Diritto allo studio diritto al successo formativo della ministra Giannini

Diritto allo studio diritto al successo formativo della ministra Giannini

di Umberto Tenuta

 

Diritto allo studio!

E se dicessimo diritto al successo formativo?

Non cambierebbe niente.

Ma forse sarà meglio precisare, specificare, chiarire.

Fiumi di inchiostro sono stati versati sul diritto allo studio.

Laghi di inchiostro sono stati versati sul successo formativo.

Mari di inchiostro sono stati versati per chiarire che cosa la suola deve garantire a tutti i figli donna.

 

Costituzione italiana:

Articolo 3 − È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 30 − E’ dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli..

Articolo 33 − …La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

C’è di più.

Articolo 1,  D.P.R. 275/1999 − << L’autonomia delle istituzioni scolastiche …si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.

 

Successo formativo

Lo possiamo identificare con il pieno di gruppo della persona umana di cui all’articolo 3 della Costituzione repubblicana del 1948?

Mi sembra di sì.

Può dunque, la Repubblica assicurare solo il diritto studio ai capaci e meritevoli, che poi occorre precisare se tali siano per nascita o per i positivi condizionamenti socio-culturali?

E, allora, quando la Neoministra dell’istruzione parla di diritto allo studio, forse vuole dire diritto al successo formativo. 

Diversamente, ci troveremmo con un ministero liberale in un governo democratico, in aperto contrasto con il democratico Presidente del consiglio dei ministri.

Una Ministra con un programma opposto a quello del suo Presidente.

Nel Governo di cui è parte, parte che non dovrebbe contraddire il tutto.

Mi sembra che fin qui potremmo essere d’accordo.

Il diritto allo studio si identifica con il diritto al successo formativo garantito a tutti i figli di donna.

Ma cosa è il successo formativo?

È stata già detto chissà quante volte, e anche da parte di chi scrive.

Successo formativo o pieno sviluppo della persona umana. 

Pieno, sì, cioè integrale, comprensivo di tutte le dimensioni della persona umana, da quella fisica a quella musicale, da quella intellettiva a quella affettiva, da quella cognitiva a quella motoria eccetera.

Viene spontaneo domandarsi se i figli di donna nascono con ben precise potenzialità da rendere attuali, da sviluppare, da educare (ex−ducere). Diventare quello che si è, diceva Pindaro.

L’educazione è il venir fuori di quello che si è potenzialmente.

Ma dobbiamo ancora credere a Pindaro?

Dobbiamo ancora credere che la formazione della personalità si identifica col suo sviluppo, col suo uscir fuori dal sviluppo, col suo venir fuori?

Questo lascerebbe pensare il termine educazione (ex-ducere, trarre fuori), termine non democratico, in contrasto con la Costituzione democratica.

Perché se così fosse, santi ci nascerebbe, non si diventerebbe, senza meriti per chi lo diventa e senza demeriti per chi non lo diventa.

È Dio che fa nascere santi.

Fa nascere santo Mario, e non Filippo.

Ma fin qui, mica sarebbe poi un gran male.

In fondo si può vivere anche senza essere santi.

Il problema vien fuori invece per coloro che nella vita rubano, sfregiano, uccidono.

Delinquenti nati, senza colpe!

Come fate a condannarli?

Non dovevate individuarli prima, come faceva Hitler, sin dalla nascita, e inviarli nelle carceri, nei lager?

Ma innocenti avreste condannato, perché non è colpa loro se uccidono, è colpa di madre Natura, natura benigna e natura matrigna.

Oh natura!

Oh Natura, perché non rendi poi quel che prometti? Perché di tanto inganni i figli tuoi?

Ma no! La natura non inganna nessuno.

L’uomo non è un essere naturale.

L’uomo è una essere culturale, creatore e creatura della cultura.

Nati non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza, dice il Poeta.

Ogni figlio di donna è un candidato alla condizione umana, alla sua piena umanizzazione, a seguir virtute e canoscenza.

Uomini si diventa solo attraverso i processi formativi, o educative che dir si voglia, processi che iniziano sin dal concepimento, dalla formazione dello zigote.

Lo zigote, senza danni genetici, materni e paterni che siano, è una promessa di vita, è una promessa senza confini: sarà un santo, un poeta, un musicista, un presidente dalla repubblica… o sarà un peccatore incallito, sarà un poeta oppure un noioso oratore, sarà un musicista all’Abbado oppure un capostazione che fischia la partenza del treno, un presidente del consiglio o l’ultimo elettore del reame.

Scrive Kant che <<La bestia è già resa perfetta dall’istinto… L’uomo invece… non possiede un istinto e deve quindi formulare da sé il piano del proprio modo di agire… La specie umana deve esprimere con le sue forze e da se stessa le doti proprie dell’umanità. Una generazione educa l’altra… L’uomo può diventare tale solo con l’educazione>>[1].

Uomini si diventa…

La scuola ha l’obbligo di garantire il successo formativo a tutti i figli di donna.

Solo la scuola, poveretta?

Non ce la farebbe. Ha bisogno del sistema formativo integrato.

Anzi è il sistema formativo integrato che ha bisogno della scuola, perchè le varie istituzioni educative, famiglia, vicinato, chiesa, ambiente socio culturale, paesaggio geografico e antropologico… cooperino.

La scuola.

La scuola nasce per garantire la piena formazione, il successo formativo di tutti i figli di donna.

Il diritto allo studio è diritto al successo formativo, sin dalla famiglia, sin dalla scuola dell’infanzia, sin dalla scuola primaria, sin dalla scuola secondaria di primo e di secondo grado.

E allora, la scuola insegna?

No, la scuola promuove e coordina i processi di inculturazione attraverso i quali il figlio di Eva diventa un uomo del XXI secolo.

Un uomo integrale, un uomo che in sè accoglie Dante e Abbado, Erodoto e Colombo, Giotto e Van Gog…

Tutto a tutti, lo diceva J.A.Comenio.

Tutto a tutti, a seconda dei bisogni, non delle doti.

La scuola non fa le parti uguali tra diseguali!

Unicuique suum!

A ciascuno secondo i suoi bisogni.

A chi ha cenato la sera prima un primo piatto, a chi non mangia da una settimana quattro portate!

E le Maestre, i Maestri?

Dispensatrici, dispensatori di briciole di conoscenza?

Le conoscenze, no, la conoscenza vi farà liberi.

La conoscenza che tutto comprende: sapere, saper fare, saper essere,.

Nuclei concettuali fondanti, non l’enciclopedia della Storia, della Geografia, delle Scienze…

Capacità, capacità di ragionare, capacità di leggere e scrivere, capacità di suonare il violino…

Saper essere, atteggiamenti, amore della Matematica, amore della Geografia, amor di ogni umano sapere, quello della filosofia.

Un bel programma il suo, onorevole Ministra Giannini.

Un bel Programma del successo formativo di tutti i giovani cittadini italiani che alla vita si affacciano,  nella Sua stagione, stagione felice, che speriamo di poter ricordare fino alla nostra, fino alla Sua settima generazione., onorevole Ministra Giannini

Un bel Programma, un bel p

Programma che come ogni programma ha un titolo:

programma del successo formativo.

Così farà scrivere sul cornicione del suo Ministero, concellando finalmente quelle tracce del ministero dell’educazione nazionale che fino a oggi lo imbrattano!

 



[1] KANT E., Pedagogia, O.D.C.U., Rimini, 1953, pp.25-27.