Materiale didattico digitale, slitta l’Iva al 4 %

da Corriere della Sera

DECRETO CARROZZA

Materiale didattico digitale, slitta l’Iva al 4 %

Ritirati gli emendamenti per l’estensione delle agevolazioni fiscali a tutti i supporti elettronici culturali . Prima tocca al ministero delle Finanze verificare che possano rientrare nei conti di bilancio

Valentina Santarpia

Slitta il via libera all’Iva al 4% per il materiale didattico digitale. Gli emendamenti al decreto scuola presentati in Commissione cultura alla Camera, che chiedevano l’estensione di un’Iva agevolata anche per tutti i supporti elettronici didattici, sono stati ritirati. Ma solo in attesa delle verifiche da parte del ministero delle Finanze e dell’Economia, che sta valutando se la modifica normativa possa tornare negli strettissimi conti del bilancio dello Stato. «Ripresenteremo l’emendamento in Aula e abbiamo fiducia che il governo ci appoggi», conferma una delle firmatarie, la deputata Simona Flavia Malpezzi, del Pd. La speranza di tutti i partiti, che sulla questione si sono ritrovati d’accordo, è che avvenga quanto già successo in estate, quando l’innalzamento dell’Iva dal 4 al 21% per i cd e i supporti allegati ai libri, che sarebbe dovuto scattare a gennaio 2014 in base al decreto ecobonus, è stato bloccato in zona Cesarini.

«OPERE DIGITALI CULTURALI» – Complice una lettera accorata del presidente dell’Associazione italiana editori, Marco Polillo, al premier Enrico Letta , qualche giorno prima dell’approvazione definitiva del decreto da parte del Parlamento, è stato cassato infatti l’aumento dell’Iva sulle «opere culturali (contenuti digitali, musica, audiovisivi) veicolate in abbinamento alle pubblicazioni librarie e periodiche», mantenendola al 4%. La commissione cultura ora punta a far sì che anche tutte quelle opere digitali considerate strumenti didattici, ma che non sono allegate a libri di testo, possano usufruire dello stesso trattamento di favore. L’idea che guida la proposta è rendere coerente la tassazione con quanto prevede il decreto scuola, ovvero la possibilità per i docenti di scegliere autonomamente se usare materiale tradizionale, cioè cartaceo, o innovativo, quindi in formato digitale. «Non si dica che siamo per una scuola vecchia – sottolinea Malpezzi- Vogliamo solo che l’apertura al nuovo non vada contro gli interessi degli studenti e delle famiglie: va bene la lavagna elettronica, ma istruiamo i professori. Va bene il wireless, ma dotiamo le scuole di banda larga. Vanno bene in questo caso i libri solo digitali, ma agevoliamo le famiglie che devono comprarli».

EDILIZIA SCOLASTICA – Se il pacchetto digitale slitta quindi alla discussione alla Camera, la commissione cultura ha invece riscritto, mettendo insieme gli emendamenti dei diversi deputati, l’articolo sull’edilizia scolastica. Confermato il maxi finanziamento che lo Stato chiederà alla Bei, la Banca degli investimenti europea, per sistemare gli edifici già esistenti o costruirne di nuovi. Ma sono stati definiti dettagli importanti: entro tre mesi dall’approvazione definitiva del decreto, lo Stato riceverà dalla Bei un capitale di 800 milioni di euro, che saranno distribuiti alle Regioni, a cui viene conferito l’incarico della programmazione degli interventi. Sulla base di quelle indicazioni, i Comuni e le Province incasseranno effettivamente i soldi per pagare i lavori sugli edifici, circa 9000, che sono di loro proprietà. Quest’operazione costerà allo Stato un mutuo di 40 milioni di euro all’anno per i prossimi trent’anni. «Ma significa avere immediatamente un fondo enorme a disposizione per poter finalmente intervenire sul patrimonio scolastico», nota Umberto D’Ottavio (Pd), uno dei deputati che ha firmato gli emendamenti per modificare l’articolo sull’edilizia scolastica. «E per poter anche rilanciare il settore delle costruzioni, che è al collasso. Infatti tra i partiti c’è stata assoluta convergenza».

BONUS MATURITÀ – Quella che invece la commissione teme di non trovare su alcuni temi spinosi, soprattutto quelli sul personale scolastico e sul famigerato bonus maturità, che potrebbe salvare alcune centinaia di aspiranti candidati alla facoltà di medicina che si sono visti cambiare le regole in corsa: il bonus, che avrebbe salvato molti di loro dall’esclusione, è stato infatti cancellato proprio nei giorni delle selezioni. Per ora la strategia è quella del rinvio: gli articoli più temuti sul fronte discussione sono stati rimandati ai prossimi giorni. Il decreto scuola, di questo passo, non arriverà alla Camera martedì prossimo, come previsto, ma probabilmente solo tra una decina di giorni.