Gratis al museo: il decreto non arriva. E il prof paga

da Corriere della Sera

La misura attuativa del Decreto Istruzione già finanziata con 10 milioni di euro

Gratis al museo: il decreto non arriva. E il prof paga

Non si sblocca il decreto interministeriale che prevede ingresso libero a musei e mostre. La Uil: «Valuteremo azioni legali»

E gli insegnanti pagano. Gli era stato promesso che mostre e musei avrebbero spalancato loro le porte, gratis, per consentirgli di godere del patrimonio artistico nazionale. Ma la data indicata per l’entrata in vigore della misura (il 10 gennaio), è trascorsa da ben trenta giorni e loro continuano a mettere mano al portafogli per contemplare capolavori come «La ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer, in mostra in questi giorni a Bologna, le opere di Giacometti alla galleria Borghese di Roma, l’esposizione di Andy Warhol al Palazzo Reale di Milano.

UN MESE DI RITARDO –  La questione sulla mancata attuazione del provvedimento che prevedeva l’accesso gratuito del personale della scuola a musei statali e siti di interesse archeologico, storico e culturale,  attuativo della Legge n. 128 dell’8 novembre scorso (il Decreto Istruzione) era già stata sollevata dalla Uil Scuola a metà gennaio. Il decreto attuativo interministeriale – valido in teoria per tutto (e solo)  il 2014 –  controfirmato da Miur e Beni culturali, che avrebbe dovuto essere emanato entro 60 giorni dall’approvazione del Decreto Istruzione (quindi l’11 gennaio scorso) e che si avvale di uno stanziamento di 10 milioni di euro doveva essere pronto, secondo i calcoli del sindacato, un mese fa.

LA FIRMA  – Il ministero dei Beni Culturali, interpellato allora, minimizzava: «È stato già acquisito il concerto del Miur, la pubblicazione è imminente», rispondevano. Sollecitati di nuovo, martedì, questo l’aggiornamento: «Il ministro Bray ha firmato oggi il decreto. Che ora passa  al Miur e poi al Mef. Tutto regolare: la pubblicazione è prevista a giorni». Intanto, però,  i prof  sono costretti a finanziare di tasca propria  tutte le occasioni di arricchimento culturale.

MENO COMPITI, PIÙ MUSEI – Si sentono presi in giro, perché non possono usufruire di un diritto garantito da una legge già in vigore ma non applicata. Al danno, si aggiunge la beffa delle esortazioni del ministro Carrozza, che già in occasione delle vacanze di Natale invitava i prof a rincarare la dose delle visite nei siti di cultura di cui il nostro Paese possiede un ricco patrimonio: «Visitate i musei e date meno compiti a casa ai vostri studenti, invogliandoli invece a visitare mostre e musei», aveva proposto.  Sponsorizzando proprio le agevolazioni contenute nel Decreto Istruzione.

RITARDO – «La visita a un museo – commenta il segretario generale Uil, Massimo Di Menna – oltre che stimolo culturale personale, per un insegnante è parte del proprio aggiornamento professionale. È questo il fondamento della norma: dare un’occasione concreta alla professione docente e riconoscerne lo status. Anche questa settimana gli insegnanti, che avrebbero potuto entrare gratuitamente – in virtù di una legge approvata e finanziata per il 2014 – hanno, invece, pagato il biglietto perché il decreto attuativo non è pronto. Servono due firme, Istruzione e Beni Culturali, che, a 30 giorni dalla scadenza prevista dalla legge, ancora non arrivano. Sono queste le contraddizioni di un’Italia dove le rare opportunità – sottolinea Di Menna – per incomprensibili cavilli burocratici, non si possono utilizzare».

RIMBORSO SPESE – Che si tratti di colpevole ritardo o di intoppi burocratici, il sindacato promette di mantenere alta la guardia: «Se tra una settimana ci troveremo di fronte ad un ulteriore rinvio  – fanno sapere dalla Uil – daremo avvio a procedure legali per il rimborso spese». Intanto, sul sito Internet dell’organizzazione compare la segnalazione, costantemente aggiornata, dei giorni di ritardo del decreto.  E sempre  sul sito compare la scheda con il cronoprogramma dei provvedimenti attuativi previsti dalla legge.

Antonella De Gregorio