Scuola e Legge di Stabilità, in piazza a Roma la protesta di insegnanti e studenti

da Repubblica.it

Scuola e Legge di Stabilità, in piazza a Roma la protesta di insegnanti e studenti

La manifestazione indetta dai sindacati della scuola mette sotto accusa il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità. Contro la precarietà e per la dignità del loro lavoro, centinaia di docenti protestano davanti Montecitorio, a seguire assemblea al Teatro Quirino. Col sostegno dell’Unione degli Universitari e la Rete degli studenti medi

ROMA – La Legge di Stabilità è l’oggetto della manifestazione di protesta in corso a Roma, che vede incrociarsi le rimostranze di insegnanti e ricercatori, con il supporto degli studenti. I sindacati della scuola – Cgil, Snals, Cisl, Confsal, Uil Scuola e Gilda – guidano le rivendicazioni dei lavoratori dell’istruzione contro la precarietà e per il riconoscimento del valore del loro lavoro, chiedendo di essere messi in condizione di lavorare con dignità.

La protesta si sviluppa in un doppio appuntamento: prima in piazza Motecitorio, quindi in un’assemblea al teatro Quirino, dove interverranno i segretari nazionali delle sigle sindacali e verrà discussa la piattaforma con le richieste e le eventuali forme di protesta da mettere in campo nel prossimo futuro. La mobilitazione dei lavoratori della conoscenza trova anche il sostegno dell’Unione degli Universitari e la Rete degli studenti  medi, anche loro in piazza per cambiare la legge di stabilità.

Oggetto della protesta, in particolare, l’ulteriore blocco del contratto e della progressione economica di anzianità. Secondo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda con  queste misure si attua un “prelievo” di 300 milioni di euro che  penalizza ingiustamente chi ogni giorno garantisce il buon funzionamento  delle scuole statali nel nostro Paese. Dopo l’approvazione del  maxi-emendamento alla legge di stabilità in Senato, il provvedimento è  ora all’esame della Camera.

Per questo il sit in si è svolto davanti a Montecitorio, dove alcune centinaia gli insegnanti si sono presentate con le bandiere  dei sindacati, qualche fischietto, cappelli da Babbo natale e cartelloni, con i sindacati che sollecitano il Parlamento, insieme al governo, affinché  l’impostazione della legge sia modificata, così come richiesto anche  dalla Commissione Cultura del Senato in sede di parere sulla legge di  stabilità.

“E’ un dramma sociale. La precarietà, oltre a essere un danno per i lavoratori, lo è pure per la scuola che non ha le risorse per programmare una buona offerta formativa” spiegano fonti sindacali della varie sigle, che invitano i rappresentanti dei partiti al Teatro Quirino per “aprire un confronto diretto e incalzante  con la politica, sfidandola ad assumersi la responsabilità di scelte  chiare e coerenti con l’obiettivo, tante volte declamato, di valorizzare  la scuola come risorsa strategica su cui investire”.

Per il segretario generale di Cisl Scuola, Francesco Scrima, spiega che “la piattaforma su cui la mobilitazione è stata indetta non è un generico elenco della spesa” e promette che “la nostra mobilitazione non si ferma qui, vogliamo risposte immediate, che traducano nei fatti gli impegni assunti dalla ministra Carrozza nell’incontro del 22 novembre. Aprire subito la trattativa all’aran sul recupero degli scatti 2012, togliere dalla Legge di Stabilità il blocco di quelli del 2013 e quello dei contratti. I lavoratori della scuola non si accontentano più di parole, ne ganno ricevute anche troppe”.

Contro la Legge di Stabilità, si diceva all’inizio, anche gli studenti, coordinati dall’Unione degli Universitari e dalla Rete degli studenti medi. “Oggi siamo in piazza con i lavoratori del mondo della conoscenza – afferma Gianluca Scuccimarra, Coordinatore dell’Unione degli Universitari, in una nota – per ribadire la necessità di cambiare la Legge di Stabilità ripartendo da maggiori investimenti nel mondo della formazione. Maggiori investimenti significa un sistema di diritto allo studio integrato che consenta a tutti l’accesso all’istruzione, sblocco immediato del turnover e ripristino dei finanziamenti per scuola e università pubbliche. Se non si riparte da qui, dall’istruzione, dalle nostre scuole e università, dagli studenti e dai lavoratori della conoscenza il rischio è che il Paese non riparta e non esca mai veramente dalla crisi”.