“Ma il ruolo dell’insegnante resta centrale”

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da la Repubblica

“Ma il ruolo dell’insegnante resta centrale”

La didattica frontale rimane anche se gli alunni sono preparati sul tema del giorno

DIRE che la lezione si fa a casa guardando video e siti internet serve soltanto, e una volta di più, a sminuire la figura dell’insegnante ». Roberto Casati, direttore di ricerca del Centre National de la Recherche Scientifique, la più grande e prestigiosa organizzazione di ricerca pubblica in Francia, ed esperto di tecnologie applicate all’istruzione, è favorevole al metodo ma con delle riserve. Cos’è che non la convince? «Nella pedagogia capovolta prima si studiano dei materiali a casa e poi se ne parla in classe: questo è un vantaggio per i professori, che si trovano davanti una classe già “sintonizzata” sul tema del giorno. Ma il metodo non esime l’insegnante dal fare una lezione frontale: anzi, l’insegnante non può certo limitarsi a fare da “facilitatore”». La tecnologia può migliorare la qualità dell’insegnamento? «Come in tutte le cose serve una robusta dose di buon senso. La fantasia che piace oggi a ministri e sottosegretari di mezzo mondo è quella di una progressiva sostituzione dell’insegnamento vivo con vari gadget tecnologici. Se si pensa che gli studenti “seguano dei corsi a casa” perché guardano video o siti, si finisce con il considerare che i corsi in classe possano essere veramente sostituiti. Non è vero. Dobbiamo ragionare su delle logiche di accompagnamento e capire che alcune cose possono essere fatte con l’aiuto della tecnologia e altre no». Quali aspetti del metodo della scuola tradizionale dovrebbero essere conservati? «Oggi si crede che l’insegnamento debba formare agenti in grado di competere nel mercato globale. Mi sembra un’immagine estremamente riduttiva. Una volta l’istruzione era considerata un valore in sé, l’insegnante aveva un ruolo esemplare e si metteva in gioco in prima persona. Ecco, questo aspetto va preservato».