Docenti e studenti fumatori, si fa dura: d’ora in poi solo sigarette elettroniche e nei cortili

da Tecnica della Scuola

Docenti e studenti fumatori, si fa dura: d’ora in poi solo sigarette elettroniche e nei cortili
di Alessandro Giuliani
Nel decreto Istruzione convertito in legge salta il divieto di utilizzo della “bionda elettronica” nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro. Però rimane nei luoghi chiusi delle scuole. Del resto, le massime istituzioni sanitarie sostengono che dalla loro assunzione non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi per la salute dei giovani. In arrivo circolari e chiarimenti dal Miur.
Senza clamori, anzi alla ‘chetichella’ sarebbe il caso di dire. Così è scomparso dal testo definitivo del decreto Istruzione, convertito in legge nei giorni scorsi, il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro. Rimane però in vigore nei locali chiusi delle istituzioni scolastiche statali e paritarie e dei centri di formazione professionale: solo nei cortili delle scuole, come in tutti gli spazi esterni alle aule scolastiche, quindi, l’uso della sigaretta “virtuale” potrebbe compensare la proibizione (questa confermata) delle sigarette reali.
Il divieto nelle scuole si è reso necessario dopo che il ministero della Salute ha deciso di introdurlo “al fine di non esporre la popolazione scolastica a comportamenti che evocano il tabagismo”. La decisione è stata presa dopo che il Consiglio superiore di Sanità aveva ravvisato che pur mancando “studi che dimostrino l’effettiva efficacia e sicurezza di detti dispositivi nel favorire la cessazione dell’abitudine al fumo, nonché evidenze scientifiche che escludano, a causa del loro utilizzo, l’insorgere di possibili effetti che inducano il mantenimento della dipendenza da nicotina o promuovano l’avvio e la transizione al fumo di sigarette”, va comunque raccomandato “in attesa di disporre di evidenze sulle tematiche sopracitate, l’adozione di misure analoghe a quelle previste per il controllo del fumo di tabacco, in particolare di quelle per i soggetti minori”. Anche ‘Istituto superiore di Sanità si era espresso in tal senso, precisando che “le sigarette elettroniche utilizzate con ricariche contenenti nicotina …. presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età”.
Con l’approvazione dell’emendamento “4.25”, presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) e approvato dai deputati il 23 ottobre scorso, è stata invece stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest’ultima frase, di fatto viene reso possibile ‘svapare’ la ‘bionda elettronica’ dove invece permane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar.
“Ho recepito l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva – ha spiegato all’Ansa il presidente della Commissione Cultura della Camera – , per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito. La prima stesura dell’emendamento che avevo proposto al dl Istruzione – ha aggiunto Galan – era più restrittiva rispetto alla riformulazione che mi ha proposto il Governo, con la quale, stralciando del tutto una parte del decreto di giugno, di fatto si permette di fumare la e-cig in tutti i luoghi pubblici, a giusta eccezione delle scuole. Non mi permetto di dare alcun giudizio medico scientifico su questo prodotto, sono un ex-fumatore da tempo, anche se gli ultimi studi sembrerebbero confortanti, come testimoniato dal Prof. Veronesi. Da convinto liberale quale sono – ha concluso Galan -, ho solo ritenuto opportuno non affossare un nuovo modo di fare impresa con una regolamentazione ostruzionistica”.
Cosa accadrà ora nelle circa 8.200 scuole italiane? Laddove non sono ancora comparse circolari interne, già dopo l’estate, in corrispondenza del nuovo anno scolastico, verranno presto pubblicate comunicazioni in merito. È probabile, inoltre, che anche della direzione generale del Miur provengano indicazioni a Usr, ambiti territoriali e, di conseguenza, alle istituzioni scolastiche.