narrativo anche … il vocìo ed il fruscìo tanto popolari e populistici (…quanto aristocratici d’intenti e di prevaricazioni solidaristiche tutti “a modo loro” … e per “cose nostre”…) dei personaggi caricaturali dei vicoli storici e dei palazzi ottocenteschi da baronaggio fluido e incorniciante anche…”altro da sé”…(con il grugno furbesco del Gattopardo)…

…E,così,prendono corpo i “prodomi” storici e dialettici … di una borghesia urbana strisciante che è sin dalla nascita tanto piccola quanto rampante;… e di una lunga linea grigia di “campieri” …che cercano inesorabilmente (…anche se lentamente!)… di impattare e surrogare i poteri e gli averi dei signorotti di campagna (con il loro sfondo di “lati/fondo”) …per poi andare ad “affollare” prepotentemente la “torre di babele” della città…

…Insomma,il libro in questione ci fa ritrovare,quasi per una di quelle magie da “tempo perduto”, le storie di una Palermo che stringeva in intrigante ed aporetica …(ma realissima) …”ricomposizione dialettica” hegeliana,i molteplici eterogenei e complessi “””dati storici di riferimento al reale”””… quali “modi d’essere” di un Logos e di uno Spirito Assoluto che l’Autrice sembra rinvenire persino sulle palme che fanno da ombra ad un mare turchino risaltante quale “specchio” dell ‘ interiorità di tutti i suoi personaggi…

…Di quei “figli delle stelle” …(che forse ancora oggi,nell’elegìa mnemonica della dolcezza nostalgica straripante e …nell’estasi rappresentativa di una temporalizzazione per forza di cose mistica;…nel ricordo di chi ama e vive la Storia di ciascuno e di tutti…come se fosse sempre quella Sua…)… riescono ad “esserci” anche “oltre” e “lontano”…da quella Palermo/dei/Florio…

…Entro l’alveo di un “attualismo” neo/idealistico (… di un’immanenza sempre da “sirena”) anche come …”misticismo” e come “psicosi dialettica”; …e come voglia irresistibile mistificante di dire agli altri ed al proprio Io “singolarizzante” ..che questo stesso misticismo non conosce né tempo,né spazio e né scienza descrittiva…perché ci fa abbracciare gli “erga omnes” ed il loro Tempo …come se “ieri” o “l’altro ieri”… fossero sempre “oggi” (…in un’Acropoli “ambulante” di filosofia aristotelica “mai superata”…),sempre in ragione dell’Uno che si “ripartisce” solo per finzione mentale nella determinatezza della “distinzione” e nei “ modi di essere” di tutte le persone ed i fatti di questo mondo…

…Ma noi …(da saggi amanti del “personalismo critico”)…sappiamo che … “non è così”; ..e che quella Palermo/dei/Florio…l’Autrice (crediamo di intuire…)…l’abbia voluta raccontare “così” …anche e soprattutto (con impareggiabile acume esteticamente dialettico e di “paidetica” descrittività artisticamente incommensurabile) per “disincantarci” (…dopo averci fatto sognare il Tutto Immanente) e quindi …per fini assolutamente “pedagogici”; id est…di Filosofia in quanto,prima di tutto ed oltre tutto,Filosofia delle Scienze che rinviene nella “pedagogicità” la valenza generativa linguistico/teoretica di ogni proprio costrutto enunciativo di “Teoria/generale/del/divenire”…

…Per suggerirci e sollecitarci -essa Autrice- con garbo e sagacia artistica inimitabile (…nello stesso tempo e per lo stesso motivo)…la tensione alla ricerca storiografica (ma prima di tutto storica e storicistica…)…sempre scientificamente criteriata e sperimentalmente condotta (…e filosoficamente fondata, pedagogicamente prospettata e storicisticamente “limata” da quel pizzico di “ermeneutica” che ci vuole … “quando ci vuole” e “per quanto ci vuole”;…per la genesi di ogni “ipotesi” di questo mondo e di questo “esserci/nel/mondo”…)…

…Al postutto,per suggerirci e sollecitarci una sempre indelebile e tangibile nostra “filosofia della prassi”… sia nella prospettiva teoretica dei saggi accademici, … che nell’antropologia di “vulgata” (…di senso comune!)… di uno Storicismo Assoluto comunque poliedricamente gramsciano,laico/laicista ed,al limite,criticistico… (dunque,con la Praxis e la Teoria di una dialettica della “compenetrazione intersoggettiva” esistenzialistica,comunque ”assieme”,”vive”,”convergenti” e “divergenti”,”ristrutturanti”,”personalizzate” e personalizzanti”,sempre “ulteriori/eccedenti” i condizionamenti storico/esistenziali e naturali dell’Hic et Nunc;… e,quindi, … da “personalismo storico” e “critico”,nello stesso tempo e per lo stesso motivo!)…

…Il nostro maestro Mario Manno forse potrebbe convenire…