Il «ballu tundu» e i cento baci: inizia il count down per la maturità

da Corriere.it

Le tradizioni più diffuse

Il «ballu tundu» e i cento baci:  inizia il count down per la maturità

Cento giorni al primo scritto dell’esame di Stato. Da Teramo a Livorno, i riti degli studenti per sdrammatizzare e prepararsi alla fatidica data

di Antonella De Gregorio

Cento giorni sono un orizzonte abbastanza lungo da contenere, insieme, ansia ed ironia. Il terrore della bocciatura, il conteggio della pagine da studiare, la tesina, le «prove» della terza prova. Ma ci sta anche, nei cento giorni che scattano martedì 11 marzo,  il conto alla rovescia, il rito, l’incoscienza. Dal giorno dopo poi – il «meno 99» all’esame – si studia per davvero.

Count down

La maturità incomincerà, da calendario Miur, il 18 giugno 2014. L’11 marzo parte  il conto alla rovescia. Che per tradizione gli studenti  declinano in riti scaramantici, radicati soprattutto in alcune zone d’Italia. Come il «ballu tundu», il ballo tondo che si fa in Sardegna, con un richiamo ai riti celtici; o le «cento cose da fare» di prassi a Pisa e in altri luoghi della Toscana: cento baci, cento salti, cento giri intorno alla Torre, cento palleggi…«tutto può aiutare, basta farlo cento volte», racconta uno studente in un video pubblicato su Youtube. Nella città della Torre che pende, un tempo i maturandi segnavano i cento giorni che li separavano dall’esame, accarezzando la lucertola scolpita sulla porta del Duomo in Piazza dei Miracoli.

Tra sacro e profano

Oggi che è transennata per evitare danneggiamenti,  la domanda che si sente formulare tra i tantissimi ragazzi accampati sull’erba della Piazza è:  «Che cosa “centate” voi?». E tutto va bene, pur di non rompere la tradizione. Il che vorrebbe dire, sicuro, attirarsi  le ire di San Gabriele, patrono dei maturandi. Già, perché la ricorrenza ha anche questo risvolto sacro. In provincia di Teramo, soprattutto, dove ogni anno  i maturandi  vanno in pellegrinaggio al santuario di San Gabriele,  ai piedi del Gran Sasso. «Celebrazione della messa, confessioni, momenti di ritiro – spiega Noemi Grillo, pr manager di ScuolaZoo, il portale degli studenti che raccoglie e mette in rete le iniziative di  tutta Italia – . E poi, il rito più sentito dagli studenti: la benedizione delle penne che i ragazzi useranno per le prove scritte della maturità». Anche al Santuario di Santa Rita, a Cascia, dove gli studenti portano una rosa in dono alla Santa, si benedicono le penne. In alcune città della Sicilia, invece, i maturandi salgono in ginocchio i gradini dei santuari della loro città. Articolata la prova da superare a Livorno: «Salire in ginocchio i gradini del Santuario di Montenero – elenca Noemi –  saltellare per la piazzetta su una gamba, tante volte quante il voto desiderato, tirare (girati di schiena), la monetina al di sopra dell’arco con la speranza che l’attraversi, accendere il cero dopo aver scritto il voto desiderato e metterlo nella cappella della Madonna, e pregare nel Santuario».

Il rito dell’onda

«Noi saremo presenti alle celebrazioni sacre di Teramo, e a quelle profane di Viareggio  – dice Noemi – per fare festa con gli studenti e documentare  l’evento». In  Versilia, è previsto che i maturandi si radunino sul lungomare per il «rito dell’onda»: si  scrive sul bagnasciuga  il voto con cui ci si vorrebbe diplomare e si aspetta che l’onda lo cancelli, segno che si potrà contare sulla buona sorte.

A cena coi prof

Negli anni, poi, si sono consolidate anche tradizioni spurie: cene con i professori, magari per ingraziarsi proprio quelli che presenzieranno alla maturità; serate in discoteca o gite al mare, karaoke a casa con i compagni e scampagnate all’insegna del divertimento. Il  budget  per divertirsi? Si fa il conto in queste ore, aprendo la «scatola salvadanaio» – altra tradizione pre-maturità – una colletta che gli studenti hanno fatto per raccogliere i fondi da destinare alla giornata.