DIFENDIAMO I VALORI COSTITUZIONALI, DIFENDIAMO I SERVIZI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

DIFENDIAMO I VALORI COSTITUZIONALI, DIFENDIAMO I SERVIZI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!!

Rinnovo dei contratti, formazione, rigida divisione tra politica e

gestione e nuovo rapporto con i cittadini: queste le risposte della

FLP/CSE al nuovo attacco a dipendenti pubblici e pensioni.

Sta entrando nel vivo la nuova “spending review” del commissario nominato dal Governo, Cottarelli, e purtroppo sembra che i nuovi tagli alla spesa pubblica si debbano di nuovo concentrare – anziché su sprechi e vera spesa improduttiva – su pensionati e dipendenti del pubblico impiego, con voci di spesa già talmente tagliate negli anni passati da aver portato ad un impoverimento insostenibile di entrambe le categorie.
Riguardo alle pensioni, non è bastata la devastante legge Fornero: ora si parla della possibilità di andare in pensione con i requisiti precedenti a questa norma ma attraverso un complicato sistema di prestiti che poi il pensionato sarebbe costretto a restituire nei decenni a venire. E si discute di tagli alle pensioni d’oro che però, in realtà, potrebbero tradursi in tagli generalizzati anche alle pensioni medie. Sulla pubblica amministrazione i numerosi interventi governativi hanno già provocato un peggioramento dei servizi all’utenza. L’ulteriore intervento di Cottarelli anziché coniugare il risparmio con il miglioramento dei servizi alla cittadinanza rischia di provocare un vero e proprio smantellamento della pubblica amministrazione, unico baluardo che assicuri il rispetto dei valori costituzionali, primo fra tutti il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione tra i ricchi e i ceti meno abbienti. I continui tagli alla sanità e alla scuola hanno già minato alla base alcune eccellenze del nostro Paese che assicuravano a tutti – a prescindere dalle condizioni economiche – il diritto alla salute e all’istruzione. L’ultimo pasticcio sul recupero dei soldi a insegnanti e personale non docente della scuola – benché (forse) rientrato – testimonia di un sempre più scarso interesse della politica nei confronti di settori strategici per la crescita del nostro Paese. Allo stesso tempo – viene da chiedersi – come pretendiamo che dall’estero investano in Italia se la giustizia civile funziona male e si progettano tagli di risorse in questo settore? Come valorizzare l’enorme patrimonio di beni culturali se non ci sono i soldi nemmeno per pagare gli addetti? Come recuperare l’enorme evasione fiscale se si tagliano gli stipendi agli operatori del fisco? Come assicurare sicurezza ai cittadini se non si investe nelle forze dell’ordine? Se è vero che oggi buona parte della pubblica amministrazione non riesce ad assicurare servizi efficienti, bisogna interrogarsi sulle cause e intervenire su quelle anziché continuare a impoverire i dipendenti e chiudere uffici sul territorio. È inutile continuare a tagliare gli stipendi dei lavoratori pubblici se è dimostrato, dati alla mano, che sono tra i meno pagati d’Europa e il loro numero è inferiore a quello della maggior parte dei paesi europei. Bisogna concentrarsi da un lato sulla demotivazione che quattro anni di blocco dei contratti e degli stipendi hanno provocato e sul fatto – anch’esso provato – che i mancati investimenti in formazione hanno fatto dei dipendenti pubblici italiani i peggio formati d’Europa; dall’altro sul rapporto devastante tra politica e gestione: la politica, anziché assicurare il funzionamento dei servizi con piani e programmi adeguati, ha usato il lavoro pubblico dapprima, decenni fa, come ammortizzatore sociale e oggi lo sfrutta a fini di consenso sociale quando non di finanziamento per l’attività politica. La vera spesa fuori controllo – lo abbiamo detto più volte – è quella per i consumi di beni intermedi e la nostra classe politica con la collaborazione, a volte attiva altre omissiva, dell’alta dirigenza, controlla spesso anche i più piccoli appalti senza nessun riguardo né per l’efficienza né per l’economicità né tanto meno per il valore costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione. Oggi, di fronte a questa situazione, non solo è diventato irrimandabile dire le cose come stanno ma bisogna più che mai prendere posizione pubblicamente e proporre nuove soluzioni. Rinnovare immediatamente i contratti, investire in formazione, favorire il turnover nella pubblica amministrazione, lottare contro gli sprechi e le clientele alimentate dalla classe politica, pretendere la rigida divisione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, cambiare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, sono alcune delle battaglie che la FLP ha fatto e rilancerà nei prossimi giorni con nuove proposte per difendere i valori costituzionali che solo una pubblica amministrazione efficiente può garantire.
In sostanza, è impossibile migliorare l’efficienza dell’amministrazione pubblica chiudendo uffici e mettendo in atto processi di mobilità selvaggia fino ad ipotizzare o minacciare licenziamenti dei dipendenti pubblici. È invece possibile razionalizzare l’architettura amministrativa attraverso progetti organici e veri e propri piani industriali che mettano al centro il cittadino e i servizi. I risparmi veri si fanno con piani complessivi che riducano le diseconomie, lotta agli sprechi e alle corruttele e non certo tagliando in modo scriteriato stipendi, salario di produttività e presidi dello Stato sul territorio.
Sinora l’azione della FLP/CSE è stata orientata in questo senso:

1.   Abbiamo presentato lo scorso mese di giugno all’ARAN, al Governo e ai gruppi parlamentari le linee guida di piattaforma contrattuale per il rinnovo dei contratti del triennio 2013-2015;

2.   Abbiamo consegnato agli stessi gruppi parlamentari proposte per eliminare gli sprechi della pubblica amministrazione;
3. 3. Siamo stati l’unico sindacato ad avere fiducia nella legge e nella Costituzione, tanto da chiedere ai giudici di dichiarare incostituzionale il blocco dei contratti, ed abbiamo ottenuto dal Tribunale di Roma un ordinanza che riconosce le ragioni dei lavoratori e il rinvio alla Corte Costituzionale della decisione.

Nonostante le nostre proposte e le azioni prodotte il Ministro D’Alia, anziché discutere con i rappresentanti dei lavoratori, si è eclissato. Tutte le promesse, sue e del Governo, sul miglioramento delle condizioni lavorative, l’assunzione dei precari, formazione e riapertura delle carriere sono rimaste lettera morta, come già era successo con il ministro precedente. Non resta che rilanciare con più forza e tenacia la nostra proposta politica e la nostra azione a difesa della Costituzione e del Lavoro Pubblico anche con una manifestazione che si terrà, proprio nei luoghi della politica, entro la fine del mese di febbraio. Chiediamo a tutti i lavoratori di schierarsi al nostro fianco partecipando alle iniziative della FLP e, in modo ancor più diretto, costituendosi insieme a noi innanzi alla Corte Costituzionale per far dichiarare il blocco dei contratti contrario alla Costituzione. Come è agevole constatare da quanto sinora descritto, la FLP si è mossa in modo tempestivo e costruttivo. Se invece nel frattempo qualcuno cercherà di fare da stampella al Governo, prefigurando percorsi che facciano perdere ancora mesi di tempo e portino ad aprire tavoli contrattuali alla fine dell’anno o giù di lì, per poi stipulare contratti che portino nelle tasche dei lavoratori poco o nulla e solo a partire dal 2015, sappia che troverà nella FLP un pungolo quotidiano.
I contratti vanno rinnovati subito e con risultati economici soddisfacenti,
non certo a costo zero e a babbo morto!

LA SEGRETERIA GENERALE