Valutare che chi come

Valutare che chi come

di Umberto Tenuta

 

Parliamoci chiaro, Direttore D’AGOSTO, chi ha il dovere e il diritto di educare?

Se l’educazione è, come è, il completamento della prima gestazione, il diritto di educare appartiene ai genitori, come peraltro sancisce l’articolo 30 della Costituzione italiana.

E se, in una società democratica e non totalitaria, non statalistica, i genitori sono i soli titolari del diritto di educare, e ne hanno anche il dovere, ad essi, e ad essi soltanto, spetta il diritto di educare, e quindi di valutare.

Sappiamo tutti come finora sono andate le valutazioni fatte sulla scuola.

E sappiamo come vanno le cose in Italia.

Quis costudiet ipsos custodes?

Forse solo i genitori.

Solo i genitori non possono ingannare i loro figli: nessun genitore, nessun padre, nessuna madre inganna i figli suoi.

L’amore di madre, l’amore di padre è al di sopra di ogni sospetto.

Quale madre sciagurata non vuole che suo figlio sia forte, bello e alto?

E l’educazione è l’alimento per diventare forti, belli e alti, alimentati, adulti.

Orsù dunque, genitori, reclamate i vostri diritti ed esercitate i vostri doveri.

Se in collegio ancora volete inviare i vostri figli, fate come i potenti e i ricchi che i collegi dei loro figli scelgono loro.

La nostra è una società di uguali, non ci possono essere giovani privilegiati, figli di papà, come il misericordioso Papa Francesco ha predicato.

La nostra è una società di eguali.

Certamente, questo lo vuole, ne sono certo, anche il nostro beneamato Giorgio.

E, allora, le cose sono semplici, molto semplici.

Chiunque le capisce.

Ai genitori il diritto di educare e scegliere da chi farsi aiutare.

Genitori, non lasciate che altri decidano del destino, del domani, della vita futura dei vostri figli!

Genitori, il buon Dio non fa nascere i migliori solo nelle case dei dottori.

Il buon Dio è giusto ed equo, e anche misericordioso.

Anche i vostri figli, sì, proprio i vostri figli, o poveri contadini, possono diventare grandi scienziati e santi, filosofi e Presidenti del consiglio dei ministri.

Ne avete un esempio nel presente.

E allora, allora, allora?

Bando ad ogni dotta disquisizioni, bando a tutte le ricerche e a tutti gli studi.

Il buon senso, diceva Aristide Gabelli che di scuola si intendeva, è il miglior metodo per conoscere la verità.

Che siano i genitori a dover educare e a dover scegliere da chi farsi aiutare, valutando di continuamente, è lapalissiana verità, come stabilire quale pranzo preparare anche per i figli dei poveri.

Ai genitore, poi, non interessa chi, come, quanto e con quali strumenti si gestisce la scuola.

Importante è che essi diano i voti alle scuole.

Sappiamo come andavano le cose di scuola a Sparta e ad Atene.

Sappiamo chi oggi manda i propri figli alle più prestigiose scuole mondiali.

In una società democratica tutti debbono essere uguali, senza privilegi di casta, di nascita, di ricchezza accumulata non si sa come.

Sono d’accordo su questo tutti i cittadini italiani, tutti gli elettori italiani, tutte le madri, tutti i padri italiani?

Credo di sì.

E, allora, caro Presidente Renzi, cambiamo verso nella scuola, anche nella scuola, anche e soprattutto nella scuola!

Presidente Renzi, consulta anche tua moglie, chiedile se anch’ella è d’accordo.

Io non so se tua moglie è d’accordo, ma so che è una scrupolosa maestra e soprattutto una madre amorosa.

Ed anche tu sei un padre amoroso, prima che un Presidente della speranza, della speranza di tutti gli studenti delle scuole d’Italia.

Di tutte le madri, di tutti i padri, o Renzi!