In arrivo (ma quando?) un nuovo testo unico della scuola

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da Tecnica della Scuola

In arrivo (ma quando?) un nuovo testo unico della scuola
di R.P.
La proposta è stata avanzata formalmente dal ministro Carrozza al Consiglio dei Ministri dell’8 novembre. Ma i tempi sono lunghi, non meno di un anno.
Un nuovo testo unico con tutte le norme sul sistema scolastico: se ne parla da tempo, e forse il 2014 potrebbe essere l’anno giusto per realizzare il progetto. Nel Consiglio dei Ministri dell’8 novembre il Ministro Maria Chiara Carrozza ha manifestato ufficialmente l’intenzione di procedere su questa strada ed ha avuto il via libera del Governo che ha deciso di parlarne più approfonditamente in una prossima seduta. Ma qual è la procedura per adottare un testo unico e,soprattutto, di che cosa si tratta, in concreto. I testi unici sono normalmente raccolte ordinate di norme già esistenti e non contengono disposizioni aggiuntive. Si tratta insomma di atti puramente “compilativi” che richiamano leggi precedenti In genere i testi unici, soprattutto dopo la riforma delle funzioni del Governo del 1988, vengono adottati sotto forma di decreti legislativi e quindi necessitano, a monte, di una delega da parte del Parlamento. In questo caso, dunque, è necessario che il Governo predisponga preliminarmente un disegno di legge-delega che dovrà essere approvato dalle Camere. Il Parlamento dovrà stabilire la durata della delega ed entro i tempi fissati (in genere 9-12 mesi) il Governo dovrà finalmente predisporre il testo unico, acquisendo eventuali pareri (Commissioni di Camera e Senato e  Consiglio di Stato in particolare). Attualmente la scuola dispone già di un testo unico che però risale al 1994 ed è dunque anteriore a gran parte delle norme ordina mentali che sono state approvate negli anni ’90 (autonomia scolastica) e dal 2003 in avanti (riforma Moratti e regolamenti ordinamentali emanati in applicazione della legge 133/2008). Si sta parlando molto, in questi giorni, anche di una delega al Governo per modificare altre materie (reclutamento, organi collegiali e stato giuridico soprattutto), ma per il momento nei comunicati ufficiali del Consiglio dei Ministri non c’è ancora traccia di questo.