La protesta dei sindaci contro Imu e Tares blocca i finanziamenti per l’edilizia scolastica

da Corriere della Sera

TUTTO ARENATO DA DICEMBRE

La protesta dei sindaci contro Imu e Tares blocca i finanziamenti per l’edilizia scolastica

Risorse ferme, l’Anci fa saltare la Conferenza Stato-Regioni

I soldi per la ristrutturazione delle scuole italiane sono bloccati in Conferenza Stato-Regioni perché l’Anci, l’associazione  nazionale dei sindaci, da un mese diserta gli appuntamenti in segno di protesta contro la legge di stabilità . «Non sappiamo come chiudere i bilanci,  la nostra protesta è  causata da motivi più che gravi», spiegano i primi cittadini.  Chiarendo: «Per noi la scuola è prioritaria, abbiamo sempre collaborato: il nostro ritardo è irrilevante rispetto a quelli che ci sono stati in passato». Ma  palazzo Chigi denuncia: se ci fosse stata la riunione del 19 dicembre, il mese scorso sarebbero stati nominati i membri dell’Osservatorio dell’edilizia scolastica, a gennaio si sarebbe riunito l’organismo e adesso sarebbe senz’altro in corso l’elaborazione della programmazione 2013-2015 per gli 850 milioni dei finanziamenti della Banca europea degli investimenti europea e della Banca europea per lo sviluppo. «Invece l’appuntamento del 19 dicembre è saltato, quello del 16 gennaio pure, la riunione del 23 gennaio anche. Se i sindaci non sbloccano la situazione, tutti i progetti per l’edilizia scolastica restano arenati – spiega Alessandro Aresu, della task force del governo – Eppure i sindaci sono quelli che sbandierano sempre l’importanza di scuole sicure». Domani, martedì 28 gennaio, un nuovo incontro tra governo  e Anci dovrebbe sciogliere il nodo. Ma comunque fino al 6 febbraio, giorno fissato per la prossima Conferenza, non cambierebbe nulla.

LE TRE QUOTE DI RISORSE BLOCCATE- L a Conferenza Stato-Regioni è fondamentale perché venga dato il via libera al processo per la costituzione dell’Osservatorio sull’edilizia scolastica e all’Anagrafe scolastica, entrambi previsti da una legge del ‘96 ma mai effettivamente messi in moto. Fino al 1° agosto del 2013, quando finalmente il governo Letta ha dato un’accelerata al processo: fondamentale, perché senza i progetti concreti di ristrutturazioni o di nuove edificazioni, che vengono stilati dall’Osservatorio sulla base delle indicazioni contenute nell’Anagrafe, i soldi non possono essere stanziati. «E non parliamo solo di quelle risorse previste dal decreto istruzione, cioè il famoso mutuo di 30 anni e 850 milioni da chiedere agli organismi europei- spiega Aresu – ma anche degli interventi rimasti non coperti dalla prima tranche di fondi del dl Fare». I 692 interventi già messi in cantiere per il 2014, infatti, sono quelli coperti dai 150 milioni del Dl Fare: ma le richieste di intervento delle Regioni erano molto più numerose. In Sicilia, ad esempio, ci sono diverse decine di casi di progetti urgenti avanzati rimasti senza copertura. Ma c’è una terza quota di fondi  che rischia di restare bloccata senza il lasciapassare della Conferenza Stato-Regioni: ovvero quella che riguarda i fondi Inail destinati alle aree colpite da disastri naturali, come Emilia Romagna o Sardegna, e alle aree dove ancora lo Stato paga locazioni onerose per occupare edifici fatiscenti, come in Sicilia e Campania. «Anche in questo caso, senza i dati precisi sulle scuole su cui intervenire, non si può procedere allo sblocco dei fondi: ed è sempre l’Osservatorio a dover individuare i casi su cui stornare le risorse», conclude Aresu.

I FONDI EUROPEI- A margine, esiste in realtà anche un’altra porzione di soldi che potrebbe essere destinata alle scuole e rischia di finire altrove. Ovvero i fondi comunitari, che in base all’informativa del ministro alla Coesione territoriale Carlo Trigilia del 27 dicembre scorso devono essere riprogrammati, soprattutto per quanto riguarda il Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Puglia). Anche in quest’ultimo caso, senza progetti, e senza graduatorie di priorità, non c’è alcuna chance di vedersi assegnare le risorse.

LA DIFESA DEI SINDACI- «Non c’è niente di più sbagliato che dire che stiamo boicottando l’edilizia scolastica», protesta Daniela Ruffino, responsabile scuole dell’Anci. «E’ tanto tempo che l’Anci perora le cause dell’Osservatorio e dell’Anagrafe, che chiediamo di poter avere deroghe al patto di stabilità per rendere le nostre scuole sicure. Il fatto che l’Anci non frequenti la Conferenza unificata nell’ultimo mese e mezzo non può cancellare tutta la collaborazione che abbiamo sempre dimostrato: dal 1° agosto, potevano anche convocare prima l’incontro per la costituzione dell’Osservatorio, no?». In sostanza, l’Anci non ci sta a tenere sulle spalle il peso della responsabilità del blocco dei fondi e ribadisce: «Per noi la scuola è prioritaria, sia l’Osservatorio che l’Anagrafe sono strumenti fondamentali e faremo di tutto per renderli operativi. Dopo anni di interminabili riunioni e accordi, non è un mese e mezzo – conclude Ruffini -a cambiare le cose».

Valentina Santarpia