Una biblioteca per non vedenti, arrivano gli “uomini libro”

da Redattore Sociale
24 gennaio 2014

Una biblioteca per non vedenti, arrivano gli “uomini libro”

Dopo la chiusura della sede torinese del “Libro parlante”, l’Unione italiana ciechi ha “assoldato” una serie di volontari che si occuperanno di registrare titoli richiesti direttamente dagli utenti. Tra chi presterà la propria voce, attori, giornalisti e appassionati

TORINO – Una nuova audiobiblioteca per i non vedenti. I cui titoli verranno “convertiti” su richiesta degli utenti. Accade a Torino, dove l’Unione italiana ciechi, da sempre in prima fila nella difesa del diritto alla cultura per i disabili, ha affidato a trenta volontari  il compito di registrare una serie di libri da destinare a chi da solo non può più leggerli.  Gli “Uomini libro”  (questo il nome del progetto, come in “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury) si sono già messi al lavoro: i primi due titoli sono stati consegnati ieri, e al momento sono in fase di registrazione. Tra i volontari che se ne stanno occupando ci sono attori, giornalisti e appassionati di letteratura, che sono stati forniti dall’Uici di microfoni,  software di registrazione, materiale insonorizzante e di tutto ciò che occorra per una simile operazione. E che  “saranno in grado – puntualizzano all’Uici – di dare spessore alla lettura, restituendo la tensione narrativa al testo senza bisogno di calcare troppo la mano”.

“I volontari – spiega Sergio Prelato, consigliere Uici – sono stati reclutati lo scorso marzo, durante un concerto organizzato nel conservatorio Verdi di Torino. Quella sera abbiamo lanciato la nostra proposta, e molte delle persone presenti hanno aderito entusiasticamente”. Un’ iniziativa che, nelle parole degli stessi promotori, “nasce dal basso”. E che permetterà a chi non può più leggere di continuare a scegliere di quali testi e quali parole nutrire la propria cultura. “Chiunque – continua Prelato – può chiederci di convertire convertire un testo: basta presentarsi nella nostra sede di corso Vittorio portando il libro che si deidera far registrare;  noi provvederemo ad assegnare il testo a un volontario, che si occuperà di registrarlo e riversarlo su un file digitale. Oltre ad essere consegnati ai rispettivi richiedenti, i titoli andranno a comporre un archivio digitale che vorremmo condividere anche con le biblioteche civiche della zona”.

E all’Uici ci tengono a rimarcare come questo sia anche un modo per combattere la crisi. “Tutto nasce con la chiusura della sede torinese del Libro parlante, – precisa Prelato – una struttura che si occupa a sua volta di audiolibri. In tempi di spending review, abbiamo dovuto sacrificare una sede per poter continuare a far sopravvivere le altre presenti sul suolo nazionale. Purtroppo è toccato a quella di Torino; e questa iniziativa è il nostro modo di rispondere alle restrizioni che tutti, ormai, dobbiamo affrontare. Continueremo, peraltro, a collaborare con le altre sedi, scambiandoci i titoli disponibili: in questo modo potremo registrare molti libri fuori catalogo o di nicchia. Il primo che ci è stato consegnato è un testo molto raro, scritto ai tempi della resistenza: ce lo ha dato una signira di Ivrea, per cui quel libro aveva un enorme valore affettivo”. (ams)