Poesia si impara a scuola

POESIA SI IMPARA A SCUOLA

di Umberto Tenuta 

 

A scuola si imparano le poesie, si imparano a spiegare e si imparano a memoria.

Ma le poesie non sono prose, non sono prose con termini e concetti difficili da capire con l’intelligenza umana!

Lapalissiano, no?

Eppure a scuola le poesie si traducono in prosa, quando addirittura non si riassumono, ed i docenti le spiegano bene agli studenti.

A scuola i docenti spiegano le poesie.

 

IL SABATO DEL VILLAGGIO di Giacomo Leopardi

Ragazzi, questa è una poesia di Giacomo Leopardi, un poeta. che bello non era o ragazzine care! e che quando vedeva un bicchiere d’acqua pieno a metà, diceva che era mezzo vuoto!

Capite, un poeta pessimista!

Bene, ragazzi!

Lasciamo stare il suo pessimismo, poi lo studierete meglio alle scuole secondarie superiori.

La donzelletta

La giovinetta, oggi diremmo la ragazza,

vien dalla campagna

Chiaro, no, un tempo c’erano pure le campagne, oggi no, ma qualche volta una campagna pure vostro padre è riuscito a farvi vedere

in sul calar del sole

Ragazzi, nell’ora di Geografia vi ho spiegato bene che il sole non cala, ma che è la terra a girare intorno al sole. Ma lasciamo stare, così si diceva una volta, il sole cala

col suo fascio dell’erba

E sì, la poverina lavorava, andava a tagliare l’erba per l’asino di suo padre, mica allora c’era il divieto di far lavorare i minorenni!

e reca in mano un mazzolin di rose e viole

E porta in mano un mazzolin di rose e di viole, rose forse selvatiche, mica rose tea, e viole, bé , un tempo le violacciocche pure in campagna crescevano senza giardinieri.

Tutto chiaro, no, non è un fascio, ma un piccolo mazzo di fiori.

onde, siccome suole, ornare ella si appresta

Difficile, certo! Ora vi spiego io. Sennò che ci sto a fare, io, con la mia laurea con centodieci e lode?

Cominciamo!

Onde, ma non onde del mare, non onde elettromagnetiche, ma, è un termine poetico che vuol dire con le quali, quali, pronome relativo femminile plurale.

siccome suole

Non le suola delle scarpe, per carità, ma anche questo è un termine poetico, vuol dire è solita.

ornare ella si appresta

dimani, al dí di festa, il petto e il crine.

Ornare, chiaro! Si adorna, si fa bella che più non si può.

Ella si appresta.

Attenti, ragazzi!

La ragazzina non ha fretta, non vuol fare presto.

Ancora, questo è un termine poetico e significa si dispone, si accinge, si impegna, oh quanto si impegna!

dimani,

Dimani, bè, forse lo capite, termine poetico per dire domani.

al dí di festa

Oddio, questo proprio lo sapete.

Il giorno della festa!

Insomma la domenica.

Anche nei piccoli paesi la domenica era festa e le ragazzine, un po’ meno di oggi, ma anche allora amavano farsi ammirare, magari per trovarsi un fidanzatino, come adesso, del resto.

Nevvero, tu, Luciana, non ti far rossa, sei d’accordo?

il petto

Il petto, bè, mica scoperto come oggi, ma un po’ anche!

e il crine

No, ragazzi, non è come vi ha detto la mamma vostra, non è il crine del materasso.

Ora non si usa più. Ora ci sono i Permaflex, ma un tempo si usava il crine, un vegetale.

Ma qui crine vuol dire un’altra cosa.

Anche questo è un termine poetico che vuol dire i capelli: i capelli, capite!

La ragazzina si accinge ad ornarsi il petto ed i capelli.

I capelli, sì, mica una volta si andava dalla parrucchiera che ti modella e colora i capelli come tu vuoi, anche a voi maschiacci.

Una volta l’unico vezzo delle donne era di fissarsi ai capelli dei fiori di campo, con i ferretti, piccoli ferri.

Ora vi è tutto chiaro?

Sì, bene!

Io ve la ho spiegata per benino, voi fate la piccola fatica di tradurre questa poesia in prosa e poi la imparate a memoria in versi.

Capite, vi raccomando!

Attenzione tu, in fondo all’aula, tu disturbi sempre, disturbi i tuoi compagni attenti, colla bocca chiusa per benino e gli occhi spalancati, con le mani conserte.

Tu disturbi anche me che sono il tuo professore, sì, tu osi disturbare il tuo grande −certamente più grande di te−, il tuo grande professore.

Finisco, ora, perché mi avete stancato.

Finisco e vi dico, vi avverto, vi preannuncio che dopodomani chi non mi sa ripetere la poesia a memoria e non mi porta la traduzione in prosa, avrà un bel,  no, un brutto zero tagliato.

 

Lo so, o miei venticinque lettori, docenti che per ordine del Dirigente scolastico mi leggete per riferirgli, questa è una parodia surreale!

A scuola, per carità, non si fa così!

Ma quale professore oggi farebbe una cosa del genere?

A scuola, oggi, nella scuola dei nostri giorni, nel secolo XXI dell’era cristiana, tanto per intenderci, nel XXI secolo D.C., oggi a scuola i professori non spiegano e non impongono di imparare a memoria le poesie.

Ma essi, i professori, che bravi di più non si può, le poesie le dicono, le recitano, imitando un po’ Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, …Benigni, per quanto sappiano fare loro, bravi in lettere antiche e moderne, ma non fini dicitori laureati.

E se proprio recitare non sanno, essi utilizzando le LIM o il Tablet, fanno assistere i loro allievi alla recitazione  di un fine dicitore, anche se non bravo quanto loro, ma sempre meglio di loro.

E se voi ascoltate una poesia recitata da Vittorio Gassman, da Arnoldo Foà, da Giorgio Albertazzi, non avete soltanto capito il significato letterale della poesia, ma avete sentito il cuore battervi di gioia, di tristezza, di malinconia, dei sentimenti e delle emozioni più grandi che il cuore umano conosce, il cuore, che è intelligenza, fantasia, melodia, musica, canto dell’anima.

La poesia è poesia o non è poesia!

A scuola occorre imparare l’alfabeto per saper leggere.

Ma a scuola occorre imparare anche a sentire la poesia, a leggerla, a scriverla, perché ogni essere umano, in fondo, in fondo, proprio in fondo al proprio cuore, è un poeta.

Nihil humani a me alienum puto… 

A scuola si impara a leggere ed a scrivere in prosa, ma anche a leggere ed a scrivere poesie.

Poeti non si nasce, ma poeti si diventa nella scuola, piccoli o grandi poeti, non importa.

Sì, o brave Maestre, o bravi Professori, a scuola ai vostri studenti offrite l’opportunità di ascoltare le poesie dei grandi Poeti, le poesie che affascinano, che incantano, che prendono il cuore, che portano in un altro mondo, nel mondo meraviglioso della Poesia che pure il fanciullino nel suo cuorino sente!