Manifestazione dei DS davanti al MIUR

da tuttoscuola.com

Il dirigente scolastico ha rapporti obbligatori con 12 diversi Enti

Manifestazione dei DS davanti al MIUR

Non si può continuare con la logica dei tagli senza nessuna logica funzionale“, “E’ ora di mettere ordine nelle norme che mirano solo al risparmio e creano ingiuste disparità di trattamento“. Sono le proteste dei dirigenti scolastici che oggi, giunti da tutta Italia, hanno manifestato davanti al ministero dell’Istruzione. La protesta è stata promossa da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals.

Abbiamo – spiega Rosa Cirillo, della Uil Scuola – responsabilità e competenze aumentate nel tempo a cui non corrispondono riconoscimenti professionali adeguati“.

La dirigenza scolastica “non è in nessun modo equiparata alle altre dirigenze. Spesso non si considera – spiega la sindacalista – che un dirigente scolastico mantiene rapporti obbligatori, con la possibilità di essere multato se non vengono rispettati dei criteri e delle scadenze, con almeno 12 enti differenti per finalità e funzione: Inps – ex gestione Inpdap – Inail – Agenzie delle Entrate – Ragioneria territoriale dello Stato – Rilevazioni statistiche – Uffici di collocamento – ASL – Consip – Revisori dei conti – Autorità di gestione – Avvocatura dello Stato – Giudici del lavoro. Inoltre ha la gestione di più di una struttura scolastica, ha in media più di mille alunni, più di 100 docenti, più di 30 persone del personale Ata. Ha obblighi di trasparenza ed è garante della privacy. Mantiene rapporti sindacali e normativamente è ritenuto alla pari del datore di lavoro, quindi responsabile anche di anomalia che autonomamente non può risolvere“.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il blocco dei contratti regionali, conseguenza immediata del blocco del Fondo Unico Nazionale. Fondo che raccoglie le somme, la parte variabile dello stipendio dei dirigenti. L’ufficio centrale di bilancio ha inteso che le retribuzioni dei dirigenti dovessero subire un taglio mensile di 150 fino a 200 euro mensili, decurtando dal fondo somme già precedentemente individuate, accantonate, e per le quali si era  firmato un contratto nazionale alla presenza dell’amministrazione e dei sindacati rappresentativi della categoria. Una riduzione – conclude – che non risponde a nessuna logica funzionale“.