Studenti in piazza, i politici d’accordo: siamo consapevoli dell’emergenza

da Tecnica della Scuola

Studenti in piazza, i politici d’accordo: siamo consapevoli dell’emergenza
di A.G.
Il ministro Carrozza: se protestano civilmente pronta ad accoglierli. Cuperlo (Pd): fanno bene a tenere sveglia l’opinione pubblica su una questione che riguarda il futuro dell’Italia. Vendola (Sel): con loro avrebbero dovuto manifestare le classi dirigenti del Paese.
I politici solidarizzano con gli studenti scesi in piazza in grande numero l’11 maggio a difesa della scuola pubblica. Ad iniziare dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che attraverso un tweet ha scritto “Faccio appello agli studenti perché manifestino pacificamente a Milano e in altre città, li ascolteremo di più”.
Meno stringato è stato Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito: “Oggi ci sono studenti in piazza in tutta Italia. In 80 città italiane migliaia di ragazze e ragazzi manifestano contro il degrado della scuola pubblica italiana. Si tratta di un segnale importante per tenere sveglia l’opinione pubblica del nostro paese su una questione che riguarda il futuro dell’Italia. Senza scuola pubblica per molti ragazzi non c’è domani. Ecco perchè penso che loro siano i migliori alleati del Partito Democratico nella battaglia per la centralità del diritto allo studio e della conoscenza”. Cuperlo ha detto che “anche il governo” dovrebbe avere “la consapevolezza di questa emergenza”, tanto che “attraverso prime misure” ha già compiuto “un passo giusto. Penso che sia importante, in una interlocuzione con questo movimento, lavorare per camminare tutti insieme”, ha concluso l’esponente Pd.
Anche Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, ha scelto twitter per dire la sua sulla giornata di mobilitazione studentesca: “Dopo i dati Ocse di qualche giorno fa, un grazie alle ragazze e ai ragazzi scesi in piazza oggi. In Italia non dovrebbero scendere in piazza solo gli studenti. Dovrebbero essere le classi dirigenti di questo Paese a porsi per primi il problema del futuro del Paese. Che passa dalla scuola, dalla ricerca, dall’università. Cosa che non fanno”, ha concluso Vendola.
Rimane solo da capire perché a tanta unanimità di intenti, nell’aiutare gli alunni, non corrisponda poi l’approvazione di leggi che supportino l’azione di orientamento e sostegno formativo degli stessi allievi.