Nuove Tares e Imu rischiano di far chiudere tante paritarie!

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da Tecnica della Scuola

Nuove Tares e Imu rischiano di far chiudere tante paritarie!
di A.G.
Dopo quella del sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, arriva la denuncia di Filippo Pompei, coordinatore nazionale scuola di StudiCentro: chiediamo al Governo di sostenere ed equiparare queste scuole agli istituti statali anche nei trattamenti fiscali, avendo rispetto per un servizio pubblico molte volte bistrattato.
Dopo il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, giungono altre denunce sul rischio fondato di chiusura degli istituti paritari a seguito dell’introduzione dei nuovi parametri di pagamento di Tares e Imu.
Stavolta a farsi sentire, il 3 gennaio, è Filippo Pompei, coordinatore nazionale scuola di StudiCentro, secondo il quale con l’inizio dell’anno “rischiamo di vedere chiudere le prime scuole paritarie che non potranno pagare le nuove rate di Tares e Imu, quest’ultima sospesa lo scorso anno ma che dal 2014 tornerà a gravare sui già difficili bilanci della scuola non statale”.
“Purtroppo – continua Pompei – la Legge 440/97 sul finanziamento generale delle paritarie copre solo una parte dei costi sostenuti dagli istituti paritari. Queste scuole riteniamo rappresentino una parte importante dell’istruzione del nostro paese, basti pensare che secondo i dati del Miur, tra il 2007 e il 2008 gli alunni delle scuole paritarie private erano quasi un milione. Al Governo chiediamo di sostenere ed equiparare queste scuole agli istituti statali anche nei trattamenti fiscali, avendo rispetto per un servizio pubblico molte volte bistrattato”.
Il coordinatore di StudiCentro si affida quindi all’impegno delle istituzioni, in particolare del ministro Carrozza di chi opera a stretto contatto con il responsabile del Miur. “Confidiamo nell’impegno del ministero dell’Istruzione e del sottosegretario Toccafondi che è intervenuto recentemente sul tema dimostrando sensibilità per una questione che riguarda tra famiglie, studenti e insegnanti, milioni di cittadini italiani”.