Scuole sicure a Trento e in Emilia RomagnaL’Aquila meglio degli edifici di Milano

da Corriere della Sera

IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE SULL’EDILIZIA SCOLASTICA

Scuole sicure a Trento e in  Emilia RomagnaL’Aquila meglio degli edifici di Milano

E la Capitale non ha inviato i dati per farsi valutare

Lilli Garrone

Non migliora la situazione dell’edilizia scolastica italiana, secondo il rapporto annuale di Legambiente (XIV edizione): troppi edifici vecchi, privi di sicurezza e a volte collocati perfino in aree a rischio. Dalla ricerca dell’associazione ambientalista risulta, infatti, che oltre il 60 per cento delle scuole italiane è stato costruito prima del 1974, il 37,6 per cento necessita di interventi di manutenzione urgente, il 40 per cento sono privi del certificato di agibilità, il 38,4 per cento si trova in aree a rischio sismico e il 60 per cento non ha il certificato di prevenzione incendi. Un panorama non edificante sugli istituti italiani alla fine del 2013, anche se si cerca sempre di più di adottare l’uso di energie rinnovabili e di edilizia sostenibile. Sono ancora poche, infatti, le esperienze modello e gli esempi di un’edilizia sicura e sostenibile, della quale Trento è il portabandiera, seguito da Prato e Piacenza; troppe, invece, le inadeguatezze da fronteggiare che accomunano il Nord e il Sud del Paese.

IL NORD – Dalla fotografia di “Ecosistema Scuola 2013” si riconfermano in testa alla graduatoria nazionale le città capoluogo del centro nord: al primo posto in classifica la già citata Trento, seguita da Prato (2°), salita di due posizioni rispetto allo scorso anno, Piacenza (3°), Pordenone (4°), Reggio Emilia (5°), Parma (6°), Verbania (7°), Forlì (8°), che si confermano anche quest’anno nella top ten della graduatoria. Quindi le nuove entrate: Sondrio (9°) e Brescia (10°). A guidare invece la classifica sulla qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica è l’Emilia Romagna con 4 città tra le prime dieci. Ad aprire invece la graduatoria delle grandi città Torino (13º) seguita da Firenze (25º), in flessione rispetto allo scorso anno, mentre sale in classifica Milano (33°). Anche quest’anno Napoli (37º) risulta prima tra le grandi città del sud. Invece Lecce (27º) e Benevento (31º) sono le prime città del sud nella graduatoria generale, anche se entrambe in discesa rispetto allo scorso anno, mentre Olbia (40º) è la prima tra quelle delle isole. L’Aquila (23°) torna in graduatoria per la prima volta dopo il terremoto del 2009 conquistando la parte medio alta. Roma, invece, non è stata inserita nella graduatoria perché ormai da diversi anni presenta dati incompleti.

I CRITERI ANTISISMICI – L’indagine di Legambiente ha preso in esame 5.301 edifici scolastici: solo lo 0,6 delle scuole risulta costruito con criteri di bioedilizia, e in particolare sono dodici i Comuni che hanno deciso di investire in questo settore. E solo l’8,8 per cento è conforme ai criteri antisismici, mentre la verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata solo sul 27,3% degli edifici. Operazione che dovrebbe valere in particolare per quelle scuole che si trovano in aree a rischio sismico, dove solo il 21 per cento degli edifici ha compiuto questa verifica. In lieve crescita, invece, i dati sull’accessibilità: l’82,3 per cento degli edifici ha i requisiti di legge, il 16,4 per cento ha realizzato interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.  Ma il dossier di Legambiente segnala anche la disparità degli investimenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria: nel 2012 l’investimento medio per la manutenzione straordinaria ad edificio scolastico è stato di 30.345 euro contro i 43.382 del 2011. E regioni come Abruzzo, Sicilia e Lombardia hanno registrato, ad esempio, un calo di investimenti nonostante vi sia un’esigenza di manutenzione straordinaria rispettivamente nel 94,5 per cento, 57,5 per cento e 49,1 per cento degli edifici.  Ma la grande novità di quest’anno è il trend positivo registrato nell’uso delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica: dal 2008 al 2013 le scuole che utilizzano fonti di energia rinnovabile sono passate dal 6,3 per cento al 13,5per cento.

LE MENSE – E altri dati positivi possono essere considerati la media costante di prodotti biologici nei pasti, pari a 56,9 per cento, mentre aumenta l’utilizzo dei pasti interamente biologici nelle mense pari all’8,5 per cento. Per quanto riguarda le stoviglie, resta ancora significativo l’uso di piatti usa e getta di plastica-carta con il 34 per cento dei casi: una mensa su tre. Dati preoccupanti arrivano, invece, dall’utilizzo dell’acqua di rubinetto nelle mense scolastiche che si attesta al 50,1 per cento, in decrescita costante negli ultimi anni nonostante sia aumentata la sensibilità sociale al valore dell’acqua come bene comune. E infine i trasporti, con l’aumento del servizio di Scuolabus arrivato al 30 per cento contro il 25,9 del 2011.  «Ancora oggi non esiste un monitoraggio complessivo e sistematico dello stato di sicurezza delle scuole italiane – dichiara Vanessa Pallucchi di Legambiente – Per questo chiediamo che venga al più presto realizzata l’anagrafe dell’edilizia scolastica che attendiamo dal 1996».