Diritto allo studio universitario, risorse ai minimi dal 2008

da Repubblica.it

Diritto allo studio universitario, risorse ai minimi dal 2008

Il decreto approvato a Montecitorio prevede uno stanziamento di 140,8 milioni di euro. Il risultato è che per la prima volta oltre la metà delle borse sarà pagata dalle famiglie e il numero degli “idonei non beneficiari” salirà a 70mila

Fondi per il diritto allo studio universitario ai minimi storici dal 2008 e, per la prima volta, oltre metà delle borse di studio saranno a carico delle famiglie degli studenti. Il decreto-scuola approvato dalla Camera e passato all’esame del Senato non è riuscito a fare niente di meglio che stanziare meno di 150 milioni di euro per borse di studio e altri interventi per il diritto allo studio universitario. E in totale, per il 2014, saranno 140,8 i milioni che entreranno nel capitolo di spesa per sostenere gli studi dei ragazzi italiani capaci, meritevoli e con scarse disponibilità economiche. Nel 2013 erano 154 milioni, l’anno precedente 175. “Quello che si prefigura è un diritto allo studio quasi dimezzato e per lo più pagato dagli stessi studenti che dovrebbero beneficiarne”, commenta Gianluca Scuccimarra, portavoce dell’Unione degli universitari.

“Il governo e il ministro Carrozza – continua Scuccimarra – devono capire che demolire il diritto allo studio significa di fatto bloccare definitivamente l’ascensore sociale del nostro paese, significa precludere completamente agli studenti in difficoltà economiche l’accesso all’università e alle scuole superiori, visti gli stanziamenti ridicoli anche per il diritto allo studio scolastico”. “Non possiamo più permetterci – aggiunge – soprattutto in un momento di crisi, di non puntare sull’istruzione e la conoscenza”. Il fatto è che soldi non ce ne sono. E’ proprio in polemica contro il totem delle coperture economiche che Giancarlo Galan (Pdl) si è dimesso da relatore del disegno di legge a Montecitorio.

Secondo i calcoli degli studenti, i 140,8 milioni di euro complessivi per il 2014 andranno a sommarsi ai fondi versati dagli studenti sottoforma di Tassa regionale per il diritto allo studio e ai fondi messi sul tavolo dalle regioni. Ma per il 2014 non si dovrebbe andare oltre i 415,4 milioni, di cui 223 versati dagli studenti. La prospettiva che si apre è quella di un 53 per cento del diritto allo studio a carico delle famiglie italiane. Nel 2008, la percentuale di autotassazione era pari al 35 per cento: 171 milioni versati dagli studenti su 481 milioni complessivi. Da allora, il carico per i genitori è lievitato fino a raggiungere il 40 per cento nel 2010 e il 45 per cento quest’anno.

E il numero di coloro che, pur avendone diritto, non riusciranno a percepire alcuna borsa di studio – i cosiddetti “idonei non beneficiari” – salirà a quota 70mila. Per assicurare una borsa di studio a tutti coloro che si trovano nelle condizioni previste dalle norme vigenti servirebbero altri 214 milioni di euro. Ma le risorse scarseggiano. “Gli interventi previsti dal decreto-scuola rischiano di essere la pietra tombale definitiva per il diritto allo studio previsto dalla Costituzione – commenta ancora Scuccimarra – Lo stanziamento statale a 112 milioni è l’ennesima beffa per gli studenti: da un lato saliranno a quasi 70mila gli studenti idonei non beneficiari, dall’altro per la prima volta la contribuzione studentesca al diritto allo studio supererà il 50 per cento degli stanziamenti totali”.

Nelle prime schermaglie parlamentari, lo scorso 28 ottobre, Silvia Chimienti del Movimento 5S è intervenuta in aula per sottolineare l’esiguità del finanziamento previsto nel decreto. A suo avviso i provvedimenti contenuti nel decreto sono “misure estremamente frammentari che in concreto mirano a mettere qualche toppa qua e là, ma fondamentalmente non risolvono nessuno dei problemi della scuola”. Una “macedonia venuta male, perché gli ingredienti scelti sono di bassa qualità”. “Sapete – ha detto in aula Chimienti – quanto si è investito in Spagna nel 2011 per il diritto allo studio? 819 milioni di euro. E quanto si investe in Germania e Francia per le borse di studio agli studenti? Oltre 2 miliardi l’anno”.