Ma per una buona scuola bisogna puntare su motivazione e autonomia degli insegnanti

da Corriere della Sera

Ma per una buona scuola  bisogna puntare su motivazione e autonomia degli insegnanti

Quale genitore in Italia oggi augurerebbe a un figlio o a una figlia che ha ottimi risultati scolastici di diventare insegnante?

Francesca Borgonovi, analista Ocse-Pisa

L’incidente del governo sul recupero (poi sospeso) dei 150 euro mensili di aumento degli insegnanti mette in luce uno dei problemi fondamentali della scuola italiana: la carenza di risorse e di investimenti per potenziare e stimolare/incoraggiare il corpo insegnanti. Tra il 2001 e il 2010, la spesa per studente dai 6 ai 15 anni  è cresciuta nella maggior parte dei Paesi dell’Ocse mentre in Italia è diminuita dell’8% .  Islanda e Messico sono i soli altri due Paesi Ocse dove la spesa è diminuita nello stesso periodo. I risultati dello studio Ocse/Pisa 2012 hanno evidenziato miglioramenti nei risultati degli studenti in Italia in matematica (tra il 2003 e il 2012) e nelle scienze (tra il 2006 e il 2012), ma il miglioramento in entrambi i casi è stato concentrato soprattutto nel periodo tra il 2006 e il 2009.

IL COME E IL QUANTO -E’ possibile che i tagli di spesa abbiano contribuito a frenare il trend tra il 2009 e il 2012. Lo studio inoltre mostra come, al di là di una determinata soglia di spesa per studente (circa USD 50 000), il rapporto tra spesa per studente e risultati accademici è meno forte perché è più importante come si spende di quanto si spende.  I sistemi educativi che riescono a garantire alti livelli di competenze sono quelli che investono di più negli insegnanti. L’insegnamento è una professione difficile e impegnativa. I Paesi con i risultati migliori generalmente investono molto nella formazione iniziale dei giovani che intendono diventare insegnanti e nell’aggiornamento e nella formazione continua del corpo docente. Questi Paesi inoltre investono risorse per identificare gli insegnanti più capaci e li spingono ed incoraggiano affinché insegnino nei contesti più difficili. Un punto cruciale è che questi Paesi sono in grado di attrarre nell’insegnamento alcuni dei giovani più capaci. Quale genitore in Italia oggi augurerebbe a un figlio o a una figlia che ha ottimi risultati scolastici di diventare insegnante invece che medico, dottore, avvocato o ingegnere? Salari competitivi con tali professioni sono solo uno dei tasselli del puzzle.

LE OPPORTUNITA’ DI CARRIERA – Un altro fattore chiave è dare agli insegnanti opportunità di carriera e di sviluppo personale e offrire loro un livello di autonomia professionale che gli consenta di esprimere al meglio le proprie capacità. Allo stesso tempo è importante assicurare alti livelli di trasparenza nel sistema. Lo studio Ocse-Pisa rivela infatti che l’autonomia nella scuola è associata a migliori risultati solo quando questa è accompagnata da trasparenza. Inoltre un alto livello di trasparenza permette di capire quali innovazioni nel sistema scuola funzionano e quali no, così da poter apportare miglioramenti per tutti.  Investire nell’istruzione è importante perché ogni possibilità di futura crescita economica per l’Italia dipende dalle competenze e capacità dei giovani di innovare, di creare ricchezza e valore aggiunto. Investire negli insegnanti, a determinate condizioni, è parte della soluzione, non del problema della crisi economica che il paese sta vivendo.