Restituzione scatti 2012, monta la protesta via web: petizione al Premier Letta

da Tecnica della Scuola

Restituzione scatti 2012, monta la protesta via web: petizione al Premier Letta
di Alessandro Giuliani
“Il nostro salario è ingiusto da decenni, ma vedersi persino rubare parte dello stipendio in questo modo è un’offesa precisa e mirata e non corrisponde ai propositi dichiarati di un Governo che si era insediato con la promessa del ‘nessun taglio alla scuola’”. In poche ore la lettera, rivolta anche ai ministri, ha avuto il sostegno di migliaia di firme. A promuoverla Mila Spicola, insegnante, scrittirice e componente delle direzione nazionale del Pd: chiederò a Renzi e al partito di schierarsi contro il provvedimento.
Come si fa a richiedere, anzi, a decurtare senza permesso, senza avvertire, il già magro stipendio dei docenti e dei lavoratori della Scuola di una somma così consistente? La domanda provocatoria è di Mila Spicola, insegnante, scrittrice e componente delle direzione nazionale del Partito Democratico. Per la quale, il Governo Letta non deve chiedere “un solo euro indietro ai docenti”, attraverso la decurtazione di 150 euro mensili come restituzione di somme già pagate nel 2013 e relative agli scatti di anzianità del 2012. “Non era mai successo – ricorda Spicola – di sottrarre ai lavoratori dello Stato somme giustamente guadagnate e percepite con una modalità così brutale. La Scuola, che tutti dichiarano di mettere in cima alle agende, è fatta dalle persone che la abitano e vi lavorano che non possono essere beffate da simili provvedimenti privi di senso anche solo nelle intenzioni”.
Si esprime prima da insegnante, da addetto ai lavori. Mettendo da parte il suo essere anche cittadino impegnato in politica. “Subiamo dal 2009 il blocco di uno stipendio che è già il più basso d’Europa, decurtarlo in questo modo è un’offesa sintomatica dello spregio per il nostro lavoro. La Scuola è stato l’unico segno più del comparto pubblico nel 2013, nessuno vuole riconoscerlo o ripeterlo. Non abbiamo nessun premio di produttività, ma avere addirittura tolti i soldi è un affronto non accettabile. Questo è il ringraziamento? Il Governo precedente aveva ridotto il MOF delle Scuole per destinarlo a questi pagamenti, e adesso vengono detratte?”.
La critica al Governo diventa fortissima. “E’ un segno di grande debolezza istituzionale da non offrire ai cittadini compiere atti simili, persino solo pensarli. Per chiedere chiarimenti, perché ancora ci sembra un fatto incredibile, un equivoco che il Governo deve chiarire, e ottenere l’immediata sospensione della nota MEF n.157 del 27 dicembre 2013, abbiamo scritto noi docenti sotto forma di petizione una lettera al Premier Letta e ai ministri del Governo, che si sta velocemente diffondendo in rete e sta raccogliendo in poche ore migliaia di firme. “Il nostro salario – si legge nella petizione – è ingiusto da decenni, ma vedersi persino rubare parte dello stipendio in questo modo è un’offesa precisa e mirata e non corrisponde ai propositi dichiarati di un Governo che si era insediato con la promessa del ‘nessun taglio alla scuola’”. L’amarezza è tanta: “Siamo in Italia o a Malta? Da quando si mette mano agli stipendi in questo modo? E questo silenzio colpevole a cosa è dovuto? E’ un furto?”. Inevitabile la richiesta finale: “chiediamo che questa nota venga immediatamente annullata”.
Parallelamente alla petizione, Spicola – che nel 2011 ha scritto ‘La scuola s’è rotta’ – si impegna a portare “all’attenzione della segreteria nazionale del PD, di Matteo Renzi e dei componenti della Direzione Nazionale del Partito Democratico le firme di protesta dei tanti colleghi docenti e del personale ATA per l’ennesimo pasticcio ai danni dei lavoratori della Scuola”.
Un richiesta di chiarimenti, con la richiesta di sospensione del Provvedimento, spera ottenga il sostegno unanime della Direzione Nazionale del PD. “Ed è con il fermo proposito di difendere il ruolo della Scuola e di rappresentare gli interessi degli studenti e dei lavoratori che la abitano, che – conclude Spicola – intendo agire dentro l’organo dirigenziale del Partito Democratico, e convincere a fare altrettanto gli altri componenti”.