Ragazze, basta complessi sulla matematica!

da Corriere della Sera

RAPPORTO OCSE-PISA 2012

Ragazze, basta complessi sulla matematica!

In Italia i maschi superano le femmine di quasi venti punti (quasi il doppio della media Ocse).  Un problema culturale, non scolastico

Gianna FregonaraOrsola Riva

Non è vero che la matematica non è roba da signorine. Il problema non sono i numeri, ma il modo in cui le ragazze approcciano radici quadrate, parentesi ed equazioni. E’ una questione di autostima. Insomma non un problema scolastico ma culturale.

Dopo anni di rilevazioni che mostravano, e tutt’ora mostrano, che le ragazze a 15 anni e anche dopo sono meno brave nelle materie scientifiche rispetto ai loro coetanei mentre li stracciano nella lettura e nelle materie umanistiche, i ricercatori dell’Ocse hanno deciso di vederci un po’ più chiaro e hanno indagato nell’ultimo rapporto Pisa-Ocse 2012 le cause di questi risultati così punitivi per le studentesse nelle materie scientifiche, matematica innanzitutto. La risposta è di cinque lettere: si tratta dell’ansia. Sì, l’istituto di Parigi ha dedicato nel terzo dei quattro volumi dedicati alla radiografia delle competenze dei quindicenni di tutto il mondo un  capitolo all’ansia che impedisce, frena, blocca, paralizza soprattutto le ragazze.

Il fenomeno è diffuso in tutto il mondo e tristemente indica che è la mancanza di autostima e di perseveranza delle ragazze la causa di risultati inferiori rispetto ai ragazzi, anche quando si tratta delle studentesse migliori.

L’Italia non fa una bella figura: i dati dicono che  i punti di differenza a favore dei ragazzi in matematica sono quasi venti (18, per l’esattezza:  una forbice  molto più larga rispetto alla media Ocse di 11 punti). Un gap che non dà segni di miglioramento dal 2003. Peggio di noi solo Perù, Austria, Liechtenstein, Costarica, Cile, Lussemburgo e Colombia. A parte i Paesi del Nord Europa – Finlandia, Svezia e Islanda – negli altri Stati europei l’ansia ha la meglio e lascia le ragazze al palo.

Spiegano gli esperti dell’Ocse che, a causa di questo sentimento di inadeguatezza,  è come se le quindicenni fossero indietro di tre mesi rispetto ai loro coetanei.

Ecco che cosa scrivono nel loro rapporto: «Nella maggioranza dei Paesi e delle economie, in media le ragazze hanno risultati peggiori in matematica paragonate alla media dei maschi; e tra gli studenti migliori il gap di genere in favore dei maschi è anche più ampio. La differenza nei risultati riflette la differenza di genere nella motivazione, nella spinta e nella fiducia in se stessi. E anche le ragazze che hanno gli stessi risultati dei loro colleghi maschi hanno meno costanza, un più basso livello di apertura alla soluzione dei problemi, livelli più bassi di motivazione a imparare la matematica e più alti livelli di ansia riguardo alla matematica rispetto ai ragazzi e sono propense a attribuire la non riuscita a se stesse più che a fattori esterni».