Anagrafe edilizia, il Miur sul banco di un tribunale

da Corriere della Sera

SICUREZZA NELLE SCUOLE

Anagrafe edilizia, il Miur sul banco di un  tribunale

Cittadinanza attiva  fa ricorso al Tar contro il ministero dell’Istruzione per «mancanza di  trasparenza»

Valentina Santarpia

L’anagrafe scolastica finisce sul banco di un tribunale. Cittadinanza attiva, l’associazione a tutela dei diritti dei cittadini, ha presentato un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro il ministero dell’Istruzione, in occasione della XI giornata della sicurezza scolastica. La motivazione? Il MIUR non ha dato all’associazione accesso alle informazioni relative all’anagrafe, giustificandosi con il fatto che non è il ministero dell’Istruzione a detenere queste notizie, ma gli enti locali, che non avrebbero alcun obbligo di pubblicarle. «Ricorriamo contro queste improbabili giustificazioni che ledono il diritto alla trasparenza degli atti varati dalla Pubblica Amministrazione e il diritto dei cittadini ad avere informazioni certe, precise e dettagliate sullo stato di sicurezza di ogni singolo edificio scolastico», sottolinea Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva. Il punto è che l’anagrafe dovrebbe fornire una fotografia esatta dello stato degli edifici scolastici, permettendo agli enti locali di individuare le priorità e usare correttamente i fondi. «I 150 milioni del Decreto fare – spiega Bizzarri – sono stati suddivisi tra le Regioni per finanziareinterventi in 692 scuole, in base ad un elenco di priorità che non siamo in grado di contestare ma su cui vigileremo». Ma lo stesso MIUR cerca da anni di portare a completamento l’anagrafe, incontrando difficoltà fortissime nell’aggiornare i dati con gli enti locali, per cui i fondi vengono assegnati sulla base delle indicazioni degli uffici scolastici regionali.

VEDETTE DELLA SICUREZZA – Molto spesso le scelte avvengono sulla scia delle emergenze. Come sottolinea Cittadinanza attiva, infatti, la sicurezza nelle scuole è ancora incerta. Di qui l’idea di nominare 655 giovani responsabili della sicurezza in 30 scuole del Lazio, del Piemonte, dell’Umbria e della Basilicata. Piccoli osservatori che avranno il compito di prevenire e controllare le misure di sicurezza nelle scuole e sviluppare una cultura anche tra i propri coetanei: «Forse, se ci fosse stato un Responsabile Studenti Sicurezza nel Liceo Darwin di Rivoli, le segnalazioni dei ragazzi circa gli scricchiolii che hanno preceduto il crollo sotto cui, esattamente cinque anni fa, morì Vito Scafidi, non sarebbero rimaste inascoltate», afferma Bizzarri. Anche i sindaci saranno coinvolti nella campagna di responsabilizzazione, grazie a migliaia di cartoline che verranno inviate dagli studenti :«Caro sindaco, nella mia città esiste il Piano di emergenza comunale?». Una domanda legittima, visto che dai dati del Dipartimento nazionale della Protezione civile risulta che, sul totale dei 6600 Comuni, di cui l’82% a rischio idrogeologico e quasi il 50% a rischio sismico, il 75% ha redatto il Piano di emergenza, ma solo nella metà dei casi è stato aggiornato e in meno del 33% si sono svolte esercitazioni pratiche fra la popolazione. C’è di che preoccuparsi? Il ministro Maria Chiara Carrozza cerca di tranquillizzare, anche se a distanza, gli studenti: «Mi rendo conto che c’è ancora molto da fare e che occorre proseguire il lavoro iniziato con serietà e continuità perché le nostre scuole siano luoghi sicuri per i nostri ragazzi , ma –  sottolinea il ministro – mi sento di rassicurare le famiglie, il personale scolastico, i ragazzi, ricordando che l’edilizia nelle scuole è davvero un tema che sta particolarmente a cuore a questo governo ed è stata una priorità immediata nella nostra azione».