Le prove Invalsi: più vincoli che opportunità

Le prove Invalsi: più vincoli che opportunità

di Maurizio Tiriticco

Caro Antonio Valentino!

Sei sempre generoso con i tuoi interventi, attento, problematico, prudente, propositivo! E anche ora con questo tuo ultimo sulla valutazione (La verità, vi prego, sulla valutazione in Scuolaoggimagazine). Però! Bastaaa!!! Troppe parole per chi… non vuole sentire! I funzionari del Miur e gli amici dell’Invalsi! La si faccia finita una volta per tutte! Miur e Invalsi vogliono insistere con le loro prove? Lo facciano pure! Però! Sia chiaro che non c’è prova Invalsi che possa saggiare lo stato delle conoscenze, abilità e competenze – parole grosse! – dei nostri studenti in determinati momenti del loro sviluppo/crescita e del loro apprendimento. Semplicemente perché – anche ammesso che siano ben fatte – possono saggiare soltanto uno dei mille percorsi che ciascun essere umano compie quando “organizza” e “produce” risposte a determinati stimoli. E nel caso Invalsi sono percorsi suggeriti, attesi, anzi imposti da chi produce e somministra la prova!

Sai meglio di me che dalla formula SR, stimolo-risposta, tipica delle ricerche Usa degli anni Dieci e Venti – tutta colpa di un certo Watson – si è passati a quella SOR, stimolo e organismo che organizza la risposta! In quella O c’è tutto il punto forte che mette in discussione qualunque pretesa esaustiva che una prova oggettiva voglia vantare! Anche quelle con cui per decenni molti hanno pensato che si potesse misurare il QI. E come si stupirono, quando rilevarono che i QI bassi avevano raggiunto lusinghieri successi e che i QI alti chiedevano l’elemosina! Pensarono che le prove somministrate fossero errate! Ma non era affatto così! Le conoscenze, abilità e competenze – scusami la ripetizione – di un essere umano vanno ben oltre un semplice QI! Il pittore Rousseau era un doganiere! Per non dire di tutti gli strani mestieri di un giovanissimo Jack London!

Insomma, tutte le prove oggettive, in quanto sono tali e sollecitano e pretendono una sola risposta, interessano e investono l’emisfero sinistro del nostro cervello, quello che io coloro in blu: tre per tre fa “sempre” nove, Napoleone è morto il 5 maggio 1821, Leopardi ha scritto La ginestra. Ma se tu vuoi dire che tre per tre fa dieci o venticinque, puoi farlo – mentre miliardi di calcolatrici in tutto il mondo insisteranno sempre per il nove – perché entra in gioco l’emisfero destro, quello che io coloro in rosso e che è sempre pronto a mettere in discussione le risposte del fratellino di sinistra! Puoi anche dire che Napoleone è un assassino o un grande generale, che La ginestra è una gran pizza o un’opera immortale! Dante era un poeta fumoso fino al Romanticismo, quando qualcuno lo ha sdoganato per la “delizia” di tutti i nostri studenti! Un certo Tolomeo si inventò che la Terra è al centro dell’Universo, nonostante un certo Aristarco secoli prima l’avesse pensata diversamente! E quanti roghi furono accesi per chi aveva osato pensare il contrario! Poi venne un certo Copernico che avanzò qualche dubbio – l’emisfero rosso è sempre sbarazzino – e dimostrò che quel contrario era invece corretto! La geometria euclidea è stata smentita dalla metageometria, la fisica newtoniana è stata messa in crisi dalla relatività di Einstein! E poi non so! Sono ignorante in materia!

Insomma, se disponessimo soltanto dell’emisfero sinistro, saremmo tutti piccoli e insignificanti automi. Ma è l’emisfero destro che ci caratterizza e ci qualifica come esseri umani, belli e brutti, buoni e cattivi! Io sono Maurizio e tu sei Antonio! E qualcuno si è pure inventato quel libero arbitrio che altro non è se non il prodotto di quell’emisfero destro, sempre pronto a mettere in discussione le verità rivelate dal suo fratellino gemello!

Sai meglio di me come lo stesso Bruner, cognitivista, si è divertito – con l’emisfero destro – a scrivere i Saggi per la mano sinistra, e che il suo alunno Gardner si è divertito a trovare sette, e più di sette, intelligenze multiple – che non sono affatto tutte blu – e che De Bono nei suoi corsi per manager ama “giocare” con ben sei cappelli per pensare! E pare che ne abbia trovati altri!

Insomma! Su vasta scala si possono solo rilevare le congruenze del semicervello blu, che sono eguali per tutti, e che sono anche importanti! Non oso assolutamente metterle in discussione! Sono assolutamente vere! Mah! Quando mai scoprirò se tra i nostri studenti si nasconde un Aristarco, un Copernico, un Galilei, un Einstein, o un pittore o un musicista, o un poeta? O semplicemente un originale, un creativo? Mai! Quanti uomini… e donne, di successo avevano pagelle immonde!!! Pare che solo i Papi andassero bene a scuola!

Ebbene! Facciano pure le loro prove! Basta che non ci vengano a dire che sono la misura di tutte le cose! Uno studente che fallisce una prova oggettiva non è affatto uno studente fallito! Il fatto è che nessun esperto Invalsi – si fa per dire – potrà costruire prove che possano misurare le nostre operazioni rosse! Semplicemente perché non sono misurabili! Con il metro puoi misurare un quadro, ma se è una crosta o un Matisse è tutt’altra cosa! Quei preti che imposero al Braghettone di coprire le nefandezze del Diluvio universale, agirono convinti di essere custodi della Verità! Ma fallirono, perché le stesse verità non hanno la V maiuscola, semplicemente perché sono multiple!

E non mi vengano a dire che le loro prove standardizzate permettono di rilevare lo stato dell’arte delle operazioni blu! Perché io stesso, a volte, quando vado al supermercato, pago più di quello che avevo calcolato, scaffale dopo scaffale! I tempi del pensare, dello scrivere, del rispondere a… sono diversi da persona a persona! E allora, dato che sembra che le prove Invalsi debbano essere un amaro calice (ma non si potrebbero spendere meglio i nostri soldi?) assumiamole per quelle che sono! Esercizi come tanti altri!

Basta che il Miur non pensi di dare le pagelle alle scuole e ai nostri insegnanti! E, se dobbiamo aggiornarci obbligatoriamente – così recita il recente decreto all’articolo 16 – aggiorniamoci pure! Ma con un congruo stanziamento di fondi! E soprattutto su tutto il territorio nazionale! Dobbiamo ancora imparare a praticare una didattica laboratoriale e a certificare competenze! Che non sono cose da poco! E indipendentemente dall’esito di prove che possono darci solo la “misura” – questo è il vocabolo adatto – di come in una certa ora della mattinata di una certa giornata di primavera funziona l’emisfero sinistro dei nostri studenti! Il che è povera cosa!

Io scrivo, ma pochi mi leggono e nessuno mi ascolta, tranne tu, amico mio!