Bellezza e bontà

BELLEZZA E BONTA’ L’IDEALE DEI GRECI

di Umberto Tenuta 

Kalos kai agathos, bello e buono.
L’ideale greco dell’uomo si esprimeva nella sintesi di bello e di buono. di bellezza e di bontà,. 
La bellezza si coniuga con la bontà e la bontà con la bellezza. 
Se ce ne fosse pure bisogno, basterebbe questa interazione per rendere forte l’esigenza della formazione alla bellezza, della formazione artistica sin dai primi anni di vita del bambino, nella famiglia, nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria.
Educare al bello nelle sue mille sfaccettature, dal bello dei colori dei fiori al bello dei monti, delle valli, dei mari, del cielo, delle stelle, del sole che sorge e che tramonta arancione all’orizzonte, nei mari e sui monti.
Educare al bello dei canti, della poesia, della musica, dei movimenti del corpo, del salto, del tuffo, della danza… 
Il bello come obiettivo essenziale da tenere sempre  presente in ogni attività formativa della scuola.
C’è il bello dei colori e delle forme, a cominciare dall’arcobaleno e dalle simmetrie della natura, che  nel corpo umano abbondano. 
C’è il bello dalla parola, della poesia, del canto, della musica. 
C’è il bello della poesia.
Quante occasioni perdute! Quanti danni!
Foscolo, Pascoli, Leopardi, Carducci… ridotti ad esercizi mnemonici, a traduzione in prosa, a noticine! 
Perché non educare all’ascolto delle poesie, utilizzando gli strumenti oggi disponibili per far ascoltare nelle aule i grandi dicitori alla Gasman, e perché no alla Benigni?
Lo ricordo, ci sono nelle scuole dei bravi docenti che sanno recitare bene.
Utilizziamo per tutte le classi queste competenze. L’ho suggerito e l’han fatto a Faiano un tempo lontano. 
E, poi, la grande bellezza delle forme, da quella delle foglie, degli animali, delle figure geometriche…
Quanta è grande la bellezza intorno a noi!
La bellezza della natura, la bellezza dall’architettura…
E ancora la bellezza del canto, la bellezza di Beethowen! 
Ragazzo, ascoltavo la bella pastorella che cantava tra le ginestre in fiore. Oh quante melodie risuonavano là, nella mia piccola valle, e quanto mi innamorava quel canto!
Ancora, la bellezza dalla Matematica! Altro che arido calcolo di numeri dati a casaccio, calcolo di perimetri e di aree irreali.
Il ritmo è numero, il numero è ritmo.
Le foglie si susseguono sullo stelo e sul tronco secondo un ritmo, la fillotassi.
Ammiriamo incantati le forme delle piante, degli animali, dei minerali, dei monti, delle valli, della luna, del sole, delle stelle!
L’educazione fisica nella scuola, oh che tormento le quaranta flessioni! 
Ma che bella la danza!
Non c’è forse in ogni scuola una maestra che pratica la danza e la amerebbe far apprendere a tutti gli studenti della scuola?
E, via, utilizziamo tutte le specifiche competenze dei docenti, anche quelle artistiche.
Quella coreografiche, quelle poetiche, musicali, canore, pittoriche, e chi più ne ha più ne metta. 
Quanto spazio dovrebbe e potrebbe essere dedicato all’arte nelle scuole, per rendere sensibili gli animi al bello e quindi al bene.
Un’anima bella è anche una anima buona. 
Forse non abbiamo visto quanto brutto appare il cattivo, che correttamente noi chiamiamo mostruoso!
Suvvia, non c’è solo una disciplina specifica dall’arte, ma tutte le discipline possono dare un contributo all’educazione artistica, anche la geografia, anche la fisica, anche la matematica.
Importante è sapere che i giovani debbono crescere in virtute e canoscenza.
E la virtù i Greci chiamavano aretè, verità, bellezza, bontà, virtù.
A scuola non si memorizza l’enciclopedia dei saperi, magari con le sue mappe concettuali, ma si formano uomini in virtute e canoscenza, in bellezza e bontà.
Questo già gli Ateniesi avevano capito ed avevano creato il modello di democrazia a cui noi ancora aspiriamo.
E che la scuola può aiutare a realizzare solo che smetta la presunzione di sostituirsi alle enciclopedie e ad Internet