Scuola, il piano Renzi-Giannini. Ma partono le proteste su bonus maturità e scatti dei prof

da Repubblica.it

Scuola, il piano Renzi-Giannini. Ma partono le proteste su bonus maturità e scatti dei prof

Un piano straordinario di interventi sugli edifici scolastici, merito degli insegnanti, scatti stipendiali e scuole paritarie. Ma su due delle prime proposte nasce la polemica 

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Renzi riparte dalla scuola. Nel discorso di ieri in occasione del voto di fiducia al Senato il neo premier ha più volte citato la scuola come punto di partenza di un Paese in estrema difficoltà. “Ma come? – si chiede retoricamente Renzi – Di fronte alla crisi economica parti dalle scuole? Sì: di fronte alla crisi economica non puoi non partire dalle scuole”. Non sarà certo la contabilità delle parole a dare l’idea dell’importanza di un settore, ma il fatto che nell’intervento il presidente del Consiglio ha pronunciato per ben 13 volte la parola “scuola” e 7 volte la parola “insegnanti” un significato lo avrà. Anche la nuova inquilina di viale Trastevere, Stefania Giannini, non ha aspettato più di tanto a spiegare ai giornali come la pensa sulle più importanti questioni sul tappeto riguardanti la scuola. 

Sono ancora linee guida, come quelle enunciate in alcune interviste dal neoministro Giannini. Accolte con grande attenzione ma già con due nervosismi già emersi: quelli dei sindacati dei docenti sulla ipotesi del ministro di toccare gli scatti di anzianità, e quelli che iniziano ad arrivare dal mondo degli studenti per l’ipotesi di reintrodurre il bonus-maturità finito in una delle clamorose figuracce del governo Letta.  

Precari. Renzi ha le idee chiare sul ruolo dell’istruzione, forse perché la moglie Agnese conosce bene quel purgatorio dantesco che è il precariato della scuola. “Metto a verbale  –  chiarisce subito a scanso di equivoci  –  che la scuola è il punto di partenza” e oltre alle riforme occorre impostare “un diverso atteggiamento verso la scuola” per ripartire. “Noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che non parta dalla centralità della scuola (…) Mi piacerebbe che chi ha la presunzione di avere la verità in tasca avesse la possibilità di confrontarsi con le insegnanti delle scuole e le famiglie nella loro vita di tutti i giorni. (…) Il compito di un insegnante è straordinario”.

Piano sugli edifici scolastici.
Per questo “nei processi di riforma occorre coinvolgere dal basso gli operatori della scuola”, ma anche “recuperare quella fiducia, quella credibilità, recuperare quella dimensione per cui se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si può tornare a credere che l’educazione sia davvero il motore dello sviluppo”. Renzi ha annunciato che, partendo da Treviso, ogni settimana visiterà una scuola “per dimostrare che da lì riparte un Paese”. E si partirà dando sicurezza agli edifici scolastici, attraverso un piano straordinario di interventi – dell’ordine di qualche miliardo di euro – da tenere fuori dal Patto di stabilità. In tre mesi, il governo vuole dare un segnale concreto per rimettere in sesto il patrimonio scolastico nostrano.

Premiare gli insegnanti.
Parallelamente, la nuova ministra ha parlato di merito degli insegnanti, scatti stipendiali e scuole paritarie. Ripartire dalla scuola vuol dire premiare gli insegnanti migliori, ribadendo quello che ha anticipato a Repubblica sul reclutamento degli insegnanti: “Ogni scuola recluti i propri insegnanti”.  Per questo il meccanismo degli scatti stipendiali automatici non piace affatto alla Giannini e pensa di rivederlo. Ma, secondo il nuovo ministro, per rilanciare la scuola occorre anche valutare le stesse, ma non con intenti punitivi. I sindacati, sul tema degli scatti, hanno già alzato gli scudi, ricordando alla neoministra che il contratto della scuola è scaduto nel 2009 e i docenti italiani sono tra i meno pagati d’Europa e della pubblica amministrazione italiana.

Bonus maturità e test d’ammissione.
In effetti, riconosce la ministra, 53 miliardi per gestire scuola, università e ricerca sono pochi in un paese che ne spende 274 in pensioni. Occorrono più risorse per il diritto allo studio universitario e più investimenti in ricerca. Senza lasciare indietro le scuole paritarie, che complice la crisi stanno vivendo un momento difficile. Su altre importanti tematiche, il ministro confessa di avere alcune idee ma di doverle approfondire studiando. Sui test di ammissione all’università si dichiara “perplessa”, ma non sembra intenzionata a fare cambi in corsa come è avvenuto nel recente passato. Mentre sembra intenzionata a ripristinare il bonus-maturità ma con modalità diverse da quelle che ne hanno fatto una telenovela durante gli ultimi esami di maturità. Ma anche su questo il nervosismo tra gli studenti inizia ad affiorare. Le maggiori organizzazioni studentesche legano il “no” al bonus maturità alla battaglia cvontro il numero chiuso per l’accesso a una parte delle facoltà universitarie. Un tema che per il ministro Giannini si annuncia già particolarmente spinoso.

Liceo breve ed ebook. Sull’accorciamento del percorso scolastico e sulla tecnologia a scuola la Giannini si mostra piuttosto tiepida. La prima questione, rilanciata dalla sperimentazione avviata in 5 istituti dal suo predecessore Maria Chiara Carrozza e riconosciuta come liceo breve – della durata di quattro anni – lascia perplessa la ministra, non convinta del fatto che accorciare di un anno il percorso di studi possa essere un’idea carta vincente. Anche sulla tecnologia a scuola è piuttosto prudente. Va bene a computer e tablet ma, a naso, la prospettiva di non avere più i libri cartacei sui banchi non le sembra una carta vincente.