Digitale a scuola, meglio a piccole dosi

da Redattore Sociale

Digitale a scuola, meglio a piccole dosi: “il tablet non è un coltellino svizzero”

Durata: 4′ 29”

Roberto Casati è direttore di ricerca del Cnrs dell’Institut Nicod di Parigi e autore del libro “Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere”. Oltre a difendere il libro cartaceo dal suo cugino digitale, Casati affronta la spinosa questione del rapporto tra didattica e tecnologia. “Bisogna esercitare un sano principio di precauzione – risponde il ricercatore a chi gli chiede quale ruolo la tecnologia debba rivestire all’interno della scuola pubblica – perché non è ancora chiaro il contributo pedagogico che le nuove tecnologie possano dare”.

Secondo le ultime ricerche scientifiche l’introduzione della tecnologia a scuola potrebbe essere vantaggiosa per i discenti se impartita a piccole dosi, ma diventerebbe controproducente all’aumentare del tempo dedicatole. “Una delle ragioni più probabili del perché questo accade – spiega Roberto Casati – risiede nel fatto che le tecnologie di oggi siano molto distraenti e abbassino la soglia dell’attenzione”. “Io non sono assolutamente contro la tecnologia nella scuola, ma sono contro a una pericolosa logica di sostituzione che oggi sembra prevalere –  conclude lo scrittore. – La scuola oggi sembra vedere nei tablet una sorta di coltellino svizzero, uno strumento cioè che permette di fare tutto, ed è per questo che si sta dirigendo nella direzione della sostituzione degli strumenti didattici con questo supporto digitale. Ma, pensateci bene, nessuno chef sostituirebbe i suoi strumenti da cucina con un coltellino svizzero”.(Servizio a cura dell’Agenzia Amisnet – 24 gennaio 2014)

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