La scuola efficace – Dirigere la valutazione per migliorare

22° Convegno DiSAL: un’occasione per il bene della scuola italiana.

 

Domani, 13 marzo, inizia a Roma il 22° convegno nazionale di DiSAL. Oltre 150 dirigenti scolastici e rappresentanti dell’amministrazione convenuti da ogni regione, si confronteranno sul tema di estrema attualità per la scuola italiana: “La scuola efficace – Dirigere la valutazione per migliorare”. Al centro dell’appuntamento cultura, responsabilità e competenze per una nuova dirigenza.

Le più recenti ricerche mostrano che i Paesi in cui le scuole godono di autonomia e si sottopongono a una valutazione periodica dei risultati sono quelle in cui si innalzano i livelli di insegnamento e apprendimento, perché gli operatori della formazione sono motivati alla crescita umana e culturale degli studenti.

L’azione del valutare rappresenta, in tal senso, uno strumento per favorire, nelle scuole, un’educazione alla libertà ed alla responsabilità, di tutti e di ciascuno.

Valutare e far scoprire il valore dell’azione culturale e formativa che una scuola realizza è, perciò, uno dei compiti che più caratterizzano la funzione e la responsabilità di chi dirige. Il Covegno è l’occasione per paragonarsi con il tema della valutazione delle scuole in modo originale , anche alla luce del del nuovo Sistema nazionale di valutazione.

Dopo l’introduzione del presidente nazionale Ezio Delfino ed i saluti di Lucrezia Stellacci per il MIUR e di don Maurizio Viviani per la C.E.I., i lavori del Convegno vedono la collaborazione dei migliori esperti sul tema, da Antonino Petrolino a Roberto Ricci, da Bernhard Scholz  a Piero Cipollone, da Damiano Previtali a Elena Ugolini, da Angelo Paletta ad Anna Maria Ajello neo-presidente INVALSI.

Nella mattinata di sabato 15 marzo, in collaborazione con Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo, Anna Poggi coordinerà un tavolo di dirigenti stranieri ed italiani per un confronto sulle migliori indicazioni provenienti dai sistemi di valutazione europei.

Valutare vuol dire rendere esplicito ciò che rimarrebbe implicito e favorire che ciascuno (insegnante, allievo, dirigente)  sia aiutato a crescre come soggetto del proprio agire.

Per chi dirige una scuola, in particolare, costruire un percorso di rendicontazione sociale aiuta:  a  meglio dirigere il proprio lavoro verso lo scopo perseguito e condiviso con la comunità scolatsica;   a meglio utilizzare le risorse umane ed economiche;  a perseguire i necessari risultati, finalizzando al meglio anche i punti critici.

Gli esiti di una valutazione non sono esaustivi, ma aiutano a meglio comprendere il clima di lavoro di cui è fatta un’istituzione scolastica ed a focalizzare gli effetti che, in termini di crescita umana e culturale, possono ottenere gli studenti, gli insegnanti e, indirettamente, le famiglie e le comunità locali, verso le quali la scuola è responsabile.

Per questo l’attenta ricerca di criteri, funzioni, modelli e azioni funzionali allo scopo e rendere possibile un paragone dei risultati del proprio istituto con quelli del proprio territorio e della nazione possono documentare al meglio il valore aggiunto, quell’aumento di ricchezza culturale, umana e sociale creato dalla comunità professionale, a servizio di tutti gli interlocutori, interni ed esterni.