LAVORATORI PRECARI: CHI È IL SINDACATO VERAMENTE RAPPRESENTATIVO?

MILANO – USB DIFENDE I LAVORATORI PRECARI: CHI È IL SINDACATO VERAMENTE RAPPRESENTATIVO?

In questi primi giorni di settembre, USB Scuola sosteneva i lavoratori di fronte alle irregolarità riscontrate in alcune operazioni di nomina, mentre altri sindacati le avallavano e – evidenti campioni della democrazia e della rappresentanza sindacale – negavano il 2 e il 4 settembre scorso alla delegata dell’USB la possibilità di prendere parte agli incontri tra il provveditorato e le Organizzazioni Sindacali.

Dopo una diffida e aver richiesto un incontro con il provveditore, USB Scuola Milano ha sostenuto le proteste dei docenti precari della classe A037 (filosofia e storia) i quali legittimamente chiedevano una nuova convocazione delle nomine per la propria graduatoria. Era stato permesso, infatti, nel corso della prima convocazione, di “spezzettare” le disponibilità, pur essendo presenti diverse cattedre intere di 18 ore, favorendo in questo modo la scelta di pochi con il risultato che le ore residue (inferiori alle sei ore) sarebbero tornate nella gestione diretta dei Dirigenti Scolastici e a disposizione dei colleghi di ruolo per ore eccedenti di straordinario.

La pratica della frammentazione degli spezzoni per giungere al completamento di cattedra, in presenza di cattedre intere, inaugurata quest’anno in alcune classi di concorso e in particolar modo nella classe di concorso A037, è in contraddizione con le norme riportate nel Regolamento delle supplenze. USB ha ottenuto, insieme ai lavoratori in lotta, la riconvocazione delle procedure di nomina facendo in modo che all’efficienza e alla velocità, tanto care al dott. De Sanctis dell’Ufficio Scolastico Regionale, si abbinasse la massima trasparenza e la tutela dei diritti di tutti i lavoratori nonché il rispetto della normativa in vigore.

Invitiamo tutti alla massima attenzione oggi e in futuro rispetto al tema del frazionamento degli spezzoni orari, previsto per il completamento di una cattedra ma non consentito in presenza di cattedre intere, perché tale pratica comporta una forte riduzione delle disponibilità orarie e, quindi, della possibilità di lavorare per i docenti precari.

Ernesta Bevar