Fascinosi laghi

Fascinosi laghi

di Umberto Tenuta

Un ragazzo che guarda di qua e di là, mentre l’insegnante fa lezione.

 

Lo vedi, tu, quel ragazzino undicenne che guarda di qua e di là, mentre l’insegnante, rivolto all’indistinta scolaresca senza volti, va avanti con la sua lezione, spiegando puntigliosamente che le colline sono elevazioni di terreno che non superano i 500 metri −mentre i monti li superano− e che i laghi sono degli specchi d’acqua che possono avere un immissario ed un emissario:

“Ragazzi, sapete bene che l’immissario porta l’acqua al lago e l’emissario la scarica”!

 

Il ragazzino si ferma un attimo e pensa al gioco di quell’Immissario che versa l’acqua nel lago e soprattutto di quell’Emissario che si diverte a togliere l’acqua al lago.

Lui, il lago l’ha già visto, sulle montagne dell’Appennino, con il padre e la madre che ve l’hanno portato per fargli vedere il lago, i fiumi, i monti innevati, dove tutto era immobile, fermo, ghiacciato.

Lo spettacolo gli torna alla mente e lo distrae ancora, lo porta più lontano dall’aula con i banchi allineati e le teste dei compagni rivolte verso l’insegnante, nel silenzio tombale in cui solo si ode lo zigzagare di una mosca che lui solo segue con grande attenzione, meravigliato da quell’animale che solo lui degna di uno sguardo attento.

All’insegnante anche lui si degna di rivolgere, di tanto in tanto, uno sguardo interrogativo, quasi domandandosi: <<ma Lei lo sa che io il lago l’ho visto?>>.

No, lei non lo sa, anzi non si è nemmeno posto il problema di saperlo, tanto nel suo elenco programmatico della materia Geografia i laghi figurano dopo i fiumi ed i mari di cui l’altro ieri ha “parlato” tanto, tanto, tanto, a sufficienza, sempre davanti alla scolaresca tutta attenta, tranne quel distrattone impenitente, con il quale le ha tentate tutte, dal richiamo forte alla nota sul registro, all’avviso scritto ai genitori, alla minaccia del voto basso, preludio della bocciatura, la migliore arma per richiamare l’attenzione degli alunni.

Ma il ragazzo undicenne continua a non seguirla, distratto, sì, dis-tratto, tratto da cose altre, più interessanti della voce dell’insegnante che, anch’essa distratta dalla sua lezione, non si preoccupa di attrarre il ragazzo, intensamente attento a cose altre da quello che lei, sgolandosi, col rischio professionale di perdere la voce, va dicendo.

lagoCerto, l’insegnante mostrerà sulla LIM anche il grafico del lago con i suoi immissari ed emissari!

Ma il ragazzo undicenne è un irrecuperabile distrattone che tante cose altre da quelle dette dall’insegnante segue, prendendosi tanti e tanti rimproveri, ai quali ha già fatto l’abitudine, ma in attesa di quel maestro che finalmente lo attrarrà, lo coinvolgerà nell’avventurosa corsa dell’acqua che dagli oceani si solleva, sotto la forma del vapore che esce dalla pentola, e raggiunge, lassù, le altre nuvole che qua e là vanno a spasso, per poi incontrare il freddo vento che le scioglie in piogge sui monti.

Preadolescenza, terra di avventure, quanto sei lontana dalle noiose lezioni della tua brava professoressa, non attratta, come sei tu, da avventurosi mondi che ti affascinano, che ti prendono, che ti portano via, verso altri sconfinati orizzonti di terre, di cieli, di monti, di laghi, di fiumi, di oceani e di mari che il cuore e la mente ti prendono!

Bravo, ragazzo mio, un giorno anche tu incontrerai il fascinoso Maestro che ti prenderà l’anima e il cuore, che ti porterà lontano nelle terre fascinose della Cultura, di quella Cultura che ti farà uomo, un uomo grande, un grande uomo!