Maestra ti voglio bene

Maestra ti voglio bene

di Umberto Tenuta

 

Maestra, voglio dirti una cosa, una cosa importante per me.

Voglio dirti: Maestra, ti voglio bene!

Maestra, ti voglio bene, ti voglio un sacco di bene!

Ti voglio un sacco di bene, perché la mattina arrivi sempre con la gioia sul volto tuo bello, con la gioia che ti esce dagli occhi tuoi verdi.

Ti voglio bene, ti voglio un sacco di bene, perché la mattina ci saluti ad uno ad uno, chiamandoci per nome come fai coi figli tuoi.

Ti voglio bene, perché la mattina non sali subito sulla pedana e non ti siedi severa dietro la cattedra, ma resti con noi, in mezzo a noi, e ci domandi ad uno ad uno che cosa vogliamo fare, quale avventura vogliamo correre con la nostra sfrenata fantasia.

Ti voglio bene, perché raccogli tutte le nostre domande, e non privilegi nessuno, ma tutti ci fai sentire importanti, importanti per te.

Maestra, ti voglio bene, perché non dai mai risposte alle nostre domande, ma ci inviti a ripercorrere il lungo cammino degli uomini che si sono poste le stesse domande e si sono impegnati a trovarle, scoprirle, approfondirle sempre più.

Ti voglio bene, perché non ci mortifichi con le tue risposte ma sai aspettare che le risposte le troviamo noi.

Ti voglio bene, perché ci metti subito a disposizione tutti gli strumenti utili a trovare le risposte, strumenti che trovi nel ripostiglio di casa tua, nel ripostiglio della nostra scuola, nelle nostre tasche, invitandoci a portare a scuola tutto quello che la sera precedente la mamma vorrebbe gettare nella spazzatura e che invece viene a riempire il grande laboratorio della scuola.

Maestra, noi tutti ti vogliamo bene, perché non ci costringi a stare ore ed ore in profondo silenzio nei banchi, ma ci fai sedere a gruppi intorno a tavoli che somigliano a quelli intorno ai quali i nostri papà la sera si ritrovano al bar con gli amici.

Ti voglio bene, perché non privilegi nessuno di noi e ci lasci sempre scegliere chi deve coordinare il gruppo, a condizione che ci alterniamo in questo compito.

Ti voglio bene, perché ci dai solo alcuni orientamenti di massima sul lavoro di ricerca che dobbiamo fare noi, tutti assieme, coi contributi di ciascuno di noi.

Ti voglio bene, perché alla fine della ricerca i coordinatori dei gruppi si ritrovano per confrontare e sintetizzare i risultati delle nostre ricerche.

Ti voglio bene, perché alla fine, solo alla fine, tu prendi in mano i risultati delle nostre scoperte e li sintetizzi così bene che ciascuno di noi pensa che tu dici quello che noi abbiamo detto.

Ti voglio bere, perché tu non solo consenti ma anche ci solleciti a registrare e videoregistrare tutto quello che vogliamo con i nostri tablet e  smartphone che ormai ciascuno di noi si porta nelle cartelle al posto dei voluminosi libri di storia, geografia, scienze, italiano…

Ti voglio bene ancora, perché non ci fai annoiare con le scialbe pagine dei nostri libri di lettura ma ci fai leggere, quando ne abbiamo voglia e senza alcuna costrizione, le fiabe più belle, da Andersen a Perrault, a Collodi, a Rodari…

Susanna ti vuole bene, perché non ci obblighi a imparare a memoria le poesie ma ci leggi e ci fai leggere le poesie più belle, lasciando poi a noi la libertà di impararle a memoria, come facciamo con le canzoni ascoltate alla televisione.

Norberto ti vuole bene perchè non ci fai eseguire pagine e pagine di operazioni che per noi non hanno alcun significato, ma ci fai comprendere che cosa significano i simboli + − : x anche ricorrendo a quella storia fantasiosa degli Insiemi che sono il nostro gioco di entrare ed uscire dai cerchi di corda colorata che tu chiami Diagrammi di VENN.

E Roberta ti vuole bene perché non ci fai imparare la Geografia sul sussidiario ma sulle pareti dei palazzi che si trovano vicino alla scuola: là troviamo Rettangoli e Quadrati, Rombi e Trapezi, e ancora ancora Triangoli e Cerchi

La mia compagna Adele ti vuole bene perché ci fai giocare a creare le simmetrie coi fogli di carta, con le tempere e con gli acquerelli sui fogli colorati, e con quello strumento che i nostri babbi ci hanno costruito e che tu chiami GEOPIANO.

Maestra noi, tutti tuoi studenti, piccoli filosofi, e non più  scolari, ti vogliamo bene.

Anche Sandra ti vuole bene, perché ci fai raccontare e illustrare la storia della nostra breve vita, a cominciare da quando la mamma ci portava in giro nel suo pancione.

Filippo ti vuole bene, perché ci fai andare in giro per il nostro paese a scoprire case vecchie vecchie vecchie, che più vecchie non si può, e i nostri genitori ci hanno raccontato che lì abitavano i loro nonni, i nonni dei loro nonni…

Alberta invece ti vuole bene perché ci fai correre per monti e per valli, per fiumi e per mari, per cieli lontani e per mari abissali.

Giuseppe ti vuole bene perchè ci fai dipingere come i veri pittori, con tempere, carboncini, gessetti, pastelli, con le dita sui tablet…Tu sai, Maestra, quanti bei capolavori ogni settimana noi fissiamo sulle grandi tavole appese alle pareti per fare bella la nostra aula che per noi è una casa.

Assunta, poi, ti vuole bene perché non ci fai studiare la grammatica sul libro ma andando alla ricerca, magari sui tablet, delle parole che restano sempre uguali e che tu chiami parole invariabili, e delle parole che invece cambiano le lettere finali A in E, O in I… e ci fai cercare poi anche le parole che si sposano (tu dici coniugano!) con la O, la I, la A, e con IAMO, ATE, ANO.

Alberta ti vuole bene perché ci fai correre per monti e per valli, per fiumi e laghi, per terre lontane e vicine; perché ci fai costruire un monte di sabbia e di argilla sul quale versiamo bottiglie di acqua che scompaiono per poi riapparire come sorgenti di acqua pura.

Maestra, non dico poi quanto ti vuole bene Angela per la musica che accompagna sempre e in un sottofondo leggero le nostre attività e perchè ci fai apprendere a suonare il flauto dolce che noi preferiamo ad ogni altro strumento, dopo i coperchi, i barattoli, i fischietti…

E tutti, poi, o nostra maestra, ti vogliamo bene perché tu ci somigli tanto, sempre a giocare con noi, bambina piccola, la più grande bambina che noi abbiamo mai conosciuto e che somiglia tanto alla mamma nostra.

 

Maestra, solo un giorno, noi non ti vogliamo bene!

Il sabato.

Quando la campanella della scuola suona a mortuorio e noi dobbiamo andare via, sapendo che la domenica non possiamo venire scuola.

 

NB

Maestre  e  nomi sono personaggi di pura fantasia, ma il mio augurio è che in essi si ritrovino tutti gli studenti delle nostre amate scuole e tutti i maestri che ogni giorno vivono la festosa gioia di conoscere e di apprendere di tutti i giovani che nelle aule delle nostre scuole vivono la meravigliosa avventura della loro nascita alla condizione umana, la più grande avventura delle donne e degli uomini di tutti i tempi, grandi e piccini che essi siano.