Istituti tecnici, la Carrozza studia la riforma: si parte dal nuovo orario

da Repubblica.it

Istituti tecnici, la Carrozza studia la riforma: si parte dal nuovo orario

UNA DELLE RIFORME sul  tavolo del ministro della Pubblica istruzione è quella degli istituti tecnici (e  professionali). Sono una dorsale fondamentale dell’istruzione italiana ed  europea, garantendo si tempi della crisi un legame diretto tra i luoghi della  formazione e i luoghi del lavoro. L’esempio, per tutti, è la Germania, dove i ‘tecnici’ sono da sempre curati e finanziati e diplomano ragazzi che al primo  impiego possono guadagnare – non è infrequente – stipendi superiori ai duemila  euro.   In Italia la strada è  chiara, dai tempi della Gelmini: gli istituti tecnici e professionali, troppo  spesso immaginati come scuole per radunare i ragazzi della classe proletaria che  non volevano studiare, devono tornare al centro del sistema istruzione. La  struttura produttiva del Paese – la diffusione capillare di piccole-medie  imprese sul territorio – ha bisogno di giovani periti industriali, agronomi, ma  anche ragionieri e geometri preparati. I ministri Profumo e Carrozza hanno  continuato, nelle dichiarazioni di intenti, su questo solco.   Il ministero sotto Maria  Chiara Carrozza sta articolando una riforma che, come primo passo, deve  rimuovere le ridondanze e i vuoti (entrambi) creati dalla riforma Gelmini. Con  la Gelmini si è ridisegnato il quadro orario degli istituti tecnici nel nome dei  tagli alla spesa riducendo drasticamente le ore di materie di indirizzo e  inserendo nell’organico un numero elevato di insegnanti tecnici “in compresenza”  che, in alcuni istituti, semplicemente non servono. Fanno solo lievitare i  costi.
Un esempio, segnalato dagli stessi docenti. Nel corso Costruzioni,  territorio, ambiente (ex geometri) sono previsti insegnanti in compresenza per  informatica, fisica, chimica, tecniche di rappresentazione grafica, estimo,  tecnologia delle costruzioni e impianti, topografia. Bene, il risultato è quello  di avere in classe un docente laureato che continua a fare il lavoro che ha  sempre fatto e un docente tecnico che sta a guardare. Questa sovrapposizione  negli anni si è rivelata inutile e ha sottratto risorse ai corsi di  aggiornamento, per le discipline tecniche fondamentali, e all’acquisto di  strumentazione tecnica adeguata.   Sempre l’area geometri  (oggi Istituto tecnico costruzioni ambiente territorio) ha visto tagliare i  rudimenti di giurisprudenza, quando un geometra dovrà vivere quotidianamente  immerso nel codice civile e tra i regolamenti degli enti locali. Anche gli ex  istituti alberghieri (ora enogastronomia) hanno perso l’insegnamento delle  discipline giuridiche nel triennio.   Da qui, dalla rimozione  degli ostacoli, dalla rimodulazione delle materie settimanali, una buona riforma  della scuola tecnica e professionale deve  ripartire.
La portavoce del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha precisato che all’ordine del giorno del ministro non c’è la riforma degli istituti tecnici e professionali.