Libri di testo

LIBRI DI TESTO BOOKINPROGRESS BOOKMIEI

di Umberto Tenuta

Leopardi a scuola non andava, ma i libri di testo si trovava, là nella paterna ricca biblioteca.
Quella era il suo sussidiario, quelli erano i suoi libri testo. 
Ma forse ognuno di noi è un Leopardi in formato mignon, a meno che non vogliamo prendere in considerazione i talentuosi gianniniani.
Ognuno di noi dopo, ma un po’ anche durante il corso degli obbligatori studi −che obbligatori non possono essere, se studi, amori sono− la sua biblioteca personale si crea nella mente, e sa dove leggere le poesie, dove la filosofia, dove il polo −Polo Nord, Polo Sud, Marco Polo−, andandoselo a cercare, là negli scaffali, e oggi ancora più facilmente nei Nbk, negli Smartphone, nei Tablet che si porta nelle tasche, nei Tablet da polso, nei Tablet degli occhiali, nei Tablet del medagliere del taschino. 
A differenza dei libri cart vuacei che sono pesanti, pesanti da leggere, pesanti da portarli nel borsello, i nostri libri digitali personali sono leggeri, e li consulti con un solo click.
Oddio, non lo dico alla UTET, ma chi volete che al giorno d’oggi salga sullo sgabello, col rischio di cadere e rompersi le costole, come a me è capitato, per ricercare il tomo XXVII, la pagina 827, la riga terza?
Suvvia, è così facile!
Digiti MARGHERITA,  e men che te lo aspetti, ti arrivano le margherite in fiore, Margherita di Savoia ed il motto latino non mittere margaritam ante porcum. 
Voglio dire che oggi ognuno di noi, come ieri inconsapevolmente faceva con le sue sinapsi cerebrali, oggi fa con i suoi collegamenti digitali, ed ognuno ha il  suo ordinato sussidiario personale. 
Se lo costruisce giorno dopo giorno, ora una pagina qua dai Canti di Leopardi, ora una pagina là, dai Sonetti di Foscolo, ora una pagina qui, dall’Atlante De Agostini, ora una pagina là, dalle mappe di Cristoforo Colombo. Pensate ai vantaggi, ho il testo scritto, ho le immagini anche video, le musiche di accompagnamento, con la recitazione di Vittorio Gassman  con la dizione di Arnoldo Foà…
Ma scherziamo? 
Un bello e orribile mostro si sferra, corre gli oceani, corre la terra…
Ma non facciamo ridere!
Quanti piagnistei per l’invenzione dell’arco romano!
Quanti piagnoni per quello sciagurato di Gutenberg!
Quante esecrazioni per le scoperte di Marconi! Quanti, quanti e ancora quanti abomini per la scoperta del digitale!
Suvvia, non è proprio ieri che le mie raccoglitrici di ulive avevano sostituito alle dita della mano le assicelle di legno per tener dietro alla veloce raccolta delle olive che nei sacchi delle dita delle due mani non riuscivano più a rientrare.
Il treno corre , corre veloce, corre le terre… lontane lontane, là su Marte, là nello sperduto universo! 
Chi resta a piedi, resta sulla terra, non si salva nella nuova Terra, là sperduta ai confini dell’universo.
Ma, ritornando a noi, qui sulla terra, io la mia biblioteca me la costruisco sul tablet, anzi sul Kindle paperwite! 
È una biblioteca multimediale, è una biblioteca che mi porto sempre appresso nel mio, è una biblioteca nella quale trovo facilmente ciò che mi ha incantato d’amore, è la biblioteca mia, una biblioteca che non pesa, come la mia testa. 
Io, ma anche ognuno dei miei venticinque marmocchi che ad ascoltare mi stanno solo quando alla lontana cerco di imitare il mio rivale Gassman, il mio rivale Benigni. 
Mala tempora currunt! 
Chi vuol essere lieto sia, di doman non c’è certezza…
Godiamoci ancora l’ultima pila dei libri di testo! 
Forse è l’ultima volta che lo facciamo.
Come gli incantati uditori del cieco Omero