Supplenze brevi: ci risiamo, ancora una volta docenti senza stipendio!

Supplenze brevi: ci risiamo, ancora una volta docenti senza stipendio!

 

 

Anche quest’anno al personale incaricato per le supplenze brevi non viene corrisposta la retribuzione a fronte di regolare servizio svolto. Si tratta di una situazione intollerabile che deve essere risolta una volta per tutte. ANIEF mette a disposizione gratuitamente un modello di diffida.

 

Ancora una volta il diritto alla retribuzione dei supplenti brevi viene ritardato sine die in modo inaccettabile. Eppure la Costituzione, agli artt. 35 e 36, dispone che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” e che “il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto“. Così facendo non solo si infierisce sulle già pessime condizioni economiche e lavorative che i docenti della scuola italiana devono affrontare, ma si assesta un ulteriore colpo alla dignità di questi lavoratori che, ricordiamolo, mettono quotidianamente la loro professionalità  al servizio delle nuove generazioni per garantire il futuro del nostro paese.

 

Per questo, ANIEF ha già provveduto a diffidare il MIUR e i direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali perché si ponga fine, in modo immediato e definitivo, alla ormai consolidata quanto pessima abitudine di considerare opzionale la regolarità dei pagamenti per i supplenti.

 

Ma non basta: poiché quello leso è un diritto dei singoli lavoratori, ANIEF ha predisposto un modello di diffida e messa in mora che il personale interessato dovrà inviare con urgenza alla Ragioneria territoriale di competenza (ufficio pagatore della provincia in cui si svolge o si è svolto il servizio) e alla scuola di servizio.

 

Allo scadere degli 8 gg. di tempo entro cui l’amministrazione dovrà liquidare le somme non corrisposte, il personale interessato dovrà segnalarlo ad ANIEF inviando una mail all’indirizzo stipendi.supplenti@anief.net, al fine di ottenere le istruzioni operative per il recupero forzoso delle somme.

 

Il modello di diffida da inviare