31 gennaio Riorganizzazione MIUR e PNR in CdM

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Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 31 gennaio, ha approvato un regolamento per la riorganizzazione del MIUR, in conformità con quanto disposto dal decreto legge in materia di revisione della spesa pubblica (n.95 del 2012)


Regolamento di organizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

A seguito della riduzione del 20%, la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali generali viene ridotta da 34 a 27 posti, con una contrazione di n. 7 posti di dirigente di I fascia. La riduzione dei n. 7 uffici dirigenziali generali si realizza attraverso due diverse azioni:

  • la soppressione di n. 3 direzioni generali in seno all’amministrazione centrale, una per ciascun dipartimento;
  • la direzione, da parte di dirigenti non generali, degli Uffici scolatici regionali con una popolazione studentesca inferiore a n. 150.000 unità, e cioè l’Ufficio scolastico regionale per il Molise (42.000 studenti), l’Ufficio scolastico per la Basilicata (84.000 studenti), l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria (119.000 studenti), l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia (145.000 studenti).

Per quanto riguarda gli uffici dirigenziali di livello non generale, la  riduzione della dotazione organica è stata superiore al 20%, a causa di compensazioni orizzontali (operate dal Funzione Pubblica) e verticali (con enti di ricerca), adottate sulla base della direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione n. 10/2012. Pertanto la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali di livello non generale viene ridotta da 544 posti a 413 posti – di cui 191 dirigenti tecnici e 222 dirigenti amministrativi – con una contrazione di n. 131 uffici.

Relativamente al personale di livello non dirigenziale, per effetto della riduzione della spesa pari al 10% di cui al sopraccitato decreto legge, cui si sono aggiunte compensazioni verticali e orizzontali, la nuova dotazione organica dei posti non dirigenziali passa da 7.034 posti  a 5.978 unità, con una contrazione di 1056 posti corrispondenti ad un risparmio (pari ad euro 34.958.508).
La dotazione organica complessiva del personale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarà, dunque, complessivamente pari a 6.418 unità:

  • 27 dirigenti di I fascia
  • 413 dirigenti di II fascia
  • 2.490 unità di Area III
  • 3.144 unità di Area II
  • 344 unità di Area I

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha presentato al Consiglio dei ministri il Piano Nazionale per la Ricerca (PNR) 2014-2020.

Il nuovo PNR, che si vuole trasformare da triennale a settennale (2014-20) per allinearsi con il Programma Quadro europeo Horizon 2020, si pone come obiettivo:

  • rilanciare la ricerca in Italia;
  • avviare Grandi Progetti Nazionali di innovazione;
  • creare nuova occupazione;
  • favorire la crescita dell’autonomia dei nostri ricercatori e il trasferimento non solo di tecnologie e brevetti, ma anche di competenze, all’interno di una cornice Paese.

È il frutto di una consultazione molto ampia portata avanti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, che sta coinvolgendo tutti gli stakeholder maggiori, pubblici e privati, centrali e regionali, raccogliendo finora 2.145 manifestazioni di interesse. Il Programma è il risultato quindi di un grande impegno di ascolto, coordinamento e internazionalizzazione e punta a definire un sostanziale cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, con l’obiettivo di rimettere il sistema della ricerca al centro dei meccanismi di creazione di ricchezza culturale, sociale ed economica del Paese.
Il Programma identifica un piano d’azione attento alle sfide maggiori che la società contemporanea propone, identificate a livello comunitario, e al tempo stesso frutto di una declinazione nazionale di quelle sfide, che emerge dalla strategia di specializzazione intelligente dei territori. Le sfide individuate sono undici:

  • Scientific and cultural progress;
  • Health, demographic change and wellbeing;
  • European Bio-economy Challenges;
  • Secure, clean and efficient energy;
  • Smart, green and integrated transport;
  • Climate action, resource efficiency and raw materials;
  • Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective societies;
  • Space and astronomy;
  • Secure societies – protecting freedom and security of Europe and its citizens;
  • Restoring, preserving, valuing & managing the European Cultural Heritage, Creativity;
  • Digital Agenda.

Tre sono gli assi prioritari sui quali il Programma si muove: a) lo sviluppo e l’attrazione di capitale umano altamente qualificato, da inserire nel tessuto produttivo del Paese; b) l’identificazione di un numero limitato di importanti progetti tematici (con il corredo delle rispettive infrastrutture) a forte impatto sul benessere dei cittadini; c) la promozione, anche attraverso il trasferimento di conoscenza e competenze, della capacità d’innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, prevede di investire circa 900 milioni di euro l’anno (6,3 miliardi in 7 anni) per la realizzazione del Programma. A questi si aggiungeranno le risorse destinate al PNR dagli altri Ministeri o Enti finanziatori.
Entro 60 giorni dall’approvazione del PNR da parte del CIPE, verranno costituiti dei Comitati di Programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell’intervento, in primo luogo le Regioni, che ne definiranno linee guida e programmi.

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Programma Nazionale per la Ricerca presentato in Cdm

(Roma, 4 febbraio 2014) Il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha presentato in Consiglio dei Ministri il Programma Nazionale della Ricerca. Rilanciare la ricerca in Italia, avviare Grandi Progetti Nazionali di innovazione, creare nuova occupazione, favorire la crescita dell’autonomia dei nostri ricercatori e il trasferimento non solo di tecnologie e brevetti, ma anche di competenze, all’interno di una cornice Paese. Sono alcuni dei grandi obiettivi del Pnr. La durata del Programma nazionale verrà estesa da 3 a 7 anni per allineare l’Italia con il Programma Quadro europeo Horizon 2020. L’investimento complessivo del Miur è di 6,3 miliardi di euro su 7 anni, 900 milioni all’anno.

Un finanziamento che crescerà attraverso la collaborazione con gli altri partner istituzionali interessati. “Per la prima volta – ha spiegato Carrozza – tutti i Ministeri si coordineranno per dare vita al Programma”. Si sovrappongono a quelli di Horizon 2020 anche gli 11 temi identificati nel Piano Nazionale: dal progresso scientifico alla salute, dalla bioeconomia al clima, dallo spazio e l’astronomia all’agenda digitale.

“L’obiettivo – ha aggiunto il Ministro – è rilanciare la ricerca italiana e darle la capacità di attrarre capitale umano qualificato, al quale poter offrire la prospettiva di una pianificazione settennale”. Il Pnr, ha sottolineato il Ministro, nasce dalla consultazione molto ampia degli stakeholder interessati, realizzata in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico. Sono già oltre duemila le manifestazioni di interesse arrivate dalle istituzioni e dai privati consultati. Entro 60 giorni dall’approvazione del Pnr da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) verranno costituiti dei Comitati di Programma specifici per ciascuna linea di intervento.

Ricerca: Carrozza presenta PNR in Consiglio dei Ministri
Dal Miur investimenti per 900 milioni l’anno

(Roma, 31 gennaio 2014) Rilanciare la ricerca in Italia, avviare Grandi Progetti Nazionali di innovazione, creare nuova occupazione, favorire la crescita dell’autonomia dei nostri ricercatori e il trasferimento non solo di tecnologie e brevetti, ma anche di competenze, all’interno di una cornice Paese.

Sono alcuni degli obiettivi del nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR), che è stato illustrato oggi in Consiglio dei Ministri dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza.
Il nuovo PNR, che si vuole trasformare da triennale a settennale (2014-20) per allinearsi con il Programma Quadro europeo Horizon 2020, è il frutto di una consultazione molto ampia portata avanti dal MIUR in collaborazione con il MISE, che sta coinvolgendo tutti gli stakeholder maggiori, pubblici e privati, centrali e regionali, raccogliendo finora 2.145 manifestazioni di interesse. Il Programma è il risultato quindi di un grande impegno di ascolto, coordinamento e internazionalizzazione e punta a definire un sostanziale cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, con l’obiettivo di rimettere il sistema della ricerca al centro dei meccanismi di creazione di ricchezza culturale, sociale ed economica del Paese.
Il Programma identifica un piano d’azione attento alle sfide maggiori che la società contemporanea propone, identificate a livello comunitario, e al tempo stesso frutto di una declinazione nazionale di quelle sfide, che emerge dalla strategia di specializzazione intelligente dei territori. Le sfide individuate sono 11:

  • Scientific and cultural progress
  • Health, demographic change and wellbeing
  • European Bio-economy Challenges
  • Secure, clean and efficient energy
  • Smart, green and integrated transport
  • Climate action, resource efficiency and raw materials
  • Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective societies
  • Space and astronomy
  • Secure societies – protecting freedom and security of Europe and its citizens
  • Restoring, preserving, valuing & managing the European Cultural Heritage, Creativity
  • Digital Agenda

Tre sono gli assi prioritari sui quali il Programma si muove: a) lo sviluppo e l’attrazione di capitale umano altamente qualificato, da inserire nel tessuto produttivo del Paese; b) l’identificazione di un numero limitato di importanti progetti tematici (con il corredo delle rispettive infrastrutture) a forte impatto sul benessere dei cittadini; c) la promozione, anche attraverso il trasferimento di conoscenza e competenze, della capacità d’innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime.

Il MIUR prevede di investire circa 900 milioni di euro l’anno (6,3 miliardi in 7 anni) per la realizzazione del Programma. A questi si aggiungeranno le risorse destinate al PNR dagli altri Ministeri o Enti finanziatori.

Entro 60 giorni dall’approvazione del PNR da parte del CIPE, verranno costituiti dei Comitati di Programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell’intervento, in primo luogo le Regioni, che ne definiranno linee guida e programmi.