FERMARE IL DISASTRO!

FERMARE IL DISASTRO!

Notizie circolanti ed in attesa di conferma accrediterebbero la volontà del commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica,dottor Carlo Cottarelli, di sopprimere ben 800 istituzioni scolastiche autonome, privandole del loro dirigente e del direttore dei servizi generali e amministrativi.

In clamorosa contraddizione di quanto affermato dallo stesso nel Convegno sulla spending review, promosso dalla Confedir e tenutosi il 22 novembre u.s., e delle pur timide aperture sulla scuola, figuranti nella legge 128/13,verrebbe così riproposto,nella ricorrente visione tecnocratica alimentata dall’impotenza della politica, il consunto copione degli indiscriminati tagli orizzontali,che tra l’altro sterilizzerebbero la recente volontà del legislatore nel punto in cui, recependo un emendamento della  DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR, ha trasformato ad esaurimento le graduatorie dei vincitori e degli idonei dei concorsi già espletati e in atto, atteso che, per intanto, molti aspiranti alla dirigenza scolastica sarebbero beffati, perché in fatto si vedrebbero preclusa la nomina o potrebbero, a fatica, conseguirla alle soglie della pensione.

Ma,al di là di questa che potrebbe apparire una difesa corporativa, è di palmare evidenza che la reiterazione di una consimile funesta politica recherebbe irrimediabile nocumento alla qualità di un servizio pubblico – quello di istruzione,formazione, educazione – essenziale e perciò presidiato dalla nostra Carta fondamentale,siccome fondato sul correlato valore dell’inclusività sociale.

Negli ultimi dieci anni di massacro della scuola,resa sempre più povera di risorse e condannata ad una progressiva fatiscenza delle sue strutture(con la provocazione di crolli e lutti, imputati da giudici della Repubblica alla responsabilità oggettiva dei suoi operatori),sono stati cancellati 10.000 dirigenti scolastici ed altrettanti direttori dei servizi generali e amministrativi, con incremento esponenziale dei carichi di lavoro e delle responsabilità a fronte della diminuzione delle retribuzioni reali. Pensavamo che si fosse finalmente raggiunto il punto di arresto, dopo essersi sfiorato l’orlo del baratro, con il dimensionamento selvaggio imposto dalla legge 111, poi inasprito dalla legge 183/11, entrambe dichiarate dalla Consulta affette da profili di incostituzionalità.

Ora l’ulteriore preannunciata amputazione segnerebbe, semplicemente, la fine dell’autonomia scolastica, prefigurata dalla Costituzione e mai compiutamente decollata, primariamente per il continuo depauperamento delle risorse professionali, finanziarie e strumentali che dovevano sostenerla.

Megaistituti costituiti dall’assemblaggio di sempre più numerosi plessi, insistenti su territori sempre più disomogenei e sempre più distanti, potrebbero, a mala pena, assicurare la mera vigilanza degli utenti e giammai la loro precipua mission: la realizzazione di interventi di educazione, istruzione e formazione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi  generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.

E’ necessario fermare questa deriva e, contestualmente,premere sul Parlamento che, accingendosi a licenziare nella versione definitiva la Legge di stabilità, vi inserisca, per contro, l’imposizione di un parametro medio di alunni per istituzione scolastica autonoma di non più di 800, con deroghe – se non con esclusione – delle scuole che si trovano in piccoli comuni montani ed in aree metropolitane a rischio; ovvero assegnando un dirigente e un DSGA secondo i predetti parametri. Di modo che alla Conferenza stato-regioni potrà essere demandato il compito di organizzare sul territorio l’ottimale erogazione del servizio.

Vogliamo perciò chiamare all’unità tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola, quale bene comune di importanza capitale per il futuro del nostro Paese e dell’intera nostra civiltà.

Fermiamo il disastro!