Più risorse e legame col mondo del lavoro. La Camera approva il decreto Istruzione

da Repubblica.it

Più risorse e legame col mondo del lavoro. La Camera approva il decreto Istruzione

L’aula della Camera ha approvato oggi il decreto Istruzione che prevede un ampio ventaglio di interventi per scuola, università e ricerca. l provvedimento passa ora all’esame del Senato. Carrozza: “Dopo anni di tagli finalmente si torna a investire”

ROMA – Un piano triennale 2014-2016 per l’assunzione a tempo indeterminato del personale della scuola, la rideterminazione della dotazione organica dei docenti di sostegno, risorse per andare incontro alle esigenze di trasporto degli studenti delle scuole medie e superiori. Con 195 voti favorevoli, la Camera ha approvato il decreto legge di misure urgenti in materia di istruzione. Sette i voti contrari, 78 gli astenuti. Il Senato dovrà convertirlo in via definitiva entro il 12 novembre.

“Finalmente si torna a investire”. “E’ un primo passo importante. Non aver messo la fiducia ha consentito di sentire le opinioni di tutti”, ha detto, subito dopo il via libera, il ministro Maria Chiara Carrozza. “Dopo anni di tagli, finalmente si ricomincia a investire e c’è una forte spinta da parte del Parlamento perchè si investa di più”.

“Ci siamo concentrati – ha detto ancora Carrozza – su alcuni temi su cui non erano necessarie grandi risorse, come il welfare per studenti o le borse di studio per gli istituti musicali. Certo sono poche risorse ma arrivano dopo anni di tagli. Sul welfare abbiamo messo risorse che andranno a sostenere le regioni per diminuire il costo dei trasporti per gli studenti. Ci siamo occupati anche dei libri, con i libri digitali ed il comodato d’uso. Sono cose – conclude – che toccano tanti temi della scuola, dimenticarsene alcuni vuol dire lasciare fuori dei comparti”.

Più collegamento col mondo del lavoro. Durante l’esame parlamentare sono state apportate numerose modifiche e inseriti nuovi contenuti finalizzati a rafforzare il collegamento fra scuola, università e mondo del lavoro. Tra le modifiche più significative c’è senz’altro anche quella relativa al tanto contestato bonus maturità: durante l’esame parlamentare è stato introdotto, infatti, un meccanismo di immatricolazione in soprannumero per i candidati che hanno sostenuto lo scorso settembre i test di ammissione e che non si sono collocati, a causa della prevista abrogazione del bonus, in posizione utile in graduatoria (art. 20). Tra le altre novità, l’nsegnamento della lingua inglese dall’asilo, l’insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri, lo sviluppo delle strutture di accoglienza per gli studenti e la graduale abolizione dei libri di scuola stampati attraverso il passaggio ai testi digitali.

Sono previsti, inoltre, interventi sul personale scolastico (inclusi i dirigenti), sui libri di testo (nell’ottica di un maggiore risparmio, con la possibilità per le scuole di elaborare materiali didattici digitali da utilizzare come libri di testo), misure a favore del welfare studentesco (borse per trasporti e mensa, accesso al wireless a scuola). Centrali anche la lotta alla dispersione scolastica, la formazione dei docenti e il rilancio dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Guerra al fumo e alle mafie. Attenzione anche alla salute – il divieto di fumo viene esteso anche alle aree all’aperto, ad esempio i cortili, che sono di pertinenza degli istituti (off limits pure la sigaretta elettronica) – e all’orientamento degli studenti: sono infatti stati stanziati 6,6 milioni per avviare, dal quarto anno delle superiori e all’ultimo anno delle medie, l’orientamento degli studenti. E’ prevista un’ora in più di geografia generale ed economica negli istituti tecnici e professionali al biennio iniziale e lo studio dei primi rudimenti della lingua inglese già nella scuola dell’infanzia.

Approvati, infine, un emendamento in base al quale il 3% delle somme confiscate alle mafie verrà destinato al finanziamento di nuove borse di studio e un altro che riporta la durata delle specialità mediche in linea con gli standard europei e prevede la riorganizzazione di tutte le scuole di specializzazione, in modo da ottimizzare l’iter formativo dei medici.

Anief: “Nuova beffa per i docenti precari”. “Anche la Camera dei Deputati delude
le aspettative del personale precario della scuola”, ha commentato l‘Anief, Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori. Il decreto legge n.104 prevede l’assunzione di 60 mila precari ma “a costo zero” e in tre anni. Per quest ragione, l’organizzazione sindacale lamenta che “alla scarsità di posti vacanti e disponibili, visto che sarebbero quasi il doppio quelli che si sarebbero dovuti accordare, si è aggiunta oggi la grave decisione di non accompagnare il provvedimento con un’adeguata copertura finanziaria. Al contrario di quanto accadde l’ultima volta, nel 2006, a tutti i docenti che verranno assunti nel triennio 2014-2016, si chiede di rimanere fermi allo stipendio base, senza progressioni di carriera, equiparando per ben 8 anni consecutivi la loro busta paga a quella dei precari”.

“Siamo di fronte ad un ricatto e a uno sfruttamento lavorativo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – al quale nessun cittadino europeo dovrebbe essere sottoposto. Secondo quanto indicato dall’Unione europea, infatti, le necessità legate ai finanziamenti statali non possono essere considerate imperative, perché violano chiaramente il diritto all’equo stipendio dei lavoratori. Questo decreto, inoltre, delude le attese riguardanti i portatori di handicap”.

Meno garanzie per i disabili. Sempre tra i punti approvati dalla Camera, infatti, si prende atto della rimodulazione del numero di alunni con disabilità e della necessità di incrementare del 30% l’organico di diritto dei docenti di sostegno. “Anche in questo caso, però, si poteva fare molto meglio – continua Pacifico – perché per gli alunni con disabilità ci saranno meno garanzie: rimane in vita sia il problema dei tanti posti in ‘deroga’, con decine di migliaia di docenti a supporto degli alunni portatori di handicap gravi che rimangono precari, sia quello della riduzione del numero di posti di sostegno rivolti – conclude – agli alunni con handicap meno gravi”.

Il problema dei precari. Rimangono infine al palo tutti i 30mila insegnanti precari che lo Stato ha provveduto a selezionare, formare e abilitare, tramite concorso a cattedra o attraverso i Tfa ordinari: non saranno accolti nelle stesse graduatorie dove invece si trovano oggi i loro colleghi precari, allo stesso modo vincitori di procedure concorsuali o formati tramite analoghi percorsi universitari.