Quota 96: un’altalena di speranze

Quota 96: un’altalena di speranze

Sin dall’emanazione della riforma Fornero del sistema pensionistico abbiamo sottolineato che tra le ingiustizie causate dalla riforma c’era quella relativa al personale del comparto scuola, per il quale ai fini del computo del servizio prestato vale l’anno scolastico e non quello solare, come recita l’art. 1 del DPR 351/98.

Proprio in questi giorni è in discussione per l’ennesima volta alla commissione lavoro della Camera il testo con gli emendamenti proposti per sanare anche la quota 96.
La FLC CGIL ha da subito evidenziato che un provvedimento legislativo non avrebbe avuto costi elevati, considerato che la platea interessata al riconoscimento dei requisiti pensionistici è di numeri ristretti (circa 4.000).

Come sottolineato più volte nelle notizie sul nostro sito (4 giugno 2013, 5 giugno 2013, 6 settembre 2013, 22 novembre 2013) non soltanto la FLC CGIL ha intrapreso ricorsi legali al Tar, al Consiglio di Stato per conto di coloro che avrebbero avuto i requisiti pensionistici ante riforma Fornero al 31 agosto 2012, ma ha fatto più volte appello al Parlamento perché sanasse una palese ingiustizia. Nel mese di giugno abbiamo scritto alla Ministra Carrozza per chiedere un suo intervento risolutore.

Un duro giudizio politico è stato espresso dalla FLC CGIL anche verso il governo Letta per non aver raccolto ancora in nessun provvedimento legislativo gli emendamenti presentati  più volte in difesa della quota 96, nella convinzione che nessuna risoluzione di natura giudiziaria, facente seguito a ricorsi legali degli interessati, ha dato torto ai ricorrenti e che l’alto numero di precari nel comparto esigono dalla politica un atto di coraggio.

La FLC CGIL considera per tutti i lavoratori e le lavoratrici la riforma Fornero una gabbia dalla quale è difficile uscire. È necessario reintrodurre criteri di flessibilità in uscita, senza penalizzazioni ulteriori rispetto a quelle che già il sistema contributivo comporta.