Il Miur naviga a vista

Il Miur naviga a vista

di Enrico Maranzana

 

Il  ministro MC Carrozza ha deciso di riattivare  il “dialogo tra mondi che fino a oggi sono stati troppo separati: lo faremo a partire dalla Costituente della scuola dei prossimi giorni, dove ascolterò proposte e suggerimenti e dove metteremo i temi della scuola, dell’istruzione, della formazione e della ricerca al centro dell’agenda politica del Paese”.

 

Un’operazione di marketing, un intervento per ottenere consenso: la legge è cestinata, la funzione docente mortificata.

Per cogliere l’insensatezza della proposta  è sufficiente proiettare il termine “costituente” sull’azienda ospedaliera. I protocolli scientifici sono sacrificati per assecondare la volontà popolare:  una vera assurdità!  Il fatto che i problemi sanitari abbiano minor dimensione e maggior prevedibilità di quelli formativi e di quelli educativi accentua l’irrazionalità dell’iniziativa.

 

Vigilare sulla corretta e puntuale concretizzazione della volontà del legislatore è la responsabilità primaria dei membri dell’esecutivo.  A tal fine negli uffici del Miur dovrebbe troneggiare la road map tratteggiata nel 1969, elaborata negli anni successivi, formalizzata dal parlamento nel 2003.

Sovrabbondante è il materiale su cui l’analisi di coerenza è da condurre: manca ed è mancata la volontà d’assumere un adeguato punto di vista.

Si propone una parziale casistica:

Esame di maturità  [D.L. 9/69] – La trasmissione del sapere non  è più considerata la sola finalità della scuola:  le potenzialità degli studenti l’affiancano. La lettura della norma istitutiva l’accertamento non lascia dubbi interpretativi: “Lo scrutinio finale  è inteso a valutare il grado di preparazione del candidato”;L’esame di maturità ha come fine la valutazione globale della personalità del candidato”.

Le commissioni d’esame non hanno rispettato la consegna, hanno sovrapposto la loro attività a quella del consiglio di classe. Da qui il fallimento dell’esame di maturità.

[Tematica sviluppata in – Tra elusioni e omissioni – Nuova secondaria – 6/1999]

 

 

Decreti delegati – [DPR 416/74] – [D.Lgs 297/94]  – Il tradizionale, obsoleto modello organizzativo gerarchico-lineare  è abbandonato.  I principi delle scienze dell’organizzazione sono stati accolti.  Il D.Lgs. 150/09 sulla dirigenza pubblica sintetizza il carattere della struttura decisionale introdotta. Esso enuncia il “principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.

Nelle scuole nulla è cambiato. Il dirigente è ancora considerato e agisce come tuttologo: gli ordini del giorno che ha redatto per convocare gli organismi collegiali non hanno mai contemplato gli oggetti del  mandato loro conferito.

Ancora più grave il fatto che il ministero confermi tale devianza: gli orientamenti dei provvedimenti concernenti  la dirigenza si ispirano allo stantio modello organizzativo d’inizio secolo scorso.

[CFR. in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole” e “Quale formazione per il dirigente scolastico?”]

 

 

Programmi scuola media – [D.M. 9 febbraio 79] – “favoriscono, anche mediante l’acquisizione di conoscenze fondamentali specifiche, la conquista di capacità logiche, scientifiche, operative e delle corrispondenti abilità e la progressiva maturazione della coscienza di sé e del proprio rapporto con il mondo esterno”. Perfetta la sovrapposizione dell’enunciato alla definizione del sistema educativo pronunciata nel 2003 [art. 2 legge n° 53].

Lo studente e le sua qualità sono il fulcro dell’attività unitaria e sinergica della scuola media: “viene ribadita la corresponsabilità degli organi collegiali (consiglio di classe – collegio dei docenti – consiglio d’istituto)  in tutte le fasi sia di impostazione ed attuazione sia di verifica periodica della programmazione stessa”.

A titolo esemplificativo si trascrivono gli obiettivi delle discipline matematiche:  stimolare le capacità intuitive; verificare la validità delle intuizioni con ragionamenti via via più organizzati; comunicare con un linguaggio che faciliti l’organizzazione del pensiero; favorire una progressiva chiarificazione dei concetti ..

La scuola “in atto” ha rifiutato il cambiamento di prospettiva: è rimasta incollata alle pagine dei libri di testo.  Una scelta inefficace rispetto a “promuovere competenze”: comportamenti in cui le capacità si manifestano.

Ancora più grave il fatto che il ministero abbia confermato, rafforzandola, l’insubordinazione e abbia riaffermato la centralità dell’assetto disciplinare, proponendolo persino per la scuola primaria  [Miur – ufficio stampa – 6/3/2013]

[CFR in rete “Riformare la scuola media: perché?”]

Qualità – nota ministeriale 9/1/2001 – “Il Progetto Qualità .. favorisce lo sviluppo organizzativo delle scuole teso al perseguimento delle finalità proprie del sistema formativo”. La certificazione della qualità non entra nel merito delle decisione assunte: garantisce la fedele trasposizione del sistema di regole alle procedure decisionali;  implica la conformità delle prestazioni fornite alle disposizioni di legge.

Nelle scuole la certificazione appare come una formale enunciazione di atti e procedure, avulse dalle finalità formative e dalle finalità educative, elusiva dei processi decisionali indicati dal legislatore.

[CFR. in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole” e “Quale formazione per il dirigente scolastico?”]

 

Autonomia – art. 1 DPR 275/99 – “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione”. La definizione degli obiettivi è il momento fondante le attività progettuali.

La lettura del paragrafo  “verifica e valutazione” dei POF, da cui traspaiono gli obiettivi realmente perseguiti dalle scuole, mostra inequivocabilmente che il servizio è parcellizzato, saldamente ancorato agli assetti disciplinari, refrattario a ogni cambiamento, disattento alla voce del legislatore.

{CFR. in rete “L’autonomia scolastica, un’araba fenice”]

 

 

In un siffatto quadro d’incertezza, disorganizzato, non governato, di confusione, separato dal sociale, in cui la legge è cestinata, la professionalità dei docenti è mortificata. Gli insegnanti sono immersi in una situazione del tipo: indovina a cosa sto pensando?

[CFR. in rete “Valutare il lavoro dei docenti … alla fiera delle corbellerie”]